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Legambiente Molfetta sulle strisce blu: a quando la rivoluzione dei mezzi pubblici?
04 febbraio 2009

MOLFETTA - Alcuni giorni fa l'Amministrazione Comunale ha presentato la “Rivoluzione dei parcheggi” ovvero l'aumento delle “strisce blu” a pagamento, come la nuova rivoluzione del traffico in centro. «Una “Rivoluzione” che meriterebbe una città come Molfetta, cresciuta a dismisura in questi ultimi anni in quanto a superfici edificate, dovrebbe essere altra: a fronte di un quasi raddoppio della estensione delle zone abitate con le nuove aree di espansione edilizia e la gigantesca trasformazione portata avanti nelle aree industriali e commerciali dovrebbe portare una pubblica amministrazione a ben altre rivoluzioni per consentire a tutti i cittadini di spostarsi per lavoro o per il tempo libero con strategie e mezzi di trasporto meno inquinanti, più economici e, allo stesso tempo, più efficienti» - a prendere posizione è la sezione Legambiente di Molfetta che ricorda come in città circolino 30.000 auto ovvero 1 ogni 2 abitanti. I mezzi pubblici, le cosiddette “Circolari” hanno tragitti e percorrenze impostate come 20 anni fa con tempi di percorrenza di circa 45 minuti; le nuove aree di espansione sono isolate dai mezzi pubblici e arrivare in centro lo si può soltanto con auto o moto private. Le conseguenze sono quelle di cercare parcheggio ed aumentare così i già alti livelli di inquinamento e di rumore, oltre che di stress per chi, nonostante le “strisce blu”, è comunque costretto a giri ripetitivi nella quasi sempre vana speranza di trovare un “buco” adatto alle dimensioni del proprio veicolo. «Consigliamo ai nostri amministratori - dice ancora Legambiente - una gita a Bari dove il sistema di “Park & Ride” sta funzionando perché risponde ai bisogni dei cittadini che lasciano ben volentieri l'auto per raggiungere con i mezzi pubblici gli uffici o i negozi del centro. Apprezziamo il coraggio di aver tentato l'estate scorsa un mini-esperimento relegato alla sola fascia lungo la costa, ma sarebbe il caso, ora, di ripensarlo adeguatamente proprio per servire le nuove aree di espansione edilizia e produttiva. Inoltre, in questi primi giorni di riapertura al pubblico del Pulo, ci siamo accorti che per un turista o per un gruppo di turisti che provengano in treno o in bus non esistono mezzi che possano condurli a quel sito; altrettanto impossibile è raggiungere il Pulo in bicicletta a causa di folti gruppi di cani randagi che impediscono l'arrivo in bici nella zona. Andare, poi, in bicicletta a Molfetta è ancora un sogno! Avremmo bisogno di piste ciclabili in sicurezza e di rastrelliere presso giardini pubblici o scuole, mentre quelle che già c'erano alla Stazione e presso il Comando di Polizia Municipale, si è pensato bene di rimuoverle! Consigliamo ai nostri amministratori una gita a Trani, a Modugno o a Terlizzi dove invece si pensa in concreto a realizzare itinerari in bicicletta. Loro forse hanno capito che la bici non è uno strumento ginnico bensì un mezzo di trasporto adeguato in città di media grandezza come la nostra. Attendiamo -. conclude Lagambiente - risposte nuove per vecchi problemi. Attendiamo e siamo pronti a Rivoluzioni vere!».
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La qualità della vita nella nostra Città! Come la vogliamo classificare? Cerchiamo di fare una rapida analisi. - Le auto circolanti: in un mio intervento avevo quantificato, "spannometricamente", un'auto a cranio. Mi sbagliavo per eccesso, la densità sembra essere un'auto ogni due crani (ivi compresi i lattanti e gli ultrasettantenni: quindi la mia stima, riferita alla popolazione... "operativa"... non era poi molto lontana dalla realtà). Ma il problema non è tanto della quantità, ma sopratutto della qualità. A mio avviso, il parco è vecchio mediamente di otto-dieci anni, con punte di auto di venti è più anni, con tutto quel che consegue in termini di inquinamento. Ovviamente non si pretende che l'Amministrazione istituisca una specie di "rottamazione" per i veicoli più vecchi, ma almeno, che si CONTROLLI di più che le auto diciamo così "vintage", siano almeno in regola con revisioni, tasse di proprietà, assicurazione ecc. - I mezzi pubblici: vi sono credo sei veicoli dei quali quattro, a rotazione, in servizio. Alcuni dei quali forse inquinano come dieci auto del tipo descritto, specie quando ripartono dopo la fermata (e di fermate ne fanno!). Per non parlare di alcuni mezzi per la raccolta dei rifiuti urbani. E' paradossale che un'azienda dedicata alle operazioni ecologiche sia così poco sensibile e contribuisca, in modo determinante, all'anti ecologia. - Le piste per le bici: (basta anche andare a Bisceglie e credo anche a Giovinazzo dove sono state istituite e ben delineate, e probabilmente anche ben "sorvegliate"). Anni fa, "regnava" il tanto vituperato G. Minervini, furono istituite anche da noi, con sommo gaudio anche da parte del sottoscritto che non disdegna una pedalata, di tanto in tanto - a rischio dell'incolumità personale, per l'arroganza dell'automobilista che suona perché DEVE sorpassarmi a tutti i costi, anche dove è poco indicato: io dovrei, con la bici, sparire o fermarmi o farmi travolgere perché DEVE passare. Buco nell'acqua! Al lungomare, in particolare, dove è decisamente piacevole pedalare, le piste sono diventate virtualmente delle zone di sosta per le auto dei frequentatori dei locali o per coloro che praticano la pesca e/o vanno a paseggiare o a sedere sul parapetto sul mare. Una volta, agli inizi, mi permisi di far osservare ad una persona che quella striscia delimitata avrebbe dovuto essere lasciata libera per far pedalare, anche qualche bambino, oltre ai soliti ciclisti (era, ricordo, una persona apparentemente "civile", con adeguata compagna: ...c'è tanto spazio (sulla strada), vieni ad insultare me?....). L'Amministrazione, per bocca di diversi Assessori parla di "rifare il trucco alla Città". QUANTO SI POTREBBE EQUIVOCARE SU QUESTA AFFERMAZIONE!!!!!!!


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