Le donne del vino alla Fidapa per il maggio molfettese
Per il Maggio Molfettese 2015, la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari (FIDAPA), ha scelto di puntare sui Tesori di Puglia, tesori come la delegazione pugliese dell’Associazione nazionale “Le Donne del Vino”. L’associazione nasce in Toscana nel 1988 per merito della produttrice Elisabetta Tognana e conta oggi ben 650 associate, rappresentanti tutte le categorie della filiera vitivinicola. Essa oltre ad essere uno dei sodalizi più vivaci e attivi nello scenario enogastronomico è un esempio unico al mondo dell’imprenditoria femminile. A spingere verso questo meraviglioso sodalizio la presa di coscienza delle capacità imprenditoriali di donne che da sempre lavorano in aziende vitivinicole, restando in ombra. Inoltre l’associazione accoglie quelle donne che sono entrate da protagoniste in settori confinanti: enoteche e ristorazione. Per queste ragioni il vino al femminile diventa un prodotto di qualità, da gustare in modo consapevole. Angela Alessandrini, presidente FIDAPA, nella Sala dei Templari, ha promosso l’incontro dal titolo I colori, i profumi e i sapori dei vini di Puglia. La dott.ssa Betty Mezzina, moderatrice della serata, sommelier e relatrice AIS Bari, spiega che l’Italia, insieme a Francia e Spagna, è la terra del vino. In passato l’Italia era nota per la quantità di vino prodotta, mentre oggi punta soprattutto sulla qualità. La grande forza della Puglia è invece la varietà e si pone nel panorama nazionale proprio grazie al fatto che non c’è territorio, nella nostra regione, che non abbia una sua identità vinicola. Sabrina Soloperto, delle Cantine Soloperto e delegata regionale dell’Associazione “Donne del Vino”, è una figlia d’arte, suo padre ha firmato il primo Primitivo di Manduria. “Quello di Manduria è uno dei vitigni principi per la Puglia, un vino passionale e appassionato, forte e con una struttura importante: è avvolgente, appaga e coinvolge tutti i sensi. Racchiude tutto ciò che è Puglia”. Anna Gennari, del Consorzio Produttori Vini, è anche lei legata al Primitivo di Manduria. Occupandosi della comunicazione e delle pubbliche relazioni, vive ogni giorno l’incontro con i coltivatori che entrano in cantina e nel punto vendita con grande orgoglio. Le cantine si stanno aprendo sempre più agli eno-turisti, non solo italiani, ma sempre più stranieri che degustano il vino assieme ai prodotti caratteristici. Anche Sonia Imperatore, agronoma della Vinicola Imperatore, lavora con il Primitivo di Gioia, meno conosciuto del Manduria, ma che si distingue per una acidità e un’attitudine differente. L’altro vino pugliese per eccellenza è il Negroamaro. Renata Garofano, di Vigneti e Cantine di Severino Garofano (celebre enologo Pugliese), è anche lei figlia d’arte. Nata, come suo fratello, tra i profumi del mosto in fermentazione, è ormai un legame affettivo quello che la lega al vino: il Negroamaro ha una struttura e un carattere molto forte e riesce ad esprimersi sia nel rosso che nel rosato. Roberta D’Arpa delle Cantine Paololeo, donna del vino per amore di suo marito, viticoltore, si è innamorata di questo mondo. L’alto Salento, dove sorge l’azienda, è terra di Negroamaro e di Salice Salentino. Il loro vino col tempo è diventato sempre più morbido al palato. La Puglia continua ad essere un vitigno di rossi, ma abbiamo tre zone per la coltura dei vitigni a bacca bianca: Gravina, la Valle d’Itria e San Severo. In queste zone vi è infatti una importante escursione termica, con giornate calde e sere fresche, necessaria per lo sviluppo della bacca bianca. Marianna Cardone, della Cardone Vini Classici, appartiene alla terza generazione della sua azienda familiare, costruita sui vini Verdeca e Bianco di Alessano. “Il nostro vino ha una mineralità meravigliosa ed è nei bianchi che si opera il lavoro maggiore. Ci piacciono i vini da desiderare”. Si occupa personalmente dei wine-tour. Alessandra Leone, della Tenuta Ripa Alta, è una produttrice del Nero di Troia, una bacca che arriva tardi a maturazione, necessita di molti anni di affinamento perché il vino possa essere gustato al massimo e va apprezzato dopo una stagionatura in legno. “Per quanto ci riguarda lasciamo che il vino si esprima nella sua interezza”. Infine, Angela Derobertis, mamma di Marianna Cardone e presidente Arpuh di Locorotondo, ha parlato dell’impegno che dal 1981 la vede in prima linea: la sfida per una partecipazione attiva alla costruzione di una società civile basata su una migliore qualità della vita delle persone portatrici di disabilità, impegnandole in numerosi progetti che le facciano sentire protagoniste. L’aiuto tra le persone con o senza disabilità è la regola dell’Arpuh. La serata è proseguita con la degustazione dei vini e il saluto del giornalista e presidente dell’AGAP, Associazione Giornalisti Agroalimentare Puglia, Michele Peragine.