Lo sport invoca un aiuto
Che si tratti dell'A.S. Roma o del Molfetta Calcio, lo sport e segnatamente il calcio attraversano un momento di crisi economica profonda: dal decreto “spalma-debiti” alle incursioni della Guardia di Finanza nelle sedi delle maggiori società calcistiche italiane, il cielo è plumbeo alquanto.
Necessari dunque alcuni interventi, che il sen. Azzollini si è sforzato di illustrare. Anzitutto l'introduzione di una nuova figura giuridica nel panorama legislativo: la “società sportiva dilettantistica senza fini di lucro”.
Un tentativo di favorire la nascita di piccoli movimenti locali, se non si andasse incontro all'obiezione fatta propria dal dott. Sajeva: una società non può nascere se non perseguendo un fine lucrativo.
Ancora. Onde evitare la costituzione di associazioni che, al solo scopo di fruire delle agevolazioni fiscali dal sistema previste, dimenticano troppo in fretta il vero motivo -sociale- della loro nascita, l'obbligo, per ricevere la qualificazione di associazione sportiva, di affiliarsi al Coni o ad una Federazione nazionale, che del Coni è organo.
Elevati poi i limiti di deducibilità per i contributi al settore sportivo: il contribuente potrà dedurre fino a 1.500 euro, se li “donerà” ad una società dilettantistica, dalla base imponibile (la soglia precedente era di due milioni di lire). Ed anche ai portafogli più pesanti l'ultima legge finanziaria dà un aiuto: deducibili i costi affrontati per i contratti di sponsoring nel limite di 250mila euro.
Un obiettivo: dare agevolazioni sì, purché “coperte”, cioè adeguatamente finanziate. O il rischio di un nuovo arrembaggio russo tornerà più forte che mai.
Eugenio Tatulli