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“LE DONNE” di CORRADO MACRÌ
15 novembre 2005

Lo “Spazio Comunale Aperto all'Arte” ospita un omaggio al 'mistero senza fine bello' per eccellenza, la natura femminile. “Le donne” costituiscono uno dei filoni più consistenti della produzione di Corrado Macrì, artista molfettese, a lungo operante in Piemonte. Produzione che si muove tra pittura e scultura, con fonti di ispirazione anche paesistiche, floreali e una vena, per così dire, 'gentiliniana' a ritrarre clown e maschere. Un'ispirazione che attinge a scampoli di vita quotidiana, quando volti veduti casualmente in strada, o scorti tra la folla convenuta per le corse di cavalli all'ippodromo di Vinovo, si imprimono nella memoria e vengono riprodotti non dal vivo, ma in un atto di anamnesi, che si ripropone l'immediata intelligibilità come fine primario, ma non tende al realismo. Nascono così figure femminili abbozzate nelle più svariate tipologie di legno (melo, nocciolo, olmo, spina di Cristo); fantasie totemiche di maternità accanto a gruppi familiari, ricavati lavorando il materiale a suggerire chiome o a evocare il senso di emanazione di piccole creature dal grembo che le ha generate. Una sperimentazione sui materiali che si traduce nella 'paradisea' (poi geminata) realizzata con cristalli e pietre dure o nell'uso dei colori scandinavi nella produzione della ceramica. Ceramica che insiste sulla maternità della Vergine, assunta a emblema di compiuta espressione di una femminilità delineata nei dipinti con poche pennellate, a schiudere ampi spazi all'immaginazione. Monili, cappelli a tesa larga, fiori tra i capelli, sui seni, in assenza di dettagli sullo sfondo a stornare l'attenzione dalla figura umana, su cui si sofferma l'occhio dell'artista. Creole che ammiccano a certe martinicane di Gauguin senza serbarne l'aria imbronciata, matrone dai contorni punteggiati (o diafani) sin quasi a sfaldarsi o belles dames sans merci, dal biancore che rimanda a una particolare tipologia del femminino cortese o al 'color d'amore' dello stilnovo. Donne colte in attimi di pensosità. Maestose o fragili o esuberanti e frivole. O tutto questo insieme. Come nella realtà. E come nella fantasia di chi ne ammira l'eleganza. Gianni Antonio Palumbo
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