Recupero Password
Lettere
15 settembre 2014

Una riflessione sulla rivista Quindici Gentile Direttore, a Molfetta (mia città natale), di passaggio, ho avuto modo di leggere il numero in riferimento della testata da Lei diretta, apprezzandone la varietà dei temi trattati pur se affrontati, a mio parere, in maniera molto più consona ad una sorta di “house organ” della compagine che amministra la città. Intendiamoci, le tematiche indicate sono quelle classiche che le nostre città si trovano ad affrontare e che sono rese più impellenti dalle contingenze attuali, nazionali e non. Ritengo, d’altro lato, che l’approccio che un organo di stampa debba utilizzare nel presentarle al pubblico e nel commentarle, debba privilegiare, per essere veramente utile ed auspice di un sano dibattito successivo, la completezza dell’informazione e l’ampiezza dello “scenario” proprio di ogni questione. Non propriamente così, invece, si esprime la Sua rivista (a partire dall’editoriale da Lei firmato) che, infatti, ricorre pesantemente al taglio polemico di sterile contrapposizione a quanto fatto da altri ed a scapito della essenziale, oggettiva e preliminare esposizione dei fatti e degli intenti ispiratori di ciascuna attività. E così, il lettore perde di vista la specificità del tema affrontato, l’interesse personale che potrebbe derivargliene, le modalità possibili ed ottimali di realizzazione, il costo, la sostenibilità ed il ritorno economico e sociale dell’iniziativa. Oltre a vedersi privato della conoscenza della prospettiva strategica di sviluppo che la città vuole darsi e che, dalle informazioni raccolte, mi pare alquanto fumosa e velleitaria, sulle tracce, in ogni caso, di generiche tendenze di moda non applicabili a qualunque contesto socio-economico-culturale. Coraggio, dunque, caro Direttore e vedrà che, così operando, i prossimi 20 anni vedranno diventare più utile ed apprezzata la Sua testata. La ringrazio, fin d’ora, per l’attenzione che vorrà dare a questa mia e le porgo i miei migliori saluti ing. Gabriele Durazzini Monza (MB) Gentile ing. Durazzini, la ringrazio per la sua lettera dai toni garbati, anche quando fa osservazioni critiche. Per risponderle adeguatamente, è necessario fare una premessa: l’attuale opposizione di centrodestra ha dimostrato arroganza e scarsa tolleranza democratica, a conferma della sua origine berlusconiana. Infatti teme il confronto con chi la pensa diversamente, al punto da rifiutare qualsiasi dialogo con noi, preferendo scappare e affidarsi a chi pubblica acriticamente le loro veline. Questo lei, che vive fuori Molfetta e non ha la possibilità di leggere la nostra rivista ogni mese, non può saperlo. Gli unici con cui si riesce a dialogare (vedi l’intervista al consigliere di Forza Italia, Pietro Mastropasqua) ricevono tranquillamente spazio sul nostro giornale. Per cui nel numero di luglio, al quale lei fa riferimento ci sono anche le ragioni dell’altra parte. Poi, nella nostra rivista, ci sono i resoconti dei consigli comunali, con gli interventi anche dell’opposizione. Non ci consideriamo schierati, ma onesti e trasparenti, non inganniamo i lettori, con una finta obiettività che, come insegnava Montanelli non esiste, e lo abbiamo dichiarato fin dal primo numero sostenendo (come altri giornali, vedi la Repubblica), di essere di area di centrosinistra, con posizioni critiche quando era il caso, ma anche dando voce a chi non la pensava come noi. Insomma, rivendichiamo la possibilità di esprimere le nostre opinioni: è questo il nostro mestiere, altrimenti pubblicheremmo una gazzetta ufficiale. Ma abbiamo dato spazio anche alle ragioni della destra (vedi le interviste all’ex sindaco Azzollini, che lei probabilmente non ha letto: non si può giudicare un giornale da un solo numero). Poi nell’animo dello stesso senatore ha avuto il sopravvento l’arroganza e il delirio di onnipotenza, pretendendo di essere l’unica verità (vedi le aggressioni rabbiose in consiglio comunale nei confronti del centrosinistra, le cui immagini hanno fatto il giro d’Italia). Chi, come noi, a differenza di altri fogli locali, non ha accettato questo diktat, è stato escluso dalle comunicazioni politiche di quella parte. Così, imprudentemente, l’ex sindaco si è comportato come quel tipo che, per punire il tradimento della moglie, si taglia gli attributi, facendo danno solo a se stesso. Certo, gli editoriali, come lei sa, rappresentano delle opinioni e non devono spiegare fatti che sono già stati sviluppati in precedenza, con tutti i particolari che lei cita: interesse del cittadino, modalità e tempi di realizzazione, costi e ritorni economici. Siamo professionisti e non certo dilettanti allo sbaraglio come altri, per cui con oltre 45 anni di mestiere su quotidiani regionali e nazionali, le cose che lei cita, sono l’abc. Mi auguro anch’io, nell’interesse della città, unico motivo per cui siamo nati 20 anni fa, che l’opposizione cambi metodo e acquisisca un po’ di quel costume democratico, di tolleranza e apertura al confronto che non può che giovare a tutti. Le guerre non servono a nessuno e lasciano caduti da una parte e dall’altra e solo macerie. Ricambio i saluti con la speranza di conoscerla personalmente (gravi motivi familiari me lo hanno impedito questa volta) per avere con lei uno scambio di opinioni. Comparto 18, lettera aperta al sig. Sindaco di Molfetta Eg. Sig. Sindaco di Molfetta, mi chiamo Sasso Mario, sono un commercialista e curo gli interessi di alcuni proprietari dei terreni siti nel comparto 18. Prendo spunto dalle interviste rilasciate al periodico Quindici – Molfetta, ed in particolare mi soffermo sull’annosa questione da Lei definita “la complessa situazione del comparto 18” e sulle troppe irregolarità ed illegalità, dichiarazione successiva rilasciata dall’assessore all’ambiente, sig.ra Rosalba Gadaleta. Non voglio scendere nel merito dei motivi tecnici e delle troppe illegalità dichiarate, che rendono complessa tutta la vicenda e non permettono il decollo della edificabilità; sta di fatto che la problematica del ”Comparto 18” dura da circa 12 anni; speriamo di non arrivare a 18 come il nome del comparto e soprattutto, di rendere effettivamente e realmente edificabili i terreni stessi. Penso che nella italica e burocratica storia delle lottizzazioni giammai in un comune si sia impiegato tanto tempo; l’amministrazione molfettese senz’altro potrà vantarsi di avere tale primato, ritengo, non solo italiano ma addirittura mondiale. A farne le spese, come al solito sono i cittadini: i proprietari dei terreni. In tutti questi dodici anni i proprietari dei terreni rientranti in comparto 18, attratti dalla aspettativa di edificabilità, aspettativa che ritenevano potersi concludere, come normalmente avviene, in un massimo di uno o due anni, hanno abbandonato anche la coltivazione dei campi o, comunque, l’utilizzo dei terreni; il che, è ovvio, comporta, ovviamente, una perdita di reddito. Da parte sua il Comune, correttamente, ha classificato tali aree non più agricole, ma edificabili. A seguito di tale nuova classificazione dei terreni si pone il problema della nuova valutazione da attribuire a detti terreni considerati non più agricoli ma edificabili e della conseguente imposizione fiscale, vedi prima ICI , poi IMU, imposte incamerate dal Comune di Molfetta. Paradossalmente, il Comune di Molfetta, per voce del Sindaco e di un assessore, da una parte, sul versante dell’edificabilità, lamenta motivi tecnici , irregolarità ed illegalità; da altra parte, sul versante delle entrate, considera i terreni perfettamente ed immediatamente edificabili attribuendo loro un presunto, quanto incomprensibile, valore di terreno effettivamente edificabile, quando, come detto ed acclarato, non lo sono affatto. Anche