La politica della letteratura, presentazione del libro di Vincenzo Binetti alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta
MOLFETTA - Riprende la stagione autunnale della Libreria Il Ghigno, dopo l'undicesima edizione di Storie Italiane il primo festival di letteratura a Molfetta e dopo la campagna nazionale #IoLeggoperchè, progetto nazionale, una grande raccolta di libri a sostegno delle biblioteche scolastiche organizzata da Associazione Italiana Editori.
Appuntamento con "La politica della letteratura", giovedì 23 novembre alle ore 19 presso la Libreria “Il Ghigno” in via Salepico 47 sarà ospite Vincenzo Binetti, Prof ordinario di Italian Studies presso University of Michigan Ann Arbor, nativo della città di Molfetta, in prima nazionale presenta la sua ultima pubblicazione
"Scritture Minori. Letteratura, linguaggio politico e pratiche di resistenza" edito da Ombre corte. Dialoga con Alberto Altamura Docente (Licei classico/scientifico di Molfetta).
"Scritture Minori. Letteratura, linguaggio politico e pratiche di resistenza". Il ruolo dell'intellettuale, il rapporto tra letteratura e politica, tra rivoluzione e linguaggio sono questioni complesse che chiaramente sollevano fondamentali e ormai annose domande: come può la letteratura farsi espressione di forme di antagonismo e di pratiche sovversive?
Come creare momenti comunitari di lotta? Come mettere le parole in azione così che esse possano eventualmente diventare elementi di destabilizzazione politico-culturale?
Il problema non consiste, però, nell'individuare l'intenzionalità ideologico-politica autoriale, nello stabilire eventualmente categorie di giudizio in base alla collocazione di parte del testo e di chi scrive, ma di esplorare invece gli elementi impliciti nel discorso letterario in quanto esso stesso potenzialità politica. "Resistere, restituire al corpo la sua disobbedienza, ciò che non si piega e non si lascia tradurre nel capitalismo, capire che la letteratura e l'arte in generale o è questo reale che resiste ed esiste, o non è nulla, è capire cosa lega Cesare Pavese e Carlo Levi (ma anche Primo Levi o Elsa Morante, Romano Bilenchi e Italo Calvino, Gianni Celati e tanti altri) alla mia generazione" (Enrico Palandri). Prefazione Enrico Palandri.