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Le confusioni e le tentazioni di “Italia futura” (lista Monti) nella posizione politica a Molfetta Appoggio al candidato berlusconiano Camporeale, ma sponda anche nel centrosinistra. I giochi politici delle candidature
14 gennaio 2013

MOLFETTA – Questa campagna elettorale a Molfetta si caratterizza all’insegna della confusione, soprattutto da parte di chi si presenta come nuovo e come alternativo.
Stiamo parlando di “Italia futura”, formazione politica promossa da Luca di Montezemolo che ha la confusione da prima repubblica al suo interno e la trasferisce anche all’esterno di un partito che rivendica chiarezza indicando come premier il presidente del Consiglio Mario Monti che, dalla sua “salita” in politica sta deludendo molti cittadini che avevano apprezzato la sua linea di governo, anche se dura e ricca di sacrifici necessari a tirar fuori l’Italia dalla crisi.
Analizziamo la situazione di ambiguità, il classico “due piedi in una scarpa” che caratterizza il partito a Molfetta. Pur di raccattare voti la “Scelta civica con Monti” non esita a giocare su due tavoli: il centrodestra e il centrosinistra.
Infatti il partito di Montezemolo-Monti sembrava avere come referente un uomo del centrodestra, quel Mariano Caputo, ex assessore della giunta berlusconiana del sen. Antonio Azzollini. E come tale appoggiava il candidato sindaco del centrodestra, il clone dell’ex sindaco Nicola Camporeale, detto Ninnì, che da presidente del consiglio comunale aveva ben servito le posizioni del senatore e che, nel fotomontaggio che gira su Facebook, viene rappresentato con una dissolvenza a due volti, il suo e quello di Azzollini, proprio a simboleggiare questa eredità politica.
Dopo essere stato lasciato all’angolo in più occasioni nelle quali Azzollini gli ha preferito altri fedelissimi, quelli del “cerchio magico della Nutella” (copyright di “Quindici”) come il consigliere regionale Antonio Camporeale (il nemico delle donne, con la frase: “La politica è un mestiere per maschi” che gli ha procurato l’odio dell’altra metà del cielo), ora il buon Ninnì che già aspirava a fare il sindaco nella passata consiliatura, ha avuto la sua investitura ufficiale. Ma deve cercarsi gli alleati e, con la fuga dal Pdl dei classici topi prima che la nave affondi, deve raccattare quel che può. Ecco la scelta di coinvolgere “Italia futura” che non ha esitato a indicare come referente Mariano Caputo e a concedere il proprio simbolo a Camporeale.
Nel frattempo a livello regionale ci sono state altre evoluzioni: Salvatore Matarrese indicato come capolista alla Camera per l’area Montezemolo ha invitato Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare, politici di lungo corso che recentemente si erano schierati con la lista del sindaco di Bari Michele Emiliano a transitare con Monti, e nasce da qui la candidatura di Annalisa Altomare al terzo posto nella lista della Camera dopo lo stesso Matarrese e Gaetano Piepoli, docente di Giurisprudenza ll’Università di Bari.
Così a Molfetta si ritrovano due referenti della lista di Montezemolo, uno il Caputo che, anche con il beneplacito di Claudio Pannoli (braccio destro del sen. Nicola Rossi ex Pd) cerca di portare Montezemolo a destra con Azzollini (non dimentichiamo il tentativo dello stesso ex sindaco di Molfetta di passare con l’uomo della Ferrari, richiesta respinta) e l’altro il Di Gioia che vuole indirizzare le preferenze dell’area montezemoliana verso il centrosinistra.
In tutta questa confusione, nel gioco della formazione delle liste c’è il sen. Nicola Rossi che compare e scompare, ma che alla fine, in questo gioco del c’è e non c’è, brucia, in pratica, la possibile candidatura di Annalisa Altomare. Infatti Rossi prima dato per non candidato, aveva reso possibile l’inserimento al terzo posto della lista della ex sindaco di Molfetta, già direttrice sanitaria dell’Ospedale di Molfetta e oggi direttrice di alcune cliniche private baresi. Poi nei giochi romani del partito di Monti che si sta rivelando molto meno trasparente e nuovo del previsto, il sen. Rossi è ritornato in sella con l’inserimento come capolista al Senato. Questo ha comportato la richiesta da parte degli altri alleati di un posto sicuro in lista per uno di loro, l’ex Pdl Leonardo Di Gioia, consigliere regionale foggiano, che andava premiato per l’abbandono di Berlusconi.
Così Di Gioia (non Lillino, ma Leonardo) fa fuori Annalisa e conquista il terzo posto in lista, che, secondo le previsioni, nel balordo sistema del Porcellum, gli garantirebbe l’ingresso sicuro alla Camera. Così la candidatura dell’Altomare è durata solo 24 ore, ipotesi, tra l’altro, smentita dalla stessa Annalisa, che ha dichiarato di non aver sottoscritto alcuna candidatura, ma solo di aver ricevuto una richiesta di disponibilità.
Poi, nuova svolta nel partito di Montezemolo: scompare di nuovo il candidato Rossi e al suo posto come capolista arriva l’imprenditrice barese  Angela D’Onghia.
A Molfetta, intanto, si cerca di capire cosa accadrà: resterà Mariano Caputo il referente di “Italia futura”? Lillino Di Gioia, dopo lo sgarbo della bocciatura di Annalisa lascerà Matarrese e quindi Montezemolo e tornerà con Emiliano?
Come si vede la confusione è grande in casa Monti, ma il premier uscente è al corrente dei pasticci che si combinano in periferia? Li condivide? Nelle prossime ore si capirà, si spera, se Monti appoggia Azzollini-Berlusconi sostenendo la candidatura Camporeale, oppure il centrosinistra.
Intanto Antonio Azzollini, dimessosi da sindaco, lotta ancora per ottenere la candidatura: dovrà vedersela con Donato Bruno e Antonio Leone anche loro ex parlamentari che hanno superato le 3 legislature e quindi a rischio. Poi c’è anche il sen. Francesco Amoruso di Bisceglie che pretende anch’egli il posto in lista. Insomma, la strada è tutta in salita. Azzollini teme, infatti, che la mancata candidatura faccia fuggire tutti i suoi, come sta già avvenendo, in altre liste.
Nel centrosinistra si attende il candidato sindaco della società civile, con una novità importante, mentre all’interno della lista di Antonio Ingroia, sostenuta da Rifondazione comunista, appare il solito terzo incomodo indesiderato, quel personaggio in contraddizione con se stesso, ondivago fra partiti e movimenti che cerca solo una sedia in consiglio comunale passando da Libera a Grillo ed ora ad Ingroia. L’uomo che non unisce, ma divide non è gradito a chi vuole rappresentare una novità e non vuole figure usurate dalla politica che procurerebbero scarsa credibilità alla lista del magistrato.
Insomma, carne a cuocere ce n’è tanta, “Quindici” vi aggiornerà, come sempre nelle prossime ore, mantenendo aperto il dibattito politico sul voto delle politiche di febbraio e su quello delle amministrative di maggio.
Politicus
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