Liliana Gadaleta presenta a Molfetta il libro Iris Origio. Una nobildonna inglese innamorata dell'Italia
MOLFETTA - In un'atmosfera familiare ed onirica, la professoressa Liliana Gadaleta (apprezzata collaboratrice di “Quindici”, nella foto), ora residente a Torino, ha presentato il libro «Iris Origio. Una nobildonna inglese innamorata dell'Italia», edito da Longanesi & C., nella libreria «Il Ghigno». Si tratta di una riedizione, introdotta da una critica di Sergio Romano, del volume edito dalla stessa Longanesi nel 1970, «Iris Origo. Immagini ed Ombre», la biografia di questa scrittrice anglo-irlandese-americana, attentissima testimone del suo tempo, dedita agli studi bibliografici, che ha dedicato gran parte della propria vita al miglioramento dei possedimenti in Toscana, in particolare, della tenuta denominata «La Foce», in territorio di Chianciano, non lontano da Montepulciano, che acquistò nel 1927 insieme al marito, il Marchese Antonio Origo.
La pubblicazione di questo volume rientra nel nuovo progetto culturale della libreria «Il Ghigno», presentare biografie contemporanee di uomini e donne che hanno rappresentato l'Italia e scritto una parte della sua storia: e la pubblicazione di questo testo da parte della professoressa Gadaleta rientra anche nella sua formazione salveminiana.
Durante la presentazione, sono state lette e commentate alcune pagine, lasciando trasparire la descrizione di sentimenti, stati d'animo, tensioni e paure di una donna che, nata nel 1902 a New York, da padre americano, Willliam Bayard Cutting, e da madre irlandese, Sibilla Cuffe, si stabilì con la madre in Italia nel 1910, dopo la morte prematura del padre. Tuttavia, i momenti più affascinanti ed avvincenti, soprattutto imbevuti di storia italiana del primo Novecento, fanno riferimento innanzitutto all'acquisto della tenuta «La Foce», presso Chianciano Terme, in provincia di Siena, dopo il matrimonio nel 1924 con l'italiano Antonio Origo (1892-1976), uomo dotato di buona presenza e di molto fascino, figlio illegittimo del Marchese Clemente Origo.
Descrive Iris Onigo questa tenuta come un immenso deserto, privo di una strada di accesso, con macchie di fitte boscaglie, antiche case coloniche distrutte dal tempo e dalle battaglie tra i signorotti toscani, dove la povertà e l'ignoranza imperversavano: attraverso non solo una gran mole di duro lavoro, cure ed attenzione durata 45 anni, ma anche con l'aiuto dello Stato italiano per le numerose bonifiche, essi riuscirono a trasformarla, dando a Chianciano ed al suo territorio l'aspetto di una delle più belle cittadine toscane.
È il periodo della seconda Guerra Mondiale a marcare profondamente la vita di Iris Origo, che non solo si prodigò all'assistenza dei bambini profughi, che erano alloggiati lì, ma anche al servizio in Croce Rossa. Inoltre, dopo la resa dell'Italia, offrì rifugio ed assistenza ai soldati alleati prigionieri di guerra in fuga, che cercavano di trovare un varco attraverso le linee tedesche o semplicemente di sopravvivere. A questo proposito, il suo resoconto di questo periodo, «Guerra in Val d'Orcia», fu il primo dei suoi libri che incontrò un grande successo, tanto popolare quanto di critica.
Una vita, insomma, variegata, che descrive una fetta della storia italiana del XIX secolo.
Autore: Marcello la Forgia