Legambiente interviene sulla sentenza del Consiglio di Stato
MOLFETTA 20.04.2006
Il Circolo molfettese di Legambiente prende posizione sulla sentenza del Consiglio di Stato in merito alla costruzione di un albergo nei pressi di Torre Calderina, diramando il seguente comunicato stampa, firmato dal presidente, Vanna Grillo:
“È di ieri la notizia che il Consiglio di Stato ha dato torto a Legambiente, rovesciando la sentenza del TAR Puglia in merito alla questione dell'albergo che la ditta HoRiBa voleva costruire in prossimità di Torre Calderina.
Il Consiglio di Stato non si è espresso sulle ragioni per cui secondo Legambiente (e secondo il TAR Puglia) lì l'albergo non si poteva costruire. Ha semplicemente affermato che il Comitato regionale di Legambiente non aveva titolo a presentare il ricorso, contraddicendo solo su questo punto la
sentenza del TAR.
Tanto basterà alla ditta per avviare i lavori e sarà questo in tutta probabilità il primo passo per l'assalto all'area protetta: già un prossimo albergo sta per essere costruito nell'oasi, questa volta nel territorio di Bisceglie.
Siamo di fronte a una situazione che sembrerebbe paradossale, se non fosse che in realtà si muove invece nel solco di una dottrina che vuole sempre più lo Stato arbitro di contese individuali (fra persone fisiche o giuridiche) piuttosto che tutore degli interessi di tutti. In questa prospettiva, nella
quale gli interessi collettivi appaiono sempre più sfumati e impalpabili, diviene "normale" limitare il numero dei soggetti che possano dirsi portatori di tali interessi.
Ma vediamo un po' che cosa significa questo in prospettiva: l'acqua, le coste, l'aria stessa, il paesaggio o saranno difesi a livello politico o sempre meno potranno essere difesi sul piano giuridico.
Nella fattispecie abbiamo assistito al triste spettacolo del Comune di Molfetta e della Regione Puglia che, del tutto indifferenti alle motivazioni del TAR, hanno deciso addirittura di costituirsi in giudizio in sostegno di HoRiBa: i nostri amministratori hanno scelto di spendere soldi
(e non pochi) di tutti i molfettesi e di tutti i pugliesi per difendere un atto che nella sostanza è e resterà sbagliato, contrario alle leggi e ai regolamenti esistenti, nonché all'interesse degli stessi cittadini, com'è stato ampiamente e puntualmente esplicitato nella sentenza del TAR.
Se insomma si può anche comprendere come per tutelare i propri atti il Comune e la Regione abbiano deciso di difendersi di fronte al TAR, è stata cosa politicamente indecente quella di difendere quegli atti, la cui contrarietà agli interessi della cittadinanza è stata definitivamente
accertata, appellandosi a questioni puramente formali.
Questa triste pagina mette a nudo anche un altro paradosso: con questa scelta il Comune di Molfetta e la Regione Puglia accentuano ancora di più quella intollerabile sproporzione che già esiste a tutto vantaggio di chi difende gli interessi privati contro chi difende quelli collettivi. A fianco
di un imprenditore che affronta il giudizio come fosse un investimento da cui attendersi utili, si sono schierati amministratori, senza rischiare certo soldi propri. Dall'altra parte, a difendere una civiltà giuridica che vuole il paesaggio e il territorio patrimonio di tutti i cittadini, solo
associazionismo, volontariato e autotassazione”.