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Lettera aperta a Don Salvatore Pappagallo
15 luglio 2011

Carissimo Don Salvatore, N e l giorno del Tuo ottantesimo compleanno, avrei voluto dirti tante cose, ma Tu come al solito non mi hai dato la possibilità:te ne sei andato in silenzio, come silenzioso era il Tuo carattere (almeno in casa). Certamente Ti avrei ricordato quel vincolo aff ettivo e di amicizia che ha legato e che lega tutt’ora il sottoscritto con la Tua famiglia: la fraterna amicizia con Mauro, del quale sono stato testimone di nozze, la stima e l’amore fraterno con Pasqua, vera “PATER FAMILIAS”, l’aff etto di tua madre, donna dolcissima, la stima di Norina già sposata con D’Agostino, il bene velato di tuo padre, che ho assistito fi no alla morte: Tu ed Enzo eravate delle meteore: ci si incontrava poco. La frequentazione di casa Tua, mi ha fatto amare sempre di più la musica, che già amavo: ascoltavo Mauro studente del Conservatorio “N.Piccinni” di Bari, mentre era impegnato nello studio della Viola e del Pianoforte, e poi dell’Organo, che è diventato il suo strumento preferito; ed ascoltavo anche Te, mentre componevi (ciò mi ha permesso, a soli 16 anni, di cantare da tenore solista nella prima esecuzione assoluta della Tua “Lauda della Natività”, eseguita nella Cattedrale di Molfetta il 1 febbraio 1964) (tre giorni prima moriva in un incidente stradale il baritono molfettese Giovanni Picca, che avrebbe cantato nella stessa Lauda). Anche se i nostri “gusti” musicali erano diversi, non Ti ho mai abbandonato, fi no a quando la mia professione di medico me l’ha consentito, nel raggiungimento dei Tuoi scopi e dei Tuoi sogni (realizzazione a Molfetta della sezione staccata del Conservatorio “NPiccinni” di Bari). La Tua caparbietà Ti ha reso inviso ad alcuni (ancora quel prete: toglietemelo davanti ai c….). Ma Tu soff rendo dentro, tornavi sul campo di battaglia per il raggiungimento dei tuoi progetti: la bellissima realizzazione della Scuola di Musica in piazza delle Erbe. Tanti sono stati gli aggettivi spesi per qualifi care il Tuo carattere: generoso, altruista, anticonformista, confusionario, egocentrico, estroverso, impulsivo, ingenuo, intelligente, introverso, pasticcione, scontroso, burbero. Ma quando, una persona, anche lui defunta, in casa mio Ti chiamò lestofante, lo cacciai e non lo presi a pedate, perché era anziano. Alla musica e a Molfetta hai dato moltissimo: la tua generosità Ti ha portato alla fame: per la musica hai ipotecato la casa e lo stipendio del Conservatorio: mangiavi dai proventi delle messe che celebravi. Ti ho seguito da Casa Magarelli alla POA, da Federico Campanella a via Sergio Pansini, fi no a Piazza delle Erbe, dove fi nalmente grazie alla generosità dell’allora sindaco Finocchiaro e alla Tua testardaggine, avevi realizzato il sogno di una sede per la Tua scuola di musica. Finalmente avevi una sede degna. Abbiamo trascorso dei bellissimi momenti: tantissimi sono i ricordi. Grazie a Te ho conosciuto maestri illustri della musica: il maestro Bartolucci che, solo noi due, andammo a trovare a Sant’Andrea della Valle a Roma; il maestro Rota (Don Salvatore hai trovato il tenore per la tua Lauda); il maestro Gervasio (Don Salvatore, Capurso è l’intonazione vivente); il maestro Bertola (Capurso hai una grande voce, ma non sei diplomato. Non Ti dispiacere se a Loreto nella Petite Messe canta Magarelli). Un ultimo ricordo: grazie a Te e ai maestri del Conservatorio di Bari, ho cantato i Misterium Catholicum di N.Rota a Roma. Dopo la splendida esecuzione, si avvicinò una persona per congratularsi, e dopo essersi presentato sapendo che ero medico e direttore di clinica disse testualmente: renderai conto a Dio, Ti ha fatto dono di una grande voce che non hai messo a frutto (era il maestro Morriconi). Non basterebbero i fogli di questo mensile che gentilmente mi ha ospitato, per tanti altri episodi, belli e brutti, piccoli e grandi, che ci riguardano: un’ultima cosa vorrei gridarti: Ti perdono per non avermi citato nel libro del trentennale della scuola di musica: da chi sei stato consigliato? Come al solito Ti sei sempre circondato di cattivi consiglieri. Sperando di incontrarti nell’Aldilà, seduto al pianoforte ad accompagnarmi in una romanza d’opera. Con stima e fraterna amicizia ti saluto Damiano

Autore: Damiano Capurso
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