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Laboratorio "Alchimia del teatro", liberamente ispirata a "Girotondo" di A. Schnitzler Questa sera a Molfetta alle 21.30 all'Arci "Cavallo di Troia"
28 giugno 2008

MOLFETTA Si chiama “Girone 8” la prova aperta del laboratorio "Alchimia del teatro", liberamente ispirata a "Girotondo" di A. Schnitzler, con Bufo Giulio, Di Candia Angela, Marrone Giusy, Ortiz Michele, Palombella Valerio, che si tiene questa sera a Molfetta alle 21.30 all'Arci "Cavallo di Troia" (Via Giovine, 25). Girotondo è un opera teatrale del 1897, scritta dal medico, piscologo, di scuola freudiana, e drammaturgo Arthur Schnitzler. Dramma sotto forma di quadri, senza trama, in cui dei personaggi s'incontrano a coppie e discorrono dell'amore facendo l'amore. Il laboratorio "Alchimia del teatro partendo dal opera teatrale di Schniztler crea un opera teatrale a se stante, intitolata Girone 8, del Girotondo restano in parte in dialoghi ed in parte i personaggi, per il resto il tutto diviene un opera nuova. Si crea un opera ex-novo, che si presenta al pubblico come prova aperta transizione, ossia come spettacolo da completare, prova aperta che fa parte del medesimo percorso di laboratorio di ricerca teatrale, percorso che partendo dallo studio delle potenzialità dell'attore corporee (corpo e voce), aggiunge un nuovo elemento con cui si compie il rito del teatro: lo spettatore. Quest'ultimo grazie all'eliminazione della quarta parete, del palco e della scenografia sarà immerso nella prova-spettacolo e nel medesimo laboratorio. Il laboratorio "Alchimia del teatro", con Girone 8, sospende il percorso di ricerca teatrale iniziato nel mese di Febbraio, per riprendere nel mese di Ottobre, sempre all'interno del Circolo Arci "Cavallo di Troia"; il laboratorio si è pone l'obiettivo di ricercare le singole potenzialità corporee della persona-attore, partendo dal presupposto che non esista un modo di recitare e di andare in scena, ma che compito del teatro debba essere quello di emozionare prima che declamare, puntando ad un teatro non di semplice diletto ma di crescita intellettuale e culturale in una società che punta verso il trash generalizzato. « Eliminando gradualmente tutto ciò che è superfluo, scopriamo che il teatro può esistere senza trucco, costumi e scenografie appositi, senza uno spazio scenico separato (il palcoscenico), senza gli effetti di luce e suono, etc. Non può esistere senza la relazione con lo spettatore in una comunione percettiva, diretta. Questa è un'antica verità teoretica, ovviamente. Mette alla prova la nozione di teatro come sintesi di disparate discipline creative; la letteratura, la scultura, la pittura, l'architettura, l'illuminazione, la recitazione... » "Jerzy Grotowski"
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