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La Festa d'estate in onore di S. Corrado
15 luglio 2011

Nel 1971 fu soppressa la Festa Patronale in onore di S. Corrado che si teneva nel mese di luglio. Oggi si festeggia in modo minore solo il 9 febbraio; anticamente si diceva la festa d’inverno. Per ricordare i fasti di una volta proponiamo la cronaca della Festa Patronale svoltasi dal 19 al 26 luglio del 1909, riportata sul Corriere delle Puglie quasi giornalmente da Giuseppe Poli corrispondente locale. Le feste sono incominciate da ieri, e ne avremo ancora per un’altra settimana. Molfetta è tutta in festa, tra festoni e luminarie, musiche e frastuoni. Ed ho creduto trattarsi della festa del beato Corrado di Baviera, anzi del Santo, giacchