MOLFETTA - Devo ritenermi davvero fortunato per avere tra le mani la pregevole opera “La poesia degli istanti puri” di Ada de Judicibus Lisena; una monografia compilata da Marco Ignazio de Santis, stampata da Solfanelli del Gruppo Editoriale Tabula Fati di Chieti.
Si tratta di un’analisi capillare di informazioni, di recensioni sulla poesia di Ada de Judicibus Lisena e non di un groviglio, come spesso accade, di altisonanti sostantivi e di verbi impressionanti.
Marco Ignazio de Santis asserisce subito (pag. 20): la lirica di Ada de Judicibus è un “levigato specchio di un animo contemplativo delicato, cordialmente incline alla tenerezza” uno spazio vitale alla ricerca di sogno per inebriarsi di ciò che la sua introspezione sceglie. L’amore per le cose, per gli esseri della natura, per la casa, per la famiglia, per la nostalgia, per la rimembranza sono le essenze che la poetessa tocca nel suo cammino letterario: “Il risultato è un canto misurato, pacato, senza gridi, modulato con voce sommessa” (pag. 30).
Nelle sue figure retoriche la Poetessa immerge un simbolismo presente in una visione onirica che ha ali proprie; ali che la sospingono là, dove la sua memoria vuole elevarsi.
Qualcosa che ci porta a percorrere ciò che la nostra anima cerca, la Poetessa lo fa con slancio, con emozione, con spensieratezza. Un rincorrersi di versi dove i quadri sono fatti di colori, profumi, incanti ma anche di sensazioni eteree dove la materia si interseca all’invisibile e viceversa; il tutto “si risolve in una incantata e sognante cifra stilistica” (pag. 56).
Poesie dalla struttura tecnico-letteraria ben costruite, liriche senza forzature nell’espressione, delicate nell’esposizione dove ogni idioma è carezza gentile e immagine d’incanto: “suggestioni liriche raddensate, trasfigurando la pena dell’esistere in un’inesausta fiducia nella vita” (pag. 34).
Siamo difronte ad una Poetessa che sa come condividere un’interiorità forte, dove niente è impossibile come la creazione dei sogni attraversa la poesia. Ogni singola lirica è un episodio visionario, rincorso, desiderato ardentemente, vissuto: “un mosaico poetico felicemente consacrato alla levità dei versi” (pag. 68).
Bellissimo “lo straordinario nitore delle parole e delle immagini” (pag. 82) che nonostante l’aspetto di spontaneità, presuppongono un’elaborata ricerca formale da parte dell’Autrice, e una non comune padronanza di modelli letterari acquisiti senza rischio di plagio (pag. 19).
La produzione poetica di Ada de Judicibus contempla un background letterario davvero ricco e complesso, come se più mani, in diversi tempi, abbiano partecipato a renderla davvero sublime e profonda.
“Versi armoniosamente calibrati tra tradizione ed originalità di immagini e di suoni” (Francesco D’Episcopo prefazione a “Il Dolore e il sorriso” - pag. 45).
La monografia si conclude con omaggio a Molfetta e “Il miracolo ancora una volta si ripete” (pag. 86).
Si tratta in sintesi di un Universo di pregevole fattura inglobato nella realtà di tutti i giorni e capace di inebriare ed emozionare attraverso una ricerca visiva e testuale che racchiude al proprio interno il senso profondo di una poesia che non ha tempo, ma che piuttosto si sofferma nell’attimo in cui noi ci fondiamo con quel qualcosa a cui non sappiamo dare un nome, possiamo descriverlo solo sommariamente e solo ‘l’istante puro’ dell’incertezza sa rendere l’idea di quanta meravigliosa vita ci sia nel farsi sostanza primordiale e atmosferica.
La monografia compilata da Marco Ignazio de Santis si rivela un grande classico poetico, che trasforma e ci trasforma interiormente, con la forza che abbraccia il Mondo intero e gli rende un posto migliore.
Mimmo Amato