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Legambiente attacca l’amministrazione comunale di Molfetta sul rischio idrogeologico dei nuovi insediamenti produttivi Il Comune e la sindrome del Dottor Stranamore. Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare “I Canaloni”
L'allagamento di qualche anno fa a Lama Cascione
15 ottobre 2019

 MOLFETTA – Pesante attacco di Legambiente all’amministrazione comunale di Molfetta: «Ancora una volta, il Comune di Molfetta ed il Consorzio ASI, nonostante tutti i dubbi espressi dal Comitato V.I.A. della Regione Puglia, dall’Autorità di Bacino e dall’ A.R.P.A., anche nelle integrazioni ai loro pareri, hanno confermato la volontà di risolvere il problema delle inondazioni nella Zona Industriale, realizzando due canali enormi che attraverseranno territorio agricolo di pregio e sfoceranno uno a cala San Giacomo e l’altro in territorio del Comune di Bisceglie.

Questi canali muteranno per sempre lo scenario ambientale e paesaggistico delle lame, la cui unica “colpa” è quella di trovarsi nella Zona Industriale di Molfetta, inopinatamente, edificata in un’area ad alto rischio idrogeologico e non adatta agli insediamenti produttivi.

Non contenta, questa Amministrazione ha dato mandato all’Ufficio tecnico per la realizzazione del nuovo piano degli insediamenti produttivi (PIP4) che utilizzerà la parte di territorio a est della zona industriale, anch’essa ad altissimo rischio idrogeologico. L’aspetto paradossale di tutta questa vicenda sta nella piena consapevolezza del Comune e dell’ASI dei danni fatti dalle precedenti pianificazioni, ma, evidentemente, l’incapacità d’immaginare uno sviluppo che non sia dannoso per l’ambiente è alieno da questa classe dirigente.

Anche i progettisti incaricati da entrambi gli enti, nelle loro integrazioni hanno proposto alternative all’attuale progetto di mitigazione, salvo abbandonarle, considerandole o troppo costose o irrealizzabili a causa delle trasformazioni subite dal territorio.

 Tra queste, ci sembra interessante la proposta di recuperare l’alveo naturale delle lame, intervenendo il meno possibile con canali artificiali o deviazioni, ma indirizzando il deflusso delle acque piovane, riutilizzando i collettori naturali quali sono le nostre “vilipese” lame.

Ci auguriamo che la commissione V.I.A. della Regione Puglia pienamente consapevole dei danni fatti dalle precedenti pianificazioni delle aree produttive di Molfetta e di quelli che farà la soluzione scelta dal nostro Comune e dal Consorzio ASI, esprima parere negativo a questo progetto, in maniera tale da costringere gli attori a mettere in campo altre proposte meno impattanti e rispettose dello scenario ambientale del nostro territorio.

Riteniamo che gli enti sovraordinati rappresentino oggi l’ultimo argine ad una politica che a parole parla di svolta verde, partecipando al Global Strike tenutosi a Molfetta, ma nei fatti persegue logiche novecentesche votate all’ aggressione ed estrazione violenta di valore dal nostro territorio.

Il presidente del circolo Legambiente di Molfetta “Giovanna Grillo”, Marco Di Stefano».

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