MOLFETTA - «Una campagna elettorale sguaiata». Questo è quello che accade in questo periodo, una corsa al voto che critica a destra e a sinistra, che promette e che blatera, che propone e che avvilisce, che è sicura di sé e che ha paura. L’ing. Donato Rana e l’on. Roberto Menia, allo studio dell’avv. Francesco Armenio, candidato al Senato inserito da FLI nella Lista Monti, hanno discusso a Molfetta del presente, del passato e di quel che sarà dell’Italia con la Lista Civica di Monti (nella fotoArmenio, Menia, Rana).
È molfettese Donato Rana, candidato FLI per Monti alla Camera, che dietro i suoi occhiali nasconde uno sguardo critico verso il passato, ma punta a una Italia migliore. «Il recente passato ci ha visto con un popolo sbranato da una assurda politica di occupazione personale e da una finta opposizione - ha spiegato Rana -. L’opera di Monti ha cercato di rimettere sulla giusta strada l’Italia e, anche se i tempi sono stati brevi, ci ha fatto salvare la faccia, guadagnando rispetto a livello europeo, e non tolleranza».
Non usa mezzi termini il candidato alla Camera, che punta a continuare sulla strada segnata dal governo tecnico per non vanificare l’opera di recupero della moralità e della maniera di vedere la politica lontana da camarille, convenienze e carenze di stile. Ma non è spavaldo l’ingegnere, fedele alla concretezza della sua politica, e ammette con consapevolezza le aspettative sul numero di voti della coalizione. «Saranno, però, voti di persone per bene: questo basta».
Nell’incontro non è mancata l’importante presenza di Menia, ex militante AN che descrive la sua posizione nel FLI come «una scelta difficile, contro ogni convenienza, ma noi abbiamo scelto la coscienza».
«Non potevo far finta di non capire ciò che succedeva attorno. Chi ti rappresenta si deve comportare in una determinata maniera, e non perpetuare un governo scellerato che privilegiava la classe e una precisa zona dell’Italia - ha continuato deciso il parlamentare -. Non può essere tutto una favola, come dice Berlusconi, che si è dimesso solo quando ha preso coscienza dello stato delle cose. Una vera carnevalata dove l’Italia è stato l’unico Paese che si è preso l’impegno del pareggio di bilancio nel 2013. Finalmente abbiamo rotto il giocattolo impazzito. Ma il suo tradimento continua nel dire certe cose agli elettori». Menia così manifesta il suo inno alla legalità e all’Italia.
Questa campagna elettorale ha tutti i tratti per essere paragonata ad una lotta: tutti hanno i denti serrati e ruggiscono contro gli altri avversari. «Non siamo spaccatutto come Grillo, né una coalizione centrista, ma riformista. Oggi la situazione è diversa dalla seconda repubblica dove stavi o con o contro Berlusconi - ha proseguito Menia -. Bisogna dare il voto a chi ha dato dignità alla politica per proseguire il lavoro dell’agenda Monti secondo i principi di rigore, ragionevolezza e concretezza». L’invito è a una scelta europea, una scelta intelligente dove il rapporto tra politica e popolo non sia fatto da spot pubblicitari.
Un possibile handicap della coalizione montiana potrebbe essere la credibilità, poiché molti volti conosciuti in altre fazioni di maggioranza sono confluite nella Lista Monti. «Noi abbiamo detto “il re è nudo” - la risposta di Menia alla considerazione di Quindici -. Bisogna ricordare che questa è la terra di Pinuccio Tatarella, promotore di un bipolarismo sano che negli ultimi cinque anni in Italia è degenerato con un Veltroni che spolpò la sinistra estrema e un centrodestra caduto nel populismo, nell’incapacità e nell’antieuropeismo. Un giorno l’Italia tornerà un Paese normale, e si realizzerà un bipolarismo maturo con la fine del berlusconismo».
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Saverio Tavella