La Regione assegna il Preventorio alla Lega del Filo d'Oro
Tramontata l'ipotesi del centro-sinistra di utilizzare la struttura dell'Apicella
Pare che sia la decisione definitiva, anche se per l'ex Preventorio antitubercolare (nella foto) non si può mai dire, date le molteplici sue inaugurazioni per differenti usi, ma al struttura sarebbe oramai assegnata alla Lega del Filo d'Oro, per crearvi un centro socio-sanitario per soggetti sordo-ciechi e pluriminorati psico sensoriali.
La giunta regionale pugliese, il 30 novembre, ha autorizzato in questo senso la Asl Ba/2 di Barletta. Il centro di Molfetta - informa una nota dell'ufficio stampa della presidenza della Regione - utilizzerà la struttura dell'ex Preventorio che, «adeguatamente ristrutturato e reso funzionale dalla stessa Lega del Filo d'Oro, accoglierà e tratterà i propri utenti sia in regime residenziale che a ciclo diurno». Secondo le esigenze individuali effettuerà ricoveri a lungo termine o a tempo determinato, con l'obiettivo «di facilitare il recupero, l'autonomizzazione, il reinserimento sociale che, per questo tipo di pazienti, è troppo spesso negato».
Il servizio avrà una capienza di 40 posti letto residenziali e dovrà soddisfare prioritariamente le esigenze terapeutico-riabilitative ed assistenziali dei disabili residenti nella nostra regione, oggi costretti a spostarsi in altre parti d'Italia. La lega del Filo d'Oro, che è l'unica Onlus a vantare un'esperienza quarantennale nell'assistenza ai soggetti multiminorati, s'impegnerebbe, tra l'altro ad offrire consulenze agli enti socio-sanitari o socio-assistenziali o ad altre organizzazioni che hanno in carico o trattano pluridisabili sensoriali. I responsabili del Filo d'Oro, comunque, dichiarano di non conoscere ancora il testo di quest'ultima delibera regionale e di conseguenza le condizioni di utilizzo della struttura, le rette accordate ecc. Solo dopo una valutazione del provvedimento saranno in grado di dire se il progetto è realizzabile e si passerà ai fatti.
Il presidente della Regione, Raffaele Fitto, ha espresso «piena soddisfazione poiché l'attivazione del Centro di Molfetta allevia i tanti gravi problemi vissuti dai cittadini sordociechi e pluriminorati sensoriali, assicurando loro prospettive diverse e, nel contempo, come da impegni assunti con l'amministrazione Comunale di Molfetta, restituisce alla pubblica utilità la struttura dell'ex Preventorio».
Per Fitto si tratta in fondo di liberarsi di una patata bollente, di far utilizzare una struttura che da anni era uno scandalo per la comunità e soprattutto per i contribuenti. Pronta dal '98, dopo una ristrutturazione costata circa 1250000 euro, 41 000 mq, 300 posti letto, è rimasta da allora abbandonata, costando per di più alla Asl circa 6000 euro il mese per la guardiania e la manutenzione del verde e degli impianti. Dimenticata, ma veloce a ritornare alla ribalta per essere inaugurata, a scadenze regolari: quelle elettorali.
L'ultima ristrutturazione l'aveva destinata all'uso di Residenza Socio Assistenziale (Rsa), che avrebbe risolto i problemi di chi, non necessariamente anziano, abbisogna di riabilitazione dopo una frattura, un ictus, un incidente ed ora deve recarsi in città lontane; a testimoniarlo ci sono 76 stanze, con i loro bagni piastrellati e dotati di servizi e arredate di letti, armadi e luci, gli strumenti per la riabilitazione, una cucina perfettamente attrezzata con fornelli, ambienti in cui sono accatastati alla rinfusa sedie a rotelle, frigoriferi per la conservazione dei medicinali, tavoli, attrezzature varie. Tutto abbandonato, i tagli al bilancio sanitario regionale non permettevano di sostenerne i costi, soprattutto per il personale.
Ora è tutto da rifare. La Regione, come si diceva, s'è liberata di quella che era nei fatti una patata bollente, non sono soddisfattissimi i cittadini molfettesi. Per carità, nulla da eccepire al servizio reso dalla Lega del Filo d'Oro, ma in città si sperava di non veder buttati via i soldi della ristrutturazione, anche nella consapevolezza del bisogno di una Rsa, visto che i cittadini sono costretti a rivolgersi ad Acquaviva o ad altri centri lontani quando, purtroppo, ne hanno bisogno. Era stata trovata anche una soluzione alternativa, cedere al Filo d'Oro l'Apicella o una sua parte e lasciare il Preventorio all'uso di Rsa.
Si erano espresse in tal senso anche alcune forse politiche, per esempio per Maria Sasso, consigliere comunale della “Margherita”: “Il Preventorio, ristrutturato da 6 anni e, a tutt'oggi. ancora chiuso, è nei fatti un esempio “eccellente” di spreco di ingenti quantità di denaro pubblico e di completa incapacità, da parte della regione Puglia, di effettuare una pianificazione seria delle strutture e dei servizi sanitari. Nel caso dell'affidamento della gestione del Preventorio alla Lega del Filo d'Oro, non si può non tener conto che si tratta di un ente morale noto per la qualità dei servizi che è in grado di offrire e della possibilità, per noi, di importare il loro modello e il loro approccio ai servizi socio-sanitari. Se effettivamente questa prospettiva andasse in porto, potremmo almeno sperare che contribuisca a diffondere, in maniera più capillare, la consapevolezza che un'altra sanità è possibile e a dare più forza alla rivendicazione di porre al centro delle scelte politiche i bisogni primari dei cittadini piuttosto che le solite becere clientele di parte”.
Mentre per Antonello Zaza, consigliere provinciale di Rifondazione comunista: “Il problema non è la validità e la professionalità della Lega del Filo d'oro, di cui non si discute; il problema è l'incapacità da parte della Regione di realizzare, all'interno del “Piano di Riordino Sanitario”, uno spazio, un progetto per le Rsa. Una struttura come il Preventorio poteva divenire un punto di riferimento, una soluzione ad una questione che oggi riguarda ampie fasce della popolazione, e domani ne coinvolgerà ancora di più, per una questione di progressivo invecchiamento. Se realmente il Filo d'oro occuperà gli spazi del Preventorio, spero si possano avviare delle collaborazioni con l'Apicella, in vista del suo prossimo rilancio, considerando le destinazioni simili delle sue strutture”.
Nei fatti per il Preventorio sarà ancora tempo di lavori e - è ovvio no? - di un'altra inaugurazione, bisognerà solo vedere con quale appuntamento elettorale i nostri accorti politici locali la faranno coincidere.
Lella Salvemini
lella.salvemini@quindici-molfetta.it