LAVORO, ecco i posti che chiede il mercato a Molfetta
Una ricerca della dott.ssa Scardigno sulle possibilità occupazionali
Il Comune di Molfetta mesi fa ha commissionato alla dott.ssa Fausta Scardigno, una ricerca sulle possibilità occupazionali che si possono realisticamente creare nel prossimo biennio nel territorio del Patto “Conca barese”, comprendente i Comuni di Molfetta, Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Palo, Ruvo e Terlizzi.
Oggetto della ricerca sono state 50 aziende di Molfetta e 25 degli altri Comuni. Attraverso interviste nelle aziende, sono stati rilevati oltre 100 dati, analizzati poi da esperti tecnici dello sviluppo.
L’indagine ha evidenziato l’esigenza delle imprese di assumere circa 500 unità lavorative in 80 figure professionali nei prossimi due anni, nei settori: tessile, calzaturiero, meccanica e automazione industriale, terziario avanzato, attività socio-assistenziali e formative, commercio e turismo. Vediamo in particolare i dati della ricerca in ognuno di questi settori, il fabbisogno occupazionale e le figure professionali richieste.
Tessile
Il settore è evidenziato da un mix di innovazione e sub-fornitura. Da un lato sono in aumento le aziende che lavorano su commessa, dall’altro, specie in quelle più grandi, si registrano tentativi d’investimenti in nuove tecnologie di processo e di prodotto. Rispetto a tali investimenti la ricerca ha rilevato che solo a Molfetta un bisogno complessivo di 60 unità lavorative e che la figure professionali più richieste sono: esperto nel collaudo del capo finito, responsabile amministrativo e sviluppo marketing del prodotto, punciatrice (disegnatrice di ricami al computer).
Meccanica e automazione industriale
Come spesso evidenziato spesso da QUINDICI, è il settore di punta della realtà produttiva locale, caratterizzatala una forte specializzazione (meccanica di precisione) a seguito dell’introduzione di automazione e controllo numerico. Paradossalmente le spinte all’innovazione rischiano di essere frenate se non si creano sul territorio “incubatori di manodopera” qualificata e specializzata. In questo comparto si registra un fabbisogno di 70 unità lavorative nelle qualifiche di operatore specializzato nel controllo numerico, montatore meccanico (per le aziende che fanno assemblaggio) e operatori di macchine utensili (tornitori, fresatori, rettificatori, etc.).
Calzaturiero
Anche se rispetto ad altre città, il settore è numericamente poco rappresentativo, è però caratterizzato da punti di eccellenza fortemente orientati alla qualità del prodotto per un target di clientela alta e all’utilizzazione efficiente delle risorse umane. Il punto di debolezza è la scarsa attenzione nel creare reti interaziendali (network di filiera) e relazionali, necessari per aggredire i mercati dell’alta moda sempre più globale, dove è forte la concorrenza dei Paesi asiatici. Complessivamente sono 25 gli operatori specializzati richiesti nelle qualifiche di addetto alla cucitura (orlatrice), tecnico modellista, montatore di scarpe.
Terziario avanzato (New economy)
Il terziario tradizionale, assicurazioni e banche, sta progressivamente cedendo il passo a vantaggio di un terziario avanzato, capace di offrire servizi che vanno dall’automazione informatica, internet, comunicazione multimediale, alla consulenza per la gestione e controllo del budget aziendale. È il mondo della new economy, caratterizzato però da una forte selezione all’ingresso. Oltre ad una specifica conoscenza tecnica, sono necessarie attitudini come: forte autoimprenditorialità, voglia di fare, ambizione, flessibilità in termini sia di spostamenti sia contrattuali. Generalmente chi opera in questi campi lavora non come dipendente, ma prevalentemente come consulente, insomma da libero professionista. L’indagine ha rilevato un bisogno occupazionale di 140 addetti in figure professionali nuove come esperto di marketing telefonico, analisti programmatori, specialisti della grafica editoriale e stampa per edizioni grafiche.
Attività socio-assistenziali e formative
E’ il settore che più distingue Molfetta rispetto alle altre città. Il bisogno occupazionale è di 25 unità, in cui spiccano le figure di assistente domiciliare e formatore extra-scolastico. Il punto debole è l’assoluta assenza di strutture che eroghino servizi per la formazione al lavoro e sul lavoro, riconversione e specializzazione delle professioni, servizi educativi per le fasce deboli (occupati, disoccupati, persone a rischio).
Commercio
Per le dinamiche commerciali in atto anche a Molfetta, è il comparto che necessita di interventi mirati alla formazione di sinergie tra gli operatori, anche emulando esperienze di successo come l’esperienza spagnola dei Centri commerciali aperti, o dei Centri servizi tedeschi. La sfida è di trasformare le percezioni negative in opportunità positive, attraverso “percorsi d’inversione” per far capire e vedere ai commercianti “La città della moda” e l’ipermercato, sotto un’altra luce, della collaborazione piuttosto che della competizione. Anche se la ricerca non indica il numero dei nuovi occupati, le figure richieste sono: agente di vendita esterno e addetto alle vendite.
Turismo
Il turismo nel nostro territorio è caratterizzato essenzialmente da brevi soggiorni, legati soprattutto alle occasioni di lavoro. Si viaggio molto e per affari e queste, sia pur brevi permanenze, possono essere opportunità da cogliere. L’indagine registra un bisogno, ancora latente, di figure esperte nella promozione e commercializzazione di pacchetti turistici che uniscano alle opportunità storico-culturali, quelle gastronomiche e culinarie. Ma in questo settore sono decisivi gli interventi per formare imprenditori del turismo che sappiano promuovere il territorio, attraverso relazioni con tour operator e agenzie. Nonostante ciò, allo stato attuale sono 40 le unità lavorative richieste nelle figure di esperto cameriere e addetto ai servizi di ricezione clienti.
Considerazioni
La ricerca della dott.ssa Scardigno, ci spinge a fare delle considerazioni. Gran parte delle opportunità di lavoro riguardano figure professionali specializzate, difficili da trovare sul mercato del lavoro locale. Da qui la necessità di fare della formazione professionale una questione prioritaria. La materia purtroppo è di competenza dell’autorità regionale. Diciamo “purtroppo” perché, da com’è stata gestita finora la formazione, da Bari difficilmente arriverà qualcosa di buono. Ecco perché è da guardare con attenzione al “Progetto meccatronici” (vedi “Quindici” di settembre) voluto dalle realtà locali. Un’iniziativa pilota che se darà i frutti sperati (formazione di tecnici specializzati nella meccanica), potrà essere un modello per formare le figure professionali richieste dalle aziende del territorio.
Un altro dato che deve far riflettere è questo: se le aziende oggetto della ricerca hanno manifestato l’intenzione di assumere 500 persone, significa che a Molfetta un certo sviluppo economico è in atto. Certo, si può sempre dire che è ancora troppo poco e che si poteva far di più per il sostegno allo sviluppo. Ma l’affermazione di un’economia molfettese in ginocchio, senza citare dati attendibili e confrontabili nel tempo, ci sembra quantomeno superficiale.