Liberty Molfetta cade sul traguardo
Il Liberty si è fermato in Puglia. Come l’anno scorso le ambizioni del presidente Nicola Canonico, si sono infrante sull’ultimo ostacolo. Sul neutro di Manduria e a porte chiuse, il Fortis Trani ha liquidato il Liberty con la stessa moneta ricevuta sette giorni prima. Al “Poli” furono i libertini a beffare i tranesi in rimonta in pieno recupero (2-1), nella gara di ritorno, l’epilogo si è ripetuto però a parti inverse: rete al ‘92 di Medico in contropiede, Liberty a casa e Trani che accede agli spareggi interregionali. Ironia della sorte, la caduta del Liberty proprio nella “zona Cesarini”, i minuti finali in cui spesso i molfettesi hanno trovato la zampata vincente e qualche volta hanno salvato la faccia. Chiuso il torneo al 3° posto, scavalcato proprio dal Trani nell’ultima giornata, il Liberty ha liquidato nel primo turno un Terlizzi demotivato. Due pareggi incolori a reti bianche, tra due squadre che sembravano non volersi farsi del male. Si arrivava al 2 maggio: al “Poli” andava in scena l’andata della finale playoff contro il Fortis Trani. Stranamente la società non affiggeva in città nessun manifesto di annuncio delle’evento, una cosa che alimentava il sospetto di un “rompete le righe”, dopo il fallito tentativo del salto diretto in Serie D dalla porta principale (vittoria del campionato). La partita si sviluppava sul solito canovaccio più volte visto: avversari a fare la gara, i giocatori del Liberty a pascolare in campo. Il primo tempo si chiudeva con il Trani in vantaggio per 1-0, in virtù di una maggior voglia di fare risultato. Nella ripresa il Liberty ci metteva più incisività, ma solo dopo che il Trani calava sul piano fisico e arretrava il baricentro, i locali premevano sull’acceleratore. Negli ultimi 12 minuti (7 di recupero) il Liberty prima con Uva e poi con Suarez, si concretizzava l’insperato sorpasso. La frustrazione dei tranesi. e la spavalda esultanza dei tifosi molfettesi, creava in gradinata una miscela esplosiva. Prendevano la scena i soliti scalmanati di entrambe le fazioni, e il dopo gara si colorava di nero. Le forze dell’ordine evitavano il contatto, ma non il lancio di oggetti, pietre e petardi. Alla fine il tragico bilancio: un ventinovenne tranese colpito da una spranga al volto, due carabinieri contusi. Trasportato d’urgenza al Policlinico, i sanitari non riusciranno a salvare l’occhio al giovane tranese. Da aggiungere anche un tentativo di speronamento all’auto che accompagnava l’arbitro. Inevitabile la sanzione di far disputare la gara di ritorno a porte chiuse e il più lontano possibile dalle due tifoserie e la scelta cadde sulla città di Manduria. Ci si attendeva una gara a tinte forti, invece le cronache raccontavano di una gara dai toni modesti per la posta in palio: il Trani, che aveva l’obbligo di vincere, palesava un maggior possesso palla senza però incidere troppo, mentre il Liberty come al solito stava a guardare. Entrambe creavano qualche occasione. Lo 0-0, che avrebbe consentito al Liberty di passare il turno, sembrava inevitabile, ma nel 2’ di recupero e in contropiede Medico realizzava la più amara delle beffe: Trani che prosegue il cammino, il Liberty a casa. L’epilogo di Manduria è l’emblema di una stagione fatta di troppe occasioni mancate. Anche in campionato il Liberty ha sciupato malamente le opportunità di contendere spalla a spalla la leadership del torneo al Nardò. Eppure l’organico del Liberty era ritenuto il top della categoria. Nonostante ciò la squadra si è rivelata un’incompiuta. La qualità dei singoli non è stata sufficiente per creare un’identità, lo spirito di gruppo senza il quale si fa strada la sola consapevolezza della propria superiorità tecnica, che alla fine ha espresso solo presunzione. In questa squadra non è emerso un giocatore rappresentativo capace di trasmettere determinazione e orgoglio. In passato il ruolo fu assunto dal bomber Corrado Uva, che però quest’anno, ha fatto il rincalzo degli altri. Ognuno si è limitato a fare il proprio compitino, timbrare il cartellino ed incassare l’ingaggio, che supponiamo consistente. Solo a tratti abbiamo visto le potenzialità della squadra: quando è stata punta nell’orgoglio, solitamente nei minuti finali. Accanto a ciò l’attitudine dello staff barese al cambio tecnico, come se l’allenatore fosse una figura irrilevante rispetto alla rosa. In pratica sia Del Rosso che De Leo hanno gestito un organico fatto da altri. Si è chiusa così con un pugno di mosche in mano la prima esperienza del Liberty in salsa molfettese. Un epilogo fallimentare, considerati i soldi spesi dal patron Canonico che finora ha realizzato una luccicante bacheca, senza però uno straccio di trofeo. I tifosi, che per tutta la stagione hanno sempre sostenuto la squadra, oltre che avviliti ora sono preoccupati che Nicola Canonico ritenti il salto in Serie D con un Liberty non più in salsa molfettese.
Autore: Francesco Del Rosso