Lidi privati, solo una colata di cemento sulla costa
Molfetta, città di mare per eccellenza. Chilometri di costa ma poche, pochissime spiagge annoverabili tra quelle frequentate dai bagnanti. Escluse infatti le zone a ponente, vietate perché troppo vicine allo scarico del depuratore. Escluse quelle nei pressi del Gavetone per la presenza di bombe ad iprite nelle vicinanze della costa. Le spiagge libere si riducono ancora di più con la nascita, nell’ultimo decennio, di nuovi stabilimenti balneari. Ebbene si potrebbe pensare che siano iniziative positive poiché forniscono servizi aggiuntivi rispetto alle spiagge libere. Ma in realtà non esistono più i lidi balneari di una volta. I nuovi stabilimenti non sono altro che una colata di cemento vicini alla costa, che privatizzano quindi un’area dando in cambio solo ombrelloni e sdraio, previo il pagamento dell’ingresso quotidiano o tessera. Sono tutti uguali. I più forniti offrono la zona ristoro ed un campetto per le attività sportive. Gli altri nemmeno. Solo alcuni dei lidi storici molfettesi, ad esempio, mantengono la piscina. Un servizio, a mio parere, per cui è lecito pagare dato che costituisce una valida alternativa al bagno in mare nei giorni di vento forte, e costituisce uno svago per i bambini controllati da personale qualificato. Tra l’altro, c’è da dire, che negli ultimi anni l’affluenza a questi stabilimenti sta subendo un calo, nonostante la concorrenza spietata. Il molfettese medio quindi, non intenzionato a pagare per l’accesso al mare, che spetta di diritto, affolla le spiagge più vicine alla città come la Prima Cala, o cala Sant’Andrea. Senza dimenticare il Gavetone riscoperto da pochi anni, nonostante il divieto. Spiagge tra l’altro poco curate, considerate dall’ordinaria manutenzione prima dell’inizio della bella stagione e poi lasciate un po’ al loro destino ed alla scarsa educazione dei bagnanti. In alternativa, tendenza degli ultimi anni, i molfettesi si spostano nelle vicine Bisceglie e Giovinazzo, che hanno tante belle e pulite spiagge libere. In queste città vicine in cui non c’è una sensibile differenza di qualità e bellezza del mare, ma offrono sicuramente molta più scelta di spiagge libere. Bisognerebbe, invece, tornare a dare valore e rispetto al mare molfettese, parte integrante della storia di questa città, e alle sue spiagge anche se questo significherebbe fare a meno di alcuni stabilimenti fotocopia, inutili sulla nostra litoranea. © Riproduzione riservata
Autore: Daniela Bufo