Le ambiguità di Pino Amato
Non smetterà mai di stupirci il buon Pino Amato, consigliere comunale di lungo corso, neo “italico di mezzo”, dopo essere stato “popolare per davvero”, forza italiota, uddiccino, verde e ci scuserà se non ricordiamo tutte le transumanze sue e delle sue truppe. Non smetterà mai di stupirci perché dimostra sempre di essere un passo avanti a tutti nella nobile arte del trasformismo politico e del camaleontismo istituzionale. Certo, sono in molti ad arrabattarsi, a provare ad emularlo, a cercare di avvicinarsi alla perfezione nel gesto e nell'azione del suo mirabile percorso politico fatto di coerenza e probità, ma davvero non c'è competizione. Il buon Pino Amato, a dispetto dei Santi, si invola sempre sulle salite più impervie, testa bassa e pedalare, e stacca tutti come il miglior Fausto Coppi sul Mortirolo, anzi no…come il miglior Ginaccio Bartali di cui ricorda certe espressioni burbere, certi eccessi verbali, “quel naso triste, come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita” (Paolo Conte docet). Non c'è partita, per certe cose occorre essere tagliati, avere stomaco forte ed una faccia… di un certo tipo. E non tutti dispongono di queste qualità. O meglio, non tutti dispongono delle stesse sue qualità. Prendete, ad esempio, la vicenda della nomina, avvenuto durante uno degli ultimi Consigli Comunali, dei “consulenti” nell'Azienda Servizi Municipalizzati. Lì, il buon Pino Amato, ha dato davvero prova del suo acume e della sua arguzia, sbaragliando il campo e lasciando attoniti “avversari” politici ed osservatori. Dei tre “consulenti” che il Consiglio Comunale avrebbe dovuto nominare per supportare l'operato del consiglio di amministrazione della Asm (fulgido esempio di moltiplicazione delle poltrone come quella, evangelica, dei pani e dei pesci), infatti, il regolamento prevede che due siano di pertinenza della maggioranza ed uno dell'opposizione. Opposizione…termine vago. Talmente tanto vago, talmente tanto ampio che nell'opposizione si può iscrivere anche il nostro buon Pino Amato. E fa niente che abbia sostenuto, in campagna elettorale, l'attuale sindaco Antonio Azzollini. E fa niente che nella compagine amministrativa figuri un'assessora (l'avv. Doriana Carabellese) esplicitamente indicata da lui. E fa niente se durante tutte le votazioni che si sono succedute in Consiglio fino ad oggi il buon Amato abbia sempre votato con la maggioranza. Fa niente. “Io non sono né di maggioranza né di opposizione”. Né carne né pesce. Né sale né zucchero. Né zuppa né pan bagnato. Né bene né male. Un grande. Talmente tanto grande da pretendere ed ottenere, con il consenso entusiasta della maggioranza di centrodestra (e, pare, su suggerimento dello stesso sindaco), di avere “in dote” uno dei tre consulenti dell'Asm, quello che spetta alla minoranza. Ed a nulla sono servite le rimostranze dei “veri” consiglieri di opposizione, quelli che non hanno nessun assessore in giunta, quelli che non votano a favore per i provvedimenti dell'amministrazione, quelli che non hanno sostenuto in campagna elettorale l'attuale sindaco. Non c'è destino migliore, per una amministrazione, che “potersi scegliere” gli avversari. E per la maggioranza di centrodestra non ci potrebbe essere “avversario” migliore che il buon Pino Amato. In fondo basta un consulente dell'Asm ed un membro nel prossimo consiglio di amministrazione della stessa azienda (Mimmo Spadavecchia), per tenerlo tranquillo, per sedare i suoi stati d'animo turbolenti. E così, con la nomina di Raffaele Serino in quota all'Italia di Mezzo (dopo essere stato candidato, alle scorse elezioni amministrative nella lista dell'Udc…passato anche lui all' “opposizione”?) l'ennesima sceneggiata in Consiglio Comunale è andata in porto. Una sceneggiata al quale il nostro buon Pino Amato ha brindato poco dopo, felice come una pasqua, in un bar del centro con molti dei suoi “avversari”, consiglieri comunali e segretari politici di centrodestra. “Nemici/ amici” che banchettano insieme. Una scena commovente. Una presa in giro (mal) riuscita.