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Legambiente Molfetta: gli “errori sistematici” dell'UTC Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della associazione ambientalista
20 ottobre 2008

MOLFETTA - Così come era già accaduto per l'albergo che l'Ufficio Tecnico Comunale pretendeva di autorizzare nell'area protetta di Torre Calderina, anche i due distributori di benzina, che dovrebbero essere costruiti a ridosso della costa uno a Levante e l'altro a Ponente, ricadono in una porzione di territorio che viene erroneamente definito nelle Autorizzazioni paesaggistiche “ambito esteso” mentre si tratta invece di “ambito distinto”. La differenza è sostanziale: per un “ambito distinto” infatti le Autorizzazioni a costruire, che sono l'inevitabile conseguenza di quei primi atti, non avrebbero potuto essere rilasciate. In un ambito “distinto” infatti, come la giurisprudenza concorda, sono ammissibili solo opere migliorative in senso paesaggistico e sembra assai arduo voler sostenere che un distributore di carburante posto di fronte al mare possa apportare un qualche miglioramento al godimento del paesaggio. Né possono valere criteri di inderogabile necessità visto che non distanti esistono numerosi distributori in grado di soddisfare abbondan-temente le necessità degli automobilisti, senza dire che quella razionalizzazione della rete di distribuzione invocata da più parti al fine di contenere il prezzo dei carburanti deve tendere semmai a una riduzione delle pompe e non al contrario. Che cosa induca l'UTC a compiere in maniera sistematica lo stesso errore è cosa su cui non intendiamo a-vanzare ipotesi – anche se è certo singolare che dell'intervento in prossimità della litoranea verso Giovinazzo si dica al tempo stesso che ricade in un “ambito esteso” e in un'“area annessa” quando quest'ultima (la fascia “annessa” al perimetro, verso l'entroterra, della zona litoranea) è per definizione un “ambito distinto”– ma intendiamo piuttosto porre alcuni interrogativi ai quali ci terremmo molto ad avere risposte dagli amministra-tori e dai dirigenti comunali: non credono costoro che gli strumenti urbanistici servano a garantire certezza di cosa si possa e cosa non si possa fare? Non credono altresì che il Piano regolatore serva oltre che a far co-struire volumetrie anche a tutelare pezzi di territorio meritevoli di essere conservati nell'interesse della co-munità? Non credono infine che il territorio comunale sia stato in questi ultimi anni fatto oggetto di tali e tan-ti attacchi – al punto da vedere praticamente sparito l'agro come ben sanno i tecnici che si stanno occupando del piano relativo – che non è proprio il caso di commettere errori così marchiani? Il Circolo di Molfetta di Legambiente spera vivamente che queste domande possano ottenere celeri e attente risposte anche in forma di atti in autotutela, ma intende al contempo esplorare tutte le vie giu-diziarie per evitare che si compia quest'ennesimo e soprattutto inutile scempio ai danni del così già tanto martoriato territorio comunale. Il presidente del Circolo di Molfetta di Legambiente Giovanna Grillo
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