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“La libertà”, cortometraggio ispirato a un articolo di Ignazio Pansini su “Quindici”
15 novembre 2004

Che cosa è la libertà? Non essere soggiogati a nessun padrone, esprimendo le proprie idee e la propria persona, rispettando il prossimo. Una risposta potrebbe essere questa. Ma la libertà è stata nel passato un miraggio e la storia ce lo insegna e forse anche oggi, in alcuni casi, la libertà non si è proprio concretizzata in tutte le sue piene forme. Tuttavia ci possiamo considerare fortunati, grazie alle lotte dei nostri predecessori. Mimmo de Ceglia e Carlo Pisani hanno dato uno sguardo al passato, realizzando il cortometraggio “Lalibertà”. Nato da un progetto dell'Associazione Culturale “Casa dei Popoli” con la collaborazione della provincia di Bari, il film ha preso forma grazie all'impulso di un articolo storico di Ignazio Pansini scritto proprio su “Quindici”, segnalato da Genni Gadaleta Caldarola. Proiettato all'interno del chiostro della Fabbrica di San Domenico davanti a un pubblico numeroso, il corto ha visto protagonisti cinque anarchici, che guidati da Malatesta, tentarono di liberare il Mezzogiorno dal “padrone”, lo Stato, cominciando dalla zona del Castel del Monte. L'anno era il 1874, l'idea (di Bakunin) era quella di considerare la plebe contadina, sulla quale gravava la tassa del macinato e una vita al limite della sopravvivenza, un serbatoio rivoluzionario, da far esplodere con la propaganda della parola nelle campagne. Ma non funzionò. “Anche in altre, poche, parti d'Italia si volevano ingrossare le file dei rivoltosi, facendo leva sullo spontaneismo insurrezionale dei contadini”- ha spiegato il Prof. Spagnoletti (Storia Contemporanea all'Università di Bari) - “al tempo la presenza dell'Istituzione seguiva tutti i movimenti anarchici e la loro coesione era troppo debole per contrastarla; dalla storia i cinque anarchici pugliesi vengono ricordati come disgraziati. Ma nonostante questo furono assolti nel processo del 1875, un processo contrario a quello che ci si potrebbe aspettare, perché oltre ad essere celebrata quella propaganda di idee, i cinque rivoltosi furono protagonisti di manifestazioni di affetto e simpatia”. Dunque la nostra terra, non passiva ai tumulti dell'epoca ma al centro di una pagina di storia importante, destinata a lasciare un segno. Gli attori, 40 per la precisione, hanno indossato i vestiti d'epoca, sono stati seguiti da Salvatore Margi, che ha organizzato un laboratorio teatrale presso proprio la “Casa dei Popoli”. “Però c'è da fare ancora tanto per il cinema della nostra Puglia che vive ancora una situazione di isolamento ”- ha ricordato il regista Nino Cirasola, intervenuto al dibattito-“ogni regione dovrebbe avere una sua storia filmata, d'altronde anche Giotto per insegnare la storia di San Francesco l'aveva dipinta”. Il cinema può rendere fruibile al pubblico ma soprattutto agli studenti ciò che troppo spesso dai libri di storia (oggi anche fatti di interpretazioni distorte) si apprende con malavoglia. Laura Amoruso laura.amoruso@quindici.it
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