Recupero Password
La rivoluzione più lunga, quella delle donne, sbarca a Molfetta
15 marzo 2011

Un milione di donne in piazza in tutta Italia e anche all’estero, con un movimento che ha rifatto un po’ la faccia all’Italia sulla stampa internazionale, dopo una teoria di sfottò sul bunga bunga di Arcore. Diecimila in mattinata a Bari. Mille, e non più mille, in serata a Molfetta. Anche tanti uomini, forse fi nalmente decisi ad avviare una rifl essione critica sulla propria identità di genere, in un contesto in cui per anni questo lavoro veniva svolto in Italia solo da un gruppo di uomini chiamato Maschile Plurale, il cui numero arrivava a malapena ad una squadra di calcio. Stupore, sì. Ma è uno stupore consapevole. Carica di responsabilità. Quella di portare avanti un lavoro già bene avviato, partendo dall’8 marzo, con i tanti temi che scorazzano in rete e su Facebook: il discorso delle pari opportunità e la necessità di andare oltre le stesse, la precarietà della condizione lavorativa femminile, il ruolo delle donne sui mass media e, non da ultimo, la drammatica questione della sponda sud del Mediterraneo, dove le donne sono parte attiva nei movimenti di liberazione ed hanno anche avviato momenti di rifl essione e protesta partendo dal proprio specifi co di genere. Ma dicevamo, mille, non più mille a Molfetta. Una fi accolata allegra, colorata e chiassosa ha attraversato le vie del centro cittadino. Se non ora, quando?, scandivano i megafoni del Comitato Molfetta per la dignità delle donne. Tante facce nuove, anche ai megafoni, il Comitato nazionale l’aveva detto che facevamo tutto questo soprattutto per le giovani. Mille e non più mille. Il 2008 sembra l’antidiluvio. Erano i tempi in cui, in un luglio torrido, si avviava una campagna importante per la nostra città, con lungo seguito di contesa legale. Era stata appena nominata la giunta comunale di Molfetta, ed era composta tutta da uomini. La Consulta Femminile di Molfetta, le Consigliere di parità regionali, la Commissione Pari Opportunità regionale, le femministe baresi dell’allora Associazione Tessere, ci misero tutto l’impegno. Ci misi umilmente la faccia, sia come parte e come cittadina dall’interesse legittimo leso riguardo al rispetto dell’art. 51 Cost. sul principio delle pari opportunità, sia come avvocata. Fu un impegno duro e stressante, una forte contesa mediatica, istituzionale, quasi fi sica. Ma le donne molfettesi (ed anche gli uomini) rimasero ad indignarsi a casa. Ora non è più così e ne siamo contente/i. Juliet Mitchell, la più grande femminista inglese, in un suo saggio, ha defi nito il movimento delle donne The Longest Revolution, la rivoluzione più lunga. Ho sempre amato questa frase, perché ti dà sia l’idea che il femminismo sia una “passione durevole”, capace di resistere anche alle fasi più carsiche, sia perché quella di genere è la rivoluzione più diffi cile a farsi. Abbiamo ricominciato. Ora al richiamo connivente del premier e del suo privato, che è anche pubblico, e al suo sogno asfi ttico di controllo del corpo delle donne, dobbiamo saper contrapporre una idea di libertà altra, che non può che partire dal ripensamento di una società modellata su entrambi i generi. Ma per farlo dobbiamo trovare il coraggio e il desiderio di costruire parole comuni per nominarla e viverla, insieme, anche nello spazio pubblico.

Autore: Francesco Del Rosso
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet