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La sanità, questo grande patrimonio pubblico, sempre sotto l'assedio dei predoni
03 febbraio 2014

Mancava un predone di ranco superiore come  Antonio Mastrapasqua, dimessosi dalla presidenza dell’Inps dopo la decisione del governo Letta di varare un disegno di legge con procedura d'urgenza perché «l'incarico di presidente di un Ente pubblico nazionale, come l'Inps, deve essere in esclusiva». . Incredibile, ma vero, Mastrapasqua il pluri “poltronato” Presidente dell'INPS, Ente che, dopo aver inglobato l'Inpdap e l'Enpas' diventa il più grande Ente previdenziale d'Europa.
Mastrapasqua, fra i tanti incarichi (una ventina), ha anche quello di direttore generale dell'ospedale Israelitico di Roma. Ed è proprio in questo Ospedale che i NAS rilevano irregolarità su cartelle di dimissioni, che vengono inviate regolarmente alla Regione Lazio per i rimborsi. Bene, le cartelle cliniche erano tutte “taroccate” e dunque non esigibili. Il perché di tutto questo. L'ospedale Israelitico di Roma, non era accreditato ne convenzionato con il SSN per l'odontoiatria, per questo, tutti i piccoli interventi eseguiti negli ambulatori, non potevano essere rimborsati. I NAS scoprono ed accertano che, tutti questi piccoli interventi, venivano fatti passare per grandi e costosi interventi invasivi, eseguiti in ortopedia, come ricostruzioni gengivali, innesto di osso ed altro.
Le cartelle così modificate, diventavano “pesanti”(si parla di decine di milioni) e rimborsabili, perché eseguite in ortopedia che era convenzionata. I NAS inviano le loro risultanze alla Magistratura che, ad ottobre rinvia a giudizio il direttore sanitario dell'ospedale Israelitico Dr. Santorino, assieme ad una decina di medici, con l'accusa di: truffa, falso ed abuso d'ufficio.
Intanto i Carabinieri scoprono due protocolli sottoscritti da Mastrapasqua ed un funzionario della Regione Lazio, protocolli atti a favorire l'ospedale a danno del SSN. (La stampa di oggi parla della sparizione di due faldoni dagli uffici della Regione Lazio.) Anche di questo i Carabinieri informano la Procura di Roma, che ora sta indagando Mastrapasqua per truffa, abuso d'ufficio e falso ideologico. Accuse pesanti.
Anche la Corte dei Conti ha avviato una indagine per danni erariali. Sempre i Carabinieri, che non mollano, scoprono che Mastrapasqua ha consentito di far saldare i debiti che l'ospedale aveva nei riguardi dell'INPS, con crediti “non esigibili” vantati con la Regione Lazio (in altre parole con carta straccia). Questo è molto grave, qualora venisse accertato dalla Procura. Mastrapasqua avrebbe dovuto tutelare e difendere l'INPS che è di tutti noi, ed indirettamente difendere la sanità che funziona, che riesce ancora a fornire assistenza a tutti, nessuno escluso.
Per questo Cittadinanzattiva aveva chiesto le dimissioni del Dr. Mastrapasqua, annunciando anche, la costituzione di parte civile, in un eventuale giudizio a suo carico. Mastrapasqua doveva dimettersi, perché le ipotesi di reato sono serie e gravi. Non serve respingere gli addebiti, anche perché il suo mandato è in scadenza e la politica ha già fatto qualche nome per la sostituzione.
Vitangelo Solimini

Coordinatore di Cittadinanzattiva

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1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)
2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)
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