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La posizione di Matteo d'Ingeo sull'ordine pubblico L'ex candidato del Liberatorio Politico denuncia anche un inquietante episodio
30 ottobre 2006

MOLFETTA - Matteo d'Ingeo, candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative per il movimento Liberatorio Politico, interviene nel dibattito sulla situazione legalità a Molfetta, ancora stasera affrontato in Consiglio Comunale, rendendo inoltre noto un episodio che lo vede coinvolto in prima persona e che fa sapere di aver già denunciato agli organi competenti. “Ho assistito alla seduta del C.C. del 20 ottobre - dichiara nel comunicato stampa a nome del Liberatorio Politico Matteo d'Ingeo - richiesta da 7 consiglieri comunali di minoranza, per un dibattito politico sulle iniziative più appropriate da intraprendere per contrastare la criminalità e la cultura dell'illegalità. Non esprimo alcun giudizio sul dibattito per non apparire troppo severo, confidando nel recupero di serietà e capacità di approfondimento sui temi da trattare nell'aggiornamento della seduta del 30 ottobre. Sul piano propositivo entrambi gli schieramenti presenti in consiglio comunale non hanno brillato in passato e nel presente sulle iniziative per contrastare la criminalità e l'illegalità diffusa. Il Sindaco Azzollini quando era assessore nella giunta del Sindaco Annalisa Altomare, esattamente nella seduta straordinaria del 29 ottobre del 1992, approvava in Consiglio Comunale un o.d.g. che manifestava la volontà di creare un organismo permanente, cui conferire il compito di proporre al Consiglio Comunale le forme di collaborazione tra cittadini, istituzioni e forze dell'ordine e di indicare iniziative autonome finalizzate allo scopo. A tal fine si dava mandato al Sindaco ed alla conferenza dei capi gruppo di approntare le modalità di creare tale organismo nel più breve tempo possibile. Tale iniziativa venne riproposta in un secondo ordine del giorno esattamente dopo un anno, il 26 ottobre 1993. Ad oggi non abbiamo notizie di questo organismo che è stato ripreso anche dall'amministrazione di Guglielmo Minervini ma mai è riuscito realmente a decollare e lavorare concretamente. Sulla proposta fatta dal Sindaco di armare i vigili urbani credo si debba riflettere un tantino, come anche l'istituzione di guardia armata presso i servizi sociali e l'ufficio del Sindaco. Pensiamo che si tratti di misure straordinarie che avrebbero a monte una motivazione che ne giustifichi l'attuazione. Quindi non essendo una prassi ordinaria quella di avere guardie armate in taluni uffici comunali, il Sindaco dichiari pubblicamente se ci sono stati episodi di aggressione, minaccia o provocazione nei suoi confronti o di dipendenti comunali. In tal caso dovrebbe esserci traccia presso le forze dell'ordine e quest'ultime dovrebbero agire di conseguenza nei confronti dei presunti colpevoli. Da sempre gli uffici dei Servizi Sociali sono frequentati da cittadini che pretendono di essere aiutati con congrui contributi che in passato, spesso, sono stati erogati senza un regolare controllo di legittimità. Accade anche che nei corridoi del Sindaco si rechino cittadini che si sono resi colpevoli di omicidi o altri gravi reati chiedendo forse, chissà, di essere di nuovo accreditati al palazzo come “persone di fiducia”. Posso garantirvi che non è piacevole essere in Comune e trovarsi di fronte, all'improvviso, il colpevole dell'omicidio Carnicella. Dobbiamo ringraziare il Governo per averlo premiato con l'indulto e il Tribunale di Sorveglianza che non ha ritenuto di prolungare la sospensione dello stato di semilibertà, di cui già godeva, in seguito alle minacce fatte al sig. Lillino di Gioia, pur in assenza di querela di parte di quest'ultimo. L'incontro è diventato ancor più spiacevole quando il sig. Cristoforo Brattoli mi ha atteso all'uscita del corridoio del Sindaco e mi ha pedinato per circa mezz'ora fino a quando sono riuscito a far perdere le mie tracce entrando negli uffici dei Vigili Urbani per poi uscirne utilizzando l'uscita secondaria. Naturalmente ho subito informato il Comando dei Carabinieri depositando un esposto preventivo a tutela della mia incolumità. Mi sono dilungato sulla trattazione di questo episodio, perché penso che non sia un fatto personale ma riguardi tutta la comunità. Io non ho mai sottovalutato nessun tipo di minaccia o tentativo di intimidazione presunta o diretta, tendente a creare una situazione di sudditanza psicologica o paura nei confronti chi la subisce, questo ed altro sono l'anticamera di atteggiamenti mafiosi. Spero che questa amministrazione crei un confine netto con chi ha offeso gravemente la nostra comunità senza cedere a facili pretese e ricatti da parte di chi, forse, non è ancora consapevole del gesto che ha commesso; qualcuno faccia capire a chi vuole ritornare su posizioni di vecchie rendite, che la comunità ha bisogno ancora di tempo per rimarginare le ferite. Spero anche di poter ancora vivere in questa città da cittadino libero, senza avere la sensazione di essere pedinato o di sentirmi il fiato sul collo da parte di chicchessia. Tornando al dibattito sull'illegalità diffusa e sulla criminalità si propone di riprendere in considerazione la costituzione di un organismo permanente che l'amministrazione promuove in collaborazione con la società civile e che abbia l'obiettivo di prevenire e combattere ogni forma di illegalità pubblica e privata. L'esperienza dell'Osservatorio “7 luglio” ha dimostrato in passato l'utilità di queste esperienze, anche come strumento di monitoraggio, prevenzione e collaborazione con le Forze dell'Ordine. Un COMITATO CITTADINO DI DIFESA DELLA LEGALITA' dovrebbe porsi come obiettivi: * Monitoraggio del territorio con segnalazione di qualsiasi tipo di illegalità e abusivismo; * Creazione di guardie civiche ambientali volontarie, in collaborazione con l'associazionismo di base; * Creazione di progetti di prevenzione della devianza minorile e antidispersione scolastica in collaborazione delle scuole e delle agenzie educative del territorio; * Creazione di progetti di inclusione sociale per ex detenuti; * Controllo sulla trasparenza amministrativa e sulla regolarità degli appalti pubblici; * Coordinamento degli operatori del traffico della Multiservizi a sostegno della Polizia Municipale per il controllo del territorio; * Organizzazione di una rete d'interventi nelle scuole per promuovere educazione civica, prevenire bullismo ed altre forme di devianza; * Coordinare i presidi sanitari esistenti sul territorio per prevenire l'uso di sostanze stupefacenti; * Promozione e rispetto di tutte le norme e regole di civile convivenza. L'amministrazione pubblica dovrebbe naturalmente coordinare tutti gli interventi, verificarne il corretto operato del comitato, offrendo supporto logistico e strumentale in collaborazione con le forze dell'ordine, relazionando ogni tre mesi al consiglio comunale e alla città. Mi auguro che il dibattito tenga conto di queste nostre riflessioni nell'approvazione del documento finale”.
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