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La Marcia nazionale della Pace a Molfetta contro indifferenza razzismo e cultura dell'odio
15 gennaio 2016

La 48ª Marcia Nazionale della Pace, tenutasi a Molfetta, non è stata una manifestazione, non un evento mediatico ma appuntamento atteso con ansia, trepidazione, quella che accompagna tutti gli appuntamenti in cui si ritroveranno i vecchi amici, se ne conosceranno dei nuovi con i quali si condivideranno momenti indimenticabili. “Vinci l’indifferenza e conquista la pace” è il tema scelto da Papa Francesco per la 49ª Giornata mondiale della Pace. “L’indifferenza oggi è spesso legata a diverse forme d’individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e, dunque, disimpegno. L’aumento delle informazioni non significa di per sé aumento di attenzione ai problemi’’, come è stato detto nella presentazione dell’iniziativa. In occasione della Marcia della Pace, Pax Christi ha organizzato anche alcune interessanti tavole rotonde mercoledì 30 dicembre sul tema “Fratello marocchino” (don Tonino) con Angela Martiradonna ricercatrice in Dinamiche formative ed educazione alla politica, redattrice per la Puglia del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/ Migrantes, esperta in multiculturalità; Giampiero Khaled Paladini Presidente Università islamica d’Italia; Don Raffaele Sarno direttore Caritas Trani, cappellano del carcere di Trani, promotore di una cooperativa di agricoltura con ex detenuti e migranti; testimonianza di Gianluigi De Vito giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, volontario rete di solidarietà per la tratta delle donne; moderato da Elvira Zaccagnino. Nel pomeriggio nuovo incontro sul tema “Laudato sì, mi Signore” (San Francesco), con Don Mimmo Marrone docente in Teologia Morale, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trani; Sergio Paronetto vicepresidente Pax Christi Italia e le testimonianze di Guglielmo Minervini consigliere Regione Puglia, ex obiettore di coscienza in diocesi con don Tonino e del Collettivo giovani di Pax Christi incontra Parigi; moderato da Gino Sparapano. Giovedì 31 dicembre, altra tavola rotonda “Alla fine non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili” (Rosario. Livatino) con don Luigi Ciotti, Gruppo Abele, Libera; Daniela Marcone Libera Puglia, figlia di Francesco Marcone, assassinato il 31 marzo 1995; Mons. Francesco Savino vescovo di Cassano all’Ionio e fondatore a Bitonto, presso il Santuario dei SS Medici, di una rete antiusura, di una mensa per poveri e di una casa di accoglienza per senza fissa dimora e la testimonianza di Paola Natalicchio sindaca di Molfetta; moderato da Rosa Siciliano. La Marcia della Pace ha avuto inizio alle 17 del 31 dicembre: appuntamento presso la Basilica della Madonna dei Martiri dove centinaia di persone, sfidando la bassa temperatura, si sono ritrovate riunite in associazioni, scuole, comitati il cui intento comune è stato quello di testimoniare il desiderio, l’obiettivo di una pace che trasformi un concetto astratto e utopistico in gesti concreti. Suggestiva la cornice del piazzale della Basilica con l’orizzonte aperto al dialogo interreligioso (cattolici, islamici, ortodossi e buddisti), all’accoglienza, secondo l’insegnamento e nel ricordo del Servo di Dio Don Tonino Bello, che nel 1992, piegato, ma solo nel corpo, da un male che inesorabilmente lo avrebbe portato a lasciare la vita terrena, riuscì a guidare la 25ª marcia della Pace. Preceduta dal Convegno Pax Chri-sti, ha registrato circa 1.500 iscritti provenienti da tutt’Italia, ma tantissimi altri partecipanti si sono aggiunti lungo il percorso, raddoppiando questo numero. Emozionata il Sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, che ha salutato i partecipanti, ricordando di aver ricevuto