La Melandri carica il centrosinistra da Molfetta: rompiamo l'incantesimo del Paese
MOLFETTA - Giovanna Melandri ha galvanizzato ieri sera il centrosinistra molfettese che ha ripagato la passione del suo impegno riempiendo piazza municipio fino a tarda ora. La serata con l'ex ministro per le politiche giovanili ha confermato ancora una volta la grande attenzione dei leader del partito democratico verso la nostra città e ha riportato al centro della campagna elettorale i temi nazionali e i punti programmatici dei candidati locali del Pd, Nino Sallustio e Tommaso Amato.
“L'Italia – ha detto la Melandri – è sotto un incantesimo con un pifferaio che sta governando, ma penso che questo incantamento finirà molto presto, per questo occorre cominciare a costruire una trincea perché quando l'Italia si sveglierà vedremo le polveri di cosa è successo”. Non ha fatto solo critiche alle politiche del governo Berlusconi ma anche proposte alternative “perchè quando l'incantamento finirà il Partito democratico sarà lì con la schiena dritta pronto a tornare al governo”.
L'ex ministro è partita dai temi che hanno riguardato direttamente il suo ministero, le politiche giovanili, ricordando come con l'assessore regionale Minervini il suo governo avesse costruito quelle intese che in Puglia si sono concretizzate nel programma “Bollenti spiriti che ha permesso a tanti giovani di formarsi e investire nella propria terra senza doverla abbandonare. Che ha considerato i giovani come una ricchezza per il futuro del paese”.
Poi l'attenzione è passata all'attuale momento “difficile, strano e pieno di opportunità che l'Italia sta vivendo”. “Tutti i paesi europei – ha incalzato - hanno affrontato la crisi economica, da quelli governati dalla destra a quelli dalla sinistra, cercando di attivare politiche redistributive che non colpissero la famiglia e i lavoratori. Il governo italiano si è limitato a dire che la crisi non è grave e non ha impiegato le giuste risorse per sostenerei lavoratori e le imprese”.
La Melandri è andata giù dura sul decreto sicurezza, definito “decreto manifesto”, omaggio alla lega di Bossi, in favore della quale sono stati anche “buttati miliardi” per evitare che il referendum si svolgesse con le amministrative, e la cui ideologia è il segno culturale di questa maggioranza. “L'insuccesso della disciplina sull'immigrazione - ha ricordato – è figlio della legge che si chiama Bossi-Fini. Ora, poi, con l'introduzione del reato di clandestinità nel nostro paese l'orologio della civiltà giuridica è stato portato indietro, individuando i criminali per quello che si è e non per quello che si fa”.
Ma l'elenco dei provvedimenti contestati al governo è ancora lungo: il piano casa, definito ironicamente “piano verande” in cui si sono impegnate risorse che sarebbero servite maggiormente al sostegno agli affitti per i giovani; il taglio dei parlamentari “propagandistico, perché il partito democratico ha già depositato una proposta nel rispetto dell'istituzione stessa e non in spregio della stessa”.
In conclusione l'ex Ministro ha citato il piano di rilancio avviato dall'esperienza democratica vincente di Obama e le sue scelte per uscire dalla crisi perché anche “l'Italia con le sue tipicità: bellezza, innovazione, creatività, ambiente deve agganciare la via al superamento della crisi. Perché c'è un'Italia che conta sulle sue risorse, non conta sull'illegalità. La Puglia esprime bene questa idea di Italia e la Provincia di Bari può in continuità continuare a lavorare per realizzarla”.