un inesperto fiscale rileverebbe immediatamente l’assurda incongruenza. Di fatto, come la storia ci insegna di effettivamente edificabile, a distanza di ben 12 anni non c’è ancora niente. Nella stessa valutazione non si è tenuto nemmeno conto nemmeno degli oneri e costi di urbanizzazione, ancora non sostenuti ma che in definitiva si sosterranno ed incideranno sulla valutazione finale del terreno allorquando sarà effettivamente edificabile. Non sono stati minimamente considerati tutti i passaggi ed i costi burocratici. Non è stata considerata la cessione gratuita dei terreni al Comune per le opere di urbanizzazione. Il Comune ha considerato e valutato i terreni alla stessa stregua dei terreni effettivamente ed immediatamente edificabili con oneri e costi di urbanizzazione già conteggiati. Tutto ciò alla luce dei fatti, a tutti noti, è fuori dalla realtà, di edificabile, come Lei stessa sostiene non c’è assolutamente nulla. Per l’effetto dei fatti esposti risulta evidente che valutazione fatta dal Comune di Molfetta risulta profondamente errata. Di fatto però il Comune di Molfetta, su tale dimostrata errata valutazione impone la tassazione immobiliare, prima l’ICI, oggi l’IMU, con accertamenti altisonanti. In buona sostanza i proprietari dei terreni non solo hanno perso la coltivazione o l’utilizzo dei terreni, ma sono stati gravati per ben dodici anni da una tassazione apertamente e chiaramente iniqua del tutto fuori dai canoni di “capacità contributiva di cui all’art. 53 della Costituzione.: si perde l’utilizzo del terreno e, per di più, si viene gravati da imposte calcolate su valori irreali considerata la loro non edificabilità, edificabilità inesistente da ben dodici anni. V’è di più, nonostante la non edificabilità il Consigli Comunali, tutti gli anni, con propria delibera, aumentano, non si sa in base a quali parametri, il valore di dette aree; non si tiene nemmeno conto della attuale notoria crisi economica che da anni attanaglia il settore dell’edilizia e dell’economia in generale. Manca l’edificabilità, la questione è complessa, vi sono troppe irregolarità ed illegalità come viene affermato sia da Lei che dall’assessore, la crisi economica del settore edilizio è notoria, il Comune delibera l’aumento di valore di un terreno che oltretutto non è edificabile!! Penso che debba sembrare anche a Lei che la problematica, come è realmente impostata, assume tutte le caratteristiche di una situazione “cafchiana”: un vero assurdo che però costa soldi e molti, ai proprietari dei terreni. La situazione assumerebbe maggiori contorni di legalità, equità fiscale e rispetto del principio di capacità contributiva se solo il Comune rispettasse i principi giuridici fissati dalle sez. Unite della Corte di Cassazione, sent. n. 25505 del 30/11/2006. I Supremi Giudici, correttamente hanno osservato che allorquando un terreno viene appena inserito in un PGT, lo stesso, da subito acquista un valore diverso da quello agricolo che aveva precedentemente. Ma il nuovo valore, non è e non può essere quello del terreno edificabile fino a quando edificabile non lo sarà effettivamente. Solo quando tutti i passaggi burocratici saranno superati ed il terreno sarà effettivamente edificabile, questa sarà valutato pienamente come terreno edificabile. Sembra più che chiaro, logico ed evidente che nessuno va a comprare e pagare il valore di terreno edificabile quando edificabile non lo è, e con il rischio che possa non esserlo a seguito di certi passaggi burocratici. Tali terreni, come è logico dedurre, allo stato attuale non forniscono nessuna maggiore capacità contributiva per i possessori ma solo un illegittimo impoverimento ed un indebito arricchimento a favore delle Casse Comunali. Quello che non è normale è che si attribuisca immediatamente un valore di terreno edificabile quando edificabile non lo è e, soprattutto che la edificabilità si trascini, allo stato attuale per ben dodici anni e non si sa quando finirà. La ovvia conseguenza che si deve trarre è che i terreni in parola non possono essere valutati come terreni edificabili ma devono essere valorizzati solo allo stato di potenziale edificabilità. In tal senso si è espressa la Suprema Corte di Cassazione a Sez.. Unite, sent. n. ri 25505 e 25506, anno 2006, che ammette che sin dal primo inserimento di un terreno in un progetto di edificabilità il suo valore subisce un incremento ma che il valore non può essere considerato alla pari dell’area effettivamente ed immediatamente edificabile per ovvie ragioni di concretezza e per evitare le incongruenze che vivono i proprietari dei terreni. Al valore finale di area edificabile si arriverà allorquando il terreno sarà realmente edificabile e, in aggiunta, in tale momento, occorrerà tener in debito conto di tutti costi di lottizzazione, comprese le opere di urbanizzazione. (per Sua comodità di lettura Le allego copia sentenza). Alle considerazioni sopra svolte se ne può aggiungere un’altra e cioè che i proprietari dei terreni pagano di più di quanto pagherebbero se i terreni stessi fossero stati edificati in quanto a seguito di costruzione, se vendono i terreni non pagano più l’IMU; se invece permutano i terreni con le case, se le locano ricevono un compenso e quindi ammortizzano le tasse IMU; se le utilizzano direttamente scontano le esclusioni, deduzioni e/o franchigie dall’IMU, come tutti gli altri proprietari. Solo quest’ultima considerazione dovrebbe ulteriormente e meglio far meditare sulla valutazione fatta dal Comune. Sulla scorta delle prefate considerazioni, per rendere una minima giustizia sostanziale, economica, fiscale e di capacità contributiva, nonché di legittimità nel senso disciplinato dalla citata sentenza, si dovrebbe, procedere ad una rideterminazione dei valori a partire dall’anno 2002, annullamento in autotutela di tutti gli accertamenti eseguiti, con una rideterminazione dei valori sulla base dei reali valori, tenuto conto delle dette vicissitudini. Una simile operazione darebbe una reale concretezza di giustizia fiscale alle affermazioni rilasciate nelle dette interviste; diversamente sarebbero le solite parole e parole dei politici, che vanno sempre più ad alimentare la sfiducia verso la politica che non vuole interpretare la conclamata realtà causando ed alimentando uno stato conflittuale e di totale sfiducia alimentando un contenzioso che finirà in Cassazione. E’ Giusto? A Lei la risposta. Alla luce delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, interprete del cambiamento della politica, mi auguro che anche Lei si renda pienamente interprete concreto del cambiamento e quindi anche sanare le ingiustizie, di certo non causate dai proprietari dei terreni. Lotta all’evasione, sì; invenzione dell’evasione, no. Cordiali saluti. Sasso Mario dr. commercialista in Mantova difensore di alcuni dei proprietari dei terreni Falsità e scorrettezze Un amico lettore ci ha sottoposto una lettera del dott. Damiano Capurso, in replica ad un nostro articolo su una conferenza stampa di Annalisa Altomare, consigliere comunale del Pd, pubblicato scorrettamente su un altro foglio cittadino, lettera della quale né noi, né i nostri lettori avevamo conoscenza. Avremmo potuto non rispondere, ma per evitare che una falsità, si trasformi in verità in assenza della versione reale dei fatti, e per replicare ad una scorrettezza, siamo costretti, nostro malgrado a replicare, anche se recentemente non abbiamo mai reagito alle provocazioni che quel foglio ci riserva ogni mese con il suo non tanto anonimo collaboratore che si firma lapecheronza. Potevano lasciar perdere anche perché non essendo pervenuta a noi direttamente, la lettera non ci riguardava, ma soprattutto per non offrire occasione di polemica all’altro foglio che da sempre rovescia falsità e fango su di noi per invidia o cattiveria pura. Loro, puntualmente, non resisteranno alla pretesa di avere l’ultima parola: gliela lasciamo volentieri, ignorandoli come si meritano, anche perché non possiamo competere con la loro cattiveria, hanno più esperienza. Ma, altruisticamente, daremo loro occasione, anche questa volta, di vendere qualche copia in più. Altrimenti perché, come altre volte, avrebbero pubblicato scorrettamente una lettera che non li riguardava? Ma era un’occasione troppo ghiotta per colpirci, come dimostra perfino un post scriptum siglato a.d.g. che avvalora le falsità della lettera, come già avevano fatto in forma su un numero precedente, con un non tanto anonimo lapecheronza, che ci delizia sempre delle sue attenzioni al veleno. Avete visto mai il Corriere della Sera pubblicare una replica ad un articolo di Repubblica? Quelli dell’altro foglio sono dilettanti allo sbaraglio, con la presunzione di essere migliori e di dare lezioni anche a chi ha più titoli professionali di loro. Cosa avrebbero detto loro se noi avessimo pubblicato lettere che li riguardano e che quella redazione aveva cestinato, per cui gli interessati si erano rivolti spesso a noi per chiedere spazio, ma “Quindici”, contrariamente a loro non si immischia nei fatti interni altrui e rifiuta di pubblicarle. E questo perché, malgrado gli insulti, le diffamazioni e l’odio che riceviamo, siamo diversi, rispettiamo sempre l’etica professionale che loro non conoscono, perché non fanno questo mestiere come noi. A conferma della ricerca dell’occasione polemica nei nostri confronti l’altro foglio ha successivamente pubblicato una lettera del costruttore Saverio Alessandrini (che noi nel nostro articolo non avevamo citato, per evitargli brutte figure), il quale, per difendersi dalle provocazioni nei nostri confronti e dal tentativo di aggressione dei suoi figli, arriva al punto di sostenere di non conoscerci, pur avendoci accusato in quell’occasione di aver fatto un’intervista al sindaco senza contraddittorio. Insomma, oltre a rivelarsi ignorante in materia, si rivela anche bugiardo. E ringraziamo ancora una volta il noto politico locale che ha impedito che l’aggressore ci colpisse. Ma veniamo alla lettera del dott. Capurso alla quale rispondiamo per singoli punti: 1 - Il suo è stato un comportamento scorretto, doveva inviarla a noi e l’avremmo pubblicata sarebbe bastato attendere un mese e non avremmo avuto difficoltà a farlo. Forse anche in questo caso occorre parlare di ignoranza in materia. Anche perché i nostri lettori che non leggono l’altro foglio (e sono tanti) non potranno conoscere il suo pensiero. 2 - Confermiamo tutto quanto scritto nel nostro articolo sulla conferenza della dott.ssa Altomare, consigliera comunale del Pd in dissenso col suo partito e con la sua maggioranza. 3 - Confermiamo l’atteggiamento risentito e aggressivo (che appare evidente anche dall’espressione del volto teso stizzito) Un nervosismo che stranamente per un politico esperto e moderato come lei, si manifesta anche in altri consessi, come sembra sia avvenuto recentemente anche nella sede del Pd). Capiamo la sua difesa di ufficio dell’amica Altomare, anche a costo di distorcere i fatti dandone un’interpretazione personale. 4 - L’imprenditore Saverio Alessandrini ci ha provocato e offeso (Capurso era distante e non ha sentito) e noi abbiamo replicato sostenendo che era ignorante in materia confondendo un’intervista con una conferenza stampa. 5 - Il riferimento “palazzinaro” non è stato da noi rivolto all’Alessandrini, ma in un nostro intervento successivo nel quale parlavamo di alcuni costruttori locali (alcuni dei quali hanno subito condanne penali). Se l’Alessandrini crede di essere fra questi, sono problemi suoi non nostri che parlavamo in modo generico.

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet