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Ladri e vandali devastano il Pulo di Molfetta: rubate ringhiere e cavi elettrici
13 febbraio 2015

MOLFETTA - Cancelli di ferro, cavi elettrici, impianto di illuminazione, insomma tutto quello che c’era da rubare al Pulo di Molfetta, è stato portato via dai ladri. Hanno agito indisturbati in un sito neolitico, fuori dell’area cittadina e abbandonato da oltre un anno, questi predoni del ferro e del rame, che non avevano avuto timore di dissacrare il cimitero, figurarsi quelle che per loro sono solo quattro grotte e qualche pietra della nitriera borbonica.

Tutta colpa dello scioglimento della Provincia che, però, avrebbe dovuto preoccuparsi prima di tutelare questo patrimonio, provvedendo ad una nuova destinazione e non abbandonarlo a se stesso. Forse il presidente Francesco Schittulli, oggi candidato alla presidenza della Regione Puglia per il centrodestra, prima della fine del suo mandato avrebbe potuto trovare una soluzione per far rinnovare (magari dalla città metropolitana) la convenzione con il Consorzio Polje, composto dalle Associazioni Archeoclub, Ictius, Lega ambiente, Pro Loco, Terrae e Wwf o stipulare subito, prima dello scioglimento dell’ente una convenzione con il Comune, restituendo a quest’ultimo la proprietà di questo bene archeologico di grande valore.
E, invece, dalla fine del 2013, il sito neolitico è stato abbandonato a se stesso. Forse fu un errore, all’epoca, cederlo alla Provincia, ma le risorse comunali erano scarse e, quella, forse, sembrò agli amministratori dell’epoca, la scelta più giusta.
Oggi ci troviamo di fronte a questo scempio: c’è chi dice che sarebbe bastato mettere una telecamera, ma la cosa ci sembra assolutamente insufficiente, anche perché se non c’è chi controlla dietro un monitor, non serve a nulla, come dimostrano altri luoghi, pur sottoposti a sorveglianza, ma regolarmente violati. E poi, difficilmente si sarebbe potuta garantire una sorveglianza notturna in aperta campagna.
La soluzione migliore sarebbe stata quella di predisporre la presenza di un custode, come è avvenuto per qualche tempo in passato. Ma chi doveva farlo e soprattutto pagarlo? La Provincia alla quale non importava più nulla del Pulo e di altri suoi beni, il suo presidente deluso per essere stato costretto a lasciare in anticipo il suo mandato e ormai con la testa altrove per via della sua nuova candidatura alla Regione? Oppure un sindaco che non poteva agire su un bene non di sua proprietà.
Ora il danno è fatto, anche se non è detto che i ladri nei prossimi giorni, non completino l’opera, togliendo il residuo di ringhiere di ferro rimaste ancora sul posto.
Cosa pensano di fare, a questo punto, il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e l’assessore alla Cultura Betta Mongelli, che sappiamo sensibile al Pulo per aver presieduto sia il Consorzio Polje, che l’Archeoclub che si sono occupati della tutela di questo monumento preistorico?
Una soluzione va trovata, anche se, ci rendiamo conto, che non sarà facile. Magari individuare qualche bando europeo, per finanziamento ai beni culturali, oppure chiamare alle proprie responsabilità i consiglieri e il presidente della città metropolitana che ha assorbito alcune delle competenze della Provincia.
Infine, un’idea potrebbe essere anche quella di cercare di inserire il Pulo nel circuito delle iniziative di “Matera capitale della cultura europea”.
Una cosa è certa, non si può lasciare abbandonato a se stesso, un sito archeologico di quel valore e far sì che lo scempio continui, anche con danno dei soldi pubblici spesi per recintare la zona e illuminarla.

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