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Lillino Di Gioia attacca a tutto campo il centro destra e il sindaco Minervini
30 giugno 2003

MOLFETTA – 30.6.2003 Vecchi seguaci, curiosi, osservatori di diversi partiti, transfughi da altre formazioni politiche, c'era un vasto campionario di cittadini a riempire l'Odeon per il ritorno di Lillino Di Gioia (nella foto). Sotto il simbolo della sua vecchia lista civica “Il riscatto della città”, tirata fuori per l'occasione, non dell'Udc, quindi, formazione cui ha pure annunciato di aderire, l'ing. Di Gioia ha lanciato un pesante attacco all'amministrazione di Tommaso Minervini, chiamando a raccolta tutte le forze moderate della città, anche se poi è difficile capire fino a dove si estenda e quale sfumature semantiche assuma questa “moderazione”, affinché mettano in campo un progetto politico alternativo a quello che governa attualmente Molfetta. Attacco a tutto campo, ma focalizzato infine su due grosse questioni, che a sua volta si riconducono ad una, la mancanza di programmazione politica, non si sa quanto voluta o subita, che rischia di marginalizzare Molfetta. Di Gioia è partito dalla recente approvazione della Legge n.31 che fa registrare un passo in avanti verso la realizzazione dell'aree metropolitane. Quella di Bari è una delle 12 previste in Italia, comprende 22 Comuni e il suo perimetro si ferma a Giovinazzo, escludendo Molfetta, fuori anche dalla costituenda provincia di Barletta. L'ing. Di Gioia si è chiesto se sia solo un caso che proprio i Comuni che si trovano nella stessa situazione, Terlizzi e Ruvo ad esempio, siano fra i penalizzati dal Piano di riordino ospedaliero regionale. E comunque quale futuro si prospetti per la nostra città, stretta fra due i blocchi. Solo che di tutto questo non si parla, né l'amministrazione si attiva a prendere provvedimenti, di qualsiasi natura, un accordo fra Comuni, la richiesta di costituzione di un'altra Provincia o quanto altro possa fare chiarezza sulle future direttive di sviluppo. “Il sindaco afferma di lavorare anche 12 ore al giorno, - ha detto l'ing. Di Gioia- - gliene diamo atto, anche perché gli tocca far le veci della giunta, del presidente dell'Asm, anche degli uscieri, ma sappia che di ordinaria amministrazione si muore”. Sul palco dell'Odeon, accanto al simbolo del “Il riscatto della città”, campeggiava una mappa di Molfetta, con segnate le varie aree di espansione previste dal PRG. Tutti lì a chiedersi quale uso ne volesse fare. Quello di portare un altro attacco al sindaco e al ricorso che questo ha fatto e intende fare delle “conferenze di servizi”, strumento con il quale si concede la possibilità di costruire in deroga a quando stabilito dal PRG. Così, chi ha un terreno che, essendo per il PRG a destinazione agricola vale “un'insalata”, definizione dialettale sfuggita a Di Gioia nella foga del dire, pensa bene di farci un albergo, una casa di riposo, una struttura turistica. Ovunque, ma non nelle aree appositamente destinate a quell'uso, ad es. la zona ad espansione turistica fra Molfetta e Giovinazzo. Tutto questo, a parte il rischio di speculazioni e di pressioni, comporterebbe uno sviluppo disordinato della città e l'assenza di controllo nella tutela del territorio. Oltre a porre la questione di ordine più generale su cosa serva impiegare anni e denaro dei contribuenti a varare un Piano regolatore generale per poi ignorarlo. Ci sarebbe una contromisura da prendere, non gradita, per l'ing. Di Gioia, al sindaco Minervini, quella dell'adozione di piani particolareggiati dei servizi, che stabilirebbero gli standard necessari per ogni zona e la loro collocazione. In assenza di questi piani particolareggiati e a fronte di un Piano regolatore generale ancora tutto da realizzare, si da il via ad operazioni che, ha ricordato Di Gioia, “valgono ognuna decine di miliardi”. Questa ed altre questioni, la società che dovrebbe gestire il mega finanziamento per il porto, l'inesistente difesa dell'ospedale pur con lo sbandierato “governo a rete”, i conflitti di interesse che coinvolgerebbero assessori e consiglieri, richiedono, per l'ing. Di Gioia “la messa in moto di un meccanismo che faccia da blocco, che superi anche gli schemi inusuali, a 360°”. Ed è sembrato a tutti che sottintendesse: e chi ci sta si faccia avanti. Il lunghissimo, lo chiameremmo comizio, se non sapesse troppo di campagna elettorale, a quanto ne sappiamo non ancora aperta, ha toccato anche altri punti, come dire di natura più squisitamente politica. I nostri lettori avranno la pazienza di aspettare, per saperne di più, il numero di “Quindici” che sarà in edicola alla metà di luglio. Lella Salvemini
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