La Regione stanzia 5 milioni per l'ASI di Molfetta
Dopo otto anni, la Regione Puglia si è ricordata che a Molfetta esiste un agglomerato industriale, che necessita da anni di opere di urbanizzazione necessarie per la piena agibilità dell'area. In alcune zone le aziende operano in condizioni precarie per la mancanza di alcuni servizi primari. Inoltre, molte imprese avendo già acquistato i suoli, hanno la necessità di completare o avviare il loro programma d'investimento. Lo scorso 4 aprile la Giunta Regionale ha destinato all'Asi di Molfetta 5 milioni di euro per ultimare la rete stradale, le reti idrico-fognarie, telefoniche e di pubblica illuminazione. Il finanziamento fa parte della ripartizione delle risorse destinate alle aree sottoutilizzate del Paese, licenziato dal Cipe con delibera n° 35 del 27.5.05.
“E' questo – ha commentato l'assessore Regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, Guglielmo Minervini – l'ultimo tassello per l'urbanizzazione completa dell'intera zona Asi della nostra città. Risponde ad un'esigenza avvertita dagli imprenditori che si sono già insediati e da quelli che lo faranno a breve, e garantirà uno sviluppo stabile, duraturo e nelle migliori condizioni possibili, ad un'area di sviluppo industriale in continua crescita e di strategica importanza per tutto il nostro territorio”.
Per chi ha la memoria corta o malfatta, a sentire le tante bufale che si dicono in questa campagna elettorale, fino al 1996, tranne l'ufficio tecnico comunale e qualche studio privato, gran parte dei molfettesi ignoravano che sin dal 1963, il Consorzio Asi di Bari aveva individuato tra Molfetta e Bisceglie un sito per gli insediamenti industriali. Un'idea che per 30 anni è rimasta sulla carta, fino agli anni Novanta. L'amministrazione di sinistra, nonostante alcune resistenze interne, fece la sua parte, rientrando nel Consorzio Asi con due propri rappresentanti.
Ancora oggi funzionari e tecnici ricordano bene il contributo dato dai rappresentanti molfettesi, ma soprattutto dell'Ing. Borri, all'epoca assessore all'Urbanistica, nel definire nel dettaglio il Piano particolareggiato, redatto nel febbraio '98, che permisero di utilizzare 12 miliardi di lire finanziati nel '97 dal Cipe per l'urbanizzazione del primo stralcio, e 10 miliardi di fondi europei per il secondo stralcio.
IL FUTURO DELL'ASI
I consorzi Asi, istituiti nel 1959 per favorire gli insediamenti produttivi in realtà a scarsa vocazione industriale, secondo qualcuno, hanno fatto il loro tempo. I Comuni oggi con i vari piani Pip hanno acquisito esperienze e competenze, quindi sono in grado di assolvere i compiti delle Asi: individuazione delle aree, espropri, urbanizzazioni, calcolo dei costi e assegnazioni dei suoli. In quest'ottica l'ex governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto nel febbraio del '03 avvio una riforma con il commissariamento di tutti i Consorzi Asi. Era previsto che entro 30 giorni la Regione dovesse stabilire quali Asi potevano passare ai Comuni, ma da allora tutto è rimasto fermo. Una situazione che ha creato incertezza, ritardi e bloccato ogni tipo di programmazione. La nuova amministrazione regionale di centrosinistra, presieduta da Nichi Vendola, ha dichiarato di voler rivedere entro la prossima estate la riforma e rimettere al centro dello sviluppo le Asi.
I NUMERI DELL'AREA INDUSTRIALE
L'Asi di Molfetta comprende un'area di circa 443 ettari (suddivisi in maglie dalla A alla Z), di cui 186 destinati agli insediamenti industriali. Il lotto minimo è di 1.000 mq, mentre non c'è un limite massimo come per l'area artigianale. Ci sono, però, alcuni vincoli: edificabilità del 50%, verde attrezzato, parcheggi esterni, altezza dei fabbricati correlata dall'estensione dell'area, distanze dai confini, ecc.
I finanziamenti iniziali consentirono la completa urbanizzazione del 1° stralcio relativo alle maglie A-B.-C-D (circa 60 ettari), in cui sono in attività 22 aziende, con il vuoto della maglia C destinata all'insediamento di un ipermercato Ipercoop i cui cantieri dovrebbero essere imminenti.
Per quanto riguarda il 2° stralcio (dalla maglia E alla Q, circa 180 ettari), sono state realizzate solo le urbanizzazioni primarie (tronchi idrici, fogna bianca e nera), quindi occorrono finanziamenti per la realizzazione delle strade, le reti elettriche, telefoniche, tecnologiche e gas. E proprio al 2° stralcio sarà destinato il finanziamento regionale, mentre per il 3° stralcio (R-S-T-V-U-Z, circa 120 ettari) si è l'anno zero: sono state avviate le prime procedure per gli espropri, ma in mancanza di finanziamenti per le urbanizzazioni, chissà quanti anni ci vorranno per gli insediamenti.
Sul versante dei costi, il prezzo al mq è di 25 euro per le attività produttive e servizi, mentre è di 12 euro per le iniziative legate al tempo libero e ricreative, per le quali è preminente il verde attrezzato, quindi l'indice di fabbricabilità è ridotto al 30%.
Autore: Francesco Del Rosso