nel 1992 il sacramento della Cresima dall’allora Vescovo della Diocesi Don Tonino Bello, ricordo indelebile. Il sindaco ha salutato tutti i presenti di qualsiasi religione, compresi musulmani e non credenti, ‘‘che stasera sono con noi, che credono con noi che questa non sia la serata di qualcuno contro qualcun altro, ma la serata di tutti contro le stupidità, le bugie, il populismo ignobile che rischia di avvelenare e di soffocarci di paura. Alla paura rispondiamo da Molfetta con l’orizzonte che non si riesce a scorgere del nostro mare. Noi sappiamo mescolarci, contaminarci, sappiamo rotolare in mezzo agli altri. E’ questa la Molfetta che stiamo costruendo, che si mette in cammino con voi e vi ringrazia per aver scelto questo posto per la 48ª Marcia della pace’’. Poi l’intervento del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sull’importanza dell’integrazione, del ruolo dei cittadini pugliesi con una propensione genetica all’accoglienza. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha ricordato i problemi della Puglia: “aria, terra e mare sono continuamente minacciate e oltraggiate dalle emissioni dell’Ilva, dalla piaga del caporalato, dalle trivellazioni in mare, dalle innumerevoli morti in mare dei migranti, specialmente dei bambini che, a differenza di Gesù Bambino, non una mangiatoia come culla, ma il mare come letto di morte hanno incontrato qui da noi. L’indifferenza la vinciamo con la testimonianza della verità, anche rischiando la vita. Aria, terra e mare li dobbiamo difendere noi, così come combattere il caporalato e accogliere i migranti. Questo è il nostro Giubileo della Misericordia”. E’ seguito un momento di preghiera intereligioso introdotto da Mons. Ignazio de Gioia, Amministratore Diocesano e senza ulteriori interventi, i marciatori di pace si sono messi in cammino accompagnati dalle melodie amate da Don Tonino, il vero Regista della Marcia. Durante il tragitto per raggiungere la Cattedrale, è stata fatta una sosta a Piazza Paradiso, per anni luogo preso di mira da vandali durante la notte di Capodanno ed ora assurto ad uno dei luoghi simbolo di rinascita della nostra città. Qui don Ciotti ha messo a dimora un ulivo con il terreno di una terra confiscata alla mafia, un gesto fortemente simbolico in una città che ha ancora bisogno di testimonianze vive e pulsanti. Ed in una Cattedrale colma oltre la capienza consentita, ci sono state, fra le altre, le testimonianze forti dell’Azione Cattolica e degli scout dell’Agesci. Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, l’Associazione contro le Mafie, ha ribadito la necessità di un ruolo attivo di ciascun cittadino. ‘‘Non basta commuoversi, bisogna muoversi. L’indifferenza è il più grande ostacolo alla pace. L’indifferenza è una malattia spirituale ma c’è anche una malattia mortale: la delega. Anestetizza i cuori e addomestica le coscienze. L’indifferenza verso Dio, verso gli altri, verso il creato dice Papa Francesco sono le cause di ingiustizie, di crimini diforme di schiavitù. Quei naufragi, quei morti nel mar Mediterraneo che si aggiungono ai confini della fortezza Europa ci ricordano che il primo naufragio è stato quello delle coscienze. Non dobbiamo parlare di Integrazione perché c’è un integrato e uno che integra. Togliamola quella G. Parliamo di INTERAZIONE! Questo razzismo che ritorna e il disprezzo hanno l’obiettivo del consenso. Per certi linguaggi della politica dobbiamo provare vergogna (per molti ha risuonato come un monito verso alcuni politici locali, ndr). È una sconfitta culturale la costruzione di muri. In Ungheria, in Messico, in India, in Marocco, a Gaza, in Corea. Migliaia di chilometri in tutto il mondo. Dobbiamo abbatterli. E poi c’è la spesa militare: 1.700 miliardi di dollari. La storia ci consegna quella che Papa Francesco ha