La partigiana Paola del Din e la Puglia
Medaglia d’oro al valor militare per la sua attività di paracadutista
Forse qualcuno, nel seguire in televisione le manifestazioni indette per ricordare la Festa della Liberazione il 25 aprile scorso, sarà stato preso dalla curiosità di conoscere il motivo per cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto visita ad una anziana signora di 99 anni, di nome Paola del Din. Ebbene la sua è la storia, spesso ignorata, di una delle tante donne italiane che, durante il tragico periodo della Resistenza, hanno concorso alla liberazione dell’Italia mettendo a repentaglio, senza esitazione, la loro stessa vita. E’ la storia di una donna di grande coraggio, una staffetta partigiana o meglio una patriota, come lei preferisce essere chiamata. Figlia di un ufficiale degli alpini, prigioniero degli inglesi in India, con un fratello partigiano di nome Renato ucciso dai tedeschi, decide di entrare nelle file della brigata partigiana “Osoppo” con il nome di battaglia “Renata”. Espleta diversi incarichi rischiosi in Friuli-Venezia Giulia e in Toscana tanto che il Comando delle forze angloamericane, di stanza a Monopoli (Bari) nella zona libera del Regno del Sud, le fa rientrare il padre dalla prigionia, come segno di riconoscimento del suo impegno patriottico. Inviata in Puglia dagli alleati per un’ulteriore missione di vitale importanza, vi rimane alcuni mesi ed ha modo di frequentare un corso di paracadutista a San Vito dei Normanni (Brindisi). Il 9 aprile 1945, rientrando dalla Puglia in aereo, viene paracadutata in una zona del Friuli con il compito di consegnare degli importanti documenti ad una missione di ufficiali alleati. Durante l’atterraggio si procura la frattura di una caviglia, ciononostante riesce a superare indenne le linee nemiche, a prendere contatto con gli angloamericani e con la formazione Osoppo ed a consegnare loro i documenti che le erano stati affidati. E’ stata la prima donna italiana ad aver avuto una forza d’animo tale da riuscire ad affrontare la grande esaltante emozione di un lancio con il paracadute. Per il suo coraggio e il suo spirito di sacrificio, nel 1960, le è stata conferita la Medaglia d’oro al Valor Militare. Nanda Amato Consulente storico Eredi della Storia