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Le Asi passano dalla Regione ai Comuni Come verranno trasferite competenze, funzioni, personale e politica industriale del territorio
15 aprile 2003

E' stata definita dal governo regionale “l'ennesimo risultato sulla strada delle riforme” la legge n°2 del 31.01.03 che sancisce la fine dell'esperienza delle zone Asi pugliesi. Funzioni e competenze esercitate finora dai vari Consorzi Asi passeranno ai Comuni che in forma singola o associata provvederanno a gestire e attrezzare le varie aree industriali. Alla Regione spetterà delimitare le aree, definire i criteri di gestione unitaria delle infrastrutture e l'attività di promozione e sostegno alle imprese attraverso la controllata Finpuglia. Nate negli anni Sessanta con l'obiettivo di favorire lo sviluppo e gli insediamenti nelle zone a scarsa vocazione industriale, le 250 Asi, cinque in Puglia, non hanno mai incontrato il favore degli industriali i quali hanno già detto che non rimpiangeranno la loro liquidazione. In 40 anni le Asi e i Consorzi di gestione si sono rivelati dei carrozzoni burocratici ad appannaggio dei politicanti di turno. Tutte le finalità istitutive sono rimaste sulla carta e l'unico compito che hanno svolto è stato quello dell'individuazione delle aree, degli espropri e dell'assegnazione dei lotti. Purtroppo quasi sempre, anzi senza sempre, al di fuori di un minimo di programmazione infrastrutturale generale. Compiti che avrebbero potuto svolgere i Comuni con un buon Piano regolatore e dei finanziamenti, senza inventare i Consorzi Asi che alla fine hanno bevuto risorse e prodotto poco, in termini di politica industriale e sostegno al tessuto produttivo. Inevitabilmente si sono create situazioni debitori e non più sostenibili. Il presidente della regione Fitto all'indomani del suo insediamento commissariò una serie di enti tra cui i Consorzi Asi, in attesa di riformare tutta la materia. A Fitto si opposero alcuni amministratori del Consorzio Asi di Bari contestando sia il metodo che il merito, rivendicando bilanci in attivo. La querelle si spostò nelle aule dei tribunali amministrativi a vari livelli con esiti alterni. Ora con la nuova legge si cambia pagina, almeno a livello di principi. E' facile definire le funzioni che passeranno ai Comuni: servizi informativi agli operatori in Italia e all'estero, programmi di sviluppo territoriale e settoriale, ricerca tecnologica e sperimentazione, acquisizione e progettazione di aree, vendita e concessione di lotti attrezzati. Non si capisce per quale magia ciò che la Regione, con le sue strutture e personale, non è riuscita a fare in 40 anni, lo dovrebbero fare i Comuni. Questi alla fine i Comuni faranno ciò che fanno ora per le zone artigianali: acquisizione di aree, urbanizzazioni e vendita dei suoli. E non è detto che ciò possa avvenire, perché nell'art. 9 si legge che la Giunta potrà, attraverso i Commissari liquidatori, sopprime i consorzi. Nulla di strano, perciò, se la Regione sopprimerà le Asi fortemente indebitate e continuerà a controllare quelle che possono produrre utili. Insomma, l'opportunità che molti danno per scontata che Molfetta si riappropri della zona Asi è tutta ancora da verificare. Come pure si dovranno definire le modalità del passaggio ai Comuni dei dipendenti dei Consorzi Asi (ma a chi toccherà retribuirli?). Insomma, una serie di cose ancora poco chiare e tutte da definire. Così come previsto dalla legge, occorreranno una serie di passaggi e atti amministrativi che non si fanno dall'oggi al domani. Non vorremmo che questa fase transitoria di passaggio di competenze tra la Regione e il Comune (sempre se sarà soppressa l'Asi di Bari) rallenti il già lento insediamento delle aziende previste (120) e le urbanizzazione delle aree. Ad oggi sono state realizzate solo le strade del primo stralcio (maglie A-B-C-D). Mancano ancora gli allacciamenti idrici e l'illuminazione viaria (gli operai sono costretti a tornare a casa al buio), che sta creando una serie di problemi soprattutto al personale di “Imolalegno”, dislocata sola e desolata, mentre le altre aziende garantiscono un minimo di illuminazione delle strade grazie ai fari esterni degli stabilimenti. Ritardi che necessitano di essere colmati perché si è alla vigilia del megainsediamento di “Fashion District”, con i suoi 32mila mq. di negozi outlet, con annesse attrezzature ricettive e per il tempo libero: sono già stati depositati i progetti esecutivi in Comune. Perciò se non ci saranno impedimenti, a giugno si potranno vedere in primi cantieri. Noi di “Quindici” avendo seguito fin dall'inizio passo passo la nascita della zona Asi di Molfetta, oggi possiamo verificare le anomalie e le disfunzioni di un ente di gestione lontano dal territorio e dai suoi cittadini. Basti pensare a quanto hanno dovuto penare i proprietari dei terreni per ottenere le indennità degli espropri, oppure per avere anche un minimo di informazione. A tal proposito non si capisce come si giustifica il ruolo di qualche studio professionale che ha operato come interfaccia tra i proprietari dei suoli e il Consorzio Asi. Per non parlare poi del “buco nero” degli ulivi, perché non si sa chi li abbia sradicati e chi si sia appropriato del legname. Ma questa è un'altra, una storia oscura. Francesco del Rosso
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