chiamato la terza guerra mondiale, combattuta con le leggi del profitto. Penso poi al problema delle mafie che ci impoveriscono tutti. Non dimentichiamo che in Italia corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia’’. Chiaro, forte e semplice il suo messaggio e rivolgendosi al sindaco Paola Natalicchio promette: “Paola non ti conoscevo, ma sei una persona forte, onesta, generosa. Pregherò il Padre Eterno per darti una pedata e farti continuare ad andare avanti”. Mons. Luigi Renna, già rettore del Seminario Regionale e oggi Vescovo della Diocesi di Cerignola e Ascoli Satriano ha ricordato l’invito di don Tonino ad essere ‘‘sentinelle che vogliono forzare l’aurora perché sorga presto’’ e il concetto di speranza di S. Agostino: ‘‘la speranza ha due figli: l’indignazione e il coraggio’’. Alla Marcia hanno partecipato numerosi immigrati, soprattutto musulmani. “Questa manifestazione – ha detto Sharif Lorenzini, Portavoce ufficiale del Consiglio Islamico Supremo dei Musulmani in Italia – organizzata in questo periodo assume un significato molto particolare, a circa un mese e mezzo dal terribile attentato di Parigi costato la vita a tante vittime innocenti. Mentre il terrorismo attacca l’ordinario con le bombe e i missili, la pace, invece, è più forte della violenza ed è in grado ‘seminare’ tolleranza e rispetto per costruire un mondo nuovo e migliore. Dunque questa marcia assume un significato diverso da quello tipicamente militare: cammineremo insieme, senza distinzioni, senza recinti e senza riserve perché vogliamo dimostrare che in nome di Dio, quell’unico Dio che ci accomuna, non può esserci odio, sangue e guerra. Il nostro marciare per le strade di Molfetta sarà una testimonianza vera per gli uomini e le donne della nostra epoca che è possibile cercare e trovare pace e misericordia. Anche noi musulmani faremo nostre le parole di Papa Francesco”. Il percorso della marcia, ha previsto il passaggio simbolo nel luogo dell’assassinio del Sindaco Gianni Carnicella ucciso nel luglio del 1992 (ai suoi funerali risuonarono pesanti le parole di condanna di don Tonino “ad ucciderlo non è stato un mostro ma un nostro”) per giungere al Piazzale della Stazione ferroviaria ove si sono susseguiti interventi e testimonianze interculturali per poi proseguire verso il Palafiorentini e infine verso la Chiesa della Madonna della Pace dove è stata celebrata la Santa Messa. La celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, che nell’omelia ha ricordato come la pace sia come un’arte, che si impara praticandola, ci si educa sperimentandola, anche “a caro prezzo”. Alla celebrazione hanno partecipato mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi, grande amico di don Tonino, che con i suoi 92 anni resta l’ultimo dei padri conciliari viventi del Vaticano II, mons. Francesco Cacucci, vescovo della Diocesi di Bari e Bitonto e il vescovo di Trapani, mons. Pietro Maria Frangelli. La Marcia della Pace è stata salutata anche da Papa Francesco, il quale, durante la 49ª giornata mondiale per la Pace, ha ricordato la 48ª Marcia nazionale svoltasi nella nostra città. Un’esperienza unica per i partecipanti, in cui ci si è sentiti parte di un gruppo unito, composto da giovani e meno giovani, uomini e donne, cristiani, musulmani e ortodossi provenienti da tutta Italia, che hanno voluto condividere e dedicare ad altri momenti di preghiera e riflessione e farne promessa di impegno concreto. Un impegno verso Lui, l’indimenticato don Tonino, contro la cultura di odio, che in tanti continuano a diffondere in città solo per tornaconti personali, poco cristiani, che nulla hanno a che vedere con l’insegnamento che il nostro amato vescovo, oggi servo di Dio, ci ha voluto lasciare.

Autore: Beatrice Trogu
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