Lettera di un giovane disperato a Quindici: al concorso dei vigili temo i dirigenti
gregio Direttore di Quindici, Le scrivo questa lettera con la speranza che lei possa pubblicarla all’interno del suo giornale con l’intento di condividere con tutti voi la mia triste storia. Non so se rendere pubblico il mio nome per evitare ripercussioni sulla mia persona e sulla mia famiglia, preferirei quindi venga omesso nel caso in cui lei decida di pubblicarlo. Premetto ho sempre avuto ideologie politiche che posso tranquillamente collocare a sinistra, partecipando attivamente alla vita politica molfettese per numerosi anni, pensando di essere dalla parte giusta. La mia persona è collocabile nel ceto medio, ho una laurea ed un master e famiglia a carico. Qualche anno fa per problemi familiari che non sto qui a specificare perché non voglio auto commiserarmi, dopo aver battuto tutte le città della provincia di Bari alla ricerca di un posto di lavoro, data l’urgenza di trovare un lavoro legata principalmente alle mie problematiche di famiglia, decisi di bussare alla porta di un personaggio che da li a breve sarebbe diventato un esponente politico di spicco per Molfetta. Questo politico di lì a poco tempo mi illuse dopo avermi fatto credere che solo contribuendo al successo della campagna elettorale e con l’affermazione della sua parte politica e della sua candidatura, avrebbe potuto sistemarmi da qualche parte. Bene da li a poco tempo la sua parte politica vinse le elezioni e lui fu ampiamente premiato con una bella poltrona ma quando io tornai da lui per svariate volte per ricordagli che avevo dato il mio contributo per la loro vittoria e per la sua affermazione non fece altro che rimandare e trovare svariate scuse. Ci fu infine una discussione molto accesa e nella sua esaltazione questo personaggio non contento di avermi preso per i fondelli mi disse anche che avrebbe fatto di tutto per non farmi più lavorare a Molfetta fino a quando ci sarebbero stati loro. Ci lasciammo così, con umiliazione, delusione e schifo anche di me perché avevo perso la mia dignità di persona e tradito i miei ideali politici. Non avendo ancora un lavoro la mia unica speranza di salvare me e la mia famiglia era costituita dall’andare via a cercare lavoro all’estero e così feci. Lì ho trovato lavoro ma ultimamente sono stato costretto a tornare qui con la mia famiglia per via di alcuni problemi di salute che hanno toccato altri miei familiari, costringendomi a licenziarmi per seguire la situazione qui, da vicino. Ora sono qui quindi, ho letto proprio su Quindici, che c’è la possibilità di lavorare come vigile urbano al comune, quindi ho visto che ho tutti i requisiti per poter vincere il concorso ma in questo ultimo periodo ho anche avuto modo di seguire la vicenda dei dirigenti a Molfetta e scoprire che alcuni di loro sono stati prima politici e poco tempo dopo sono stati nominati dirigenti. Ora qualcuno mi ha detto che c’è la possibilità che durante gli esami per il concorso io debba ritrovarmi ad essere esaminato da questi personaggi politicizzati e siccome non voglio avere più nulla a che fare con questa gente, mi chiedo se nella mia prova sarà garantita la completa imparzialità nei miei confronti visto che la politica sarà ampiamente presente anche durante le selezioni. Quando ci penso vengo colto da crisi di ansia e panico pensando che posso ritrovare lì queste persone e quelle parole mi riecheggiano nella mente e nonostante la mia convinzione di superarlo questo concorso sono indeciso se parteciparvi o meno. Lo so ho sbagliato, ho cercato di essere avvantaggiato rispetto agli altri per trovare un lavoro, ma ero e sono disperato, l’ho fatto per la mia famiglia e me ne sono pentito aspramente, ma sono sicuro che non mi comporterò mai più così. Al momento sono disperato e non so più cosa fare o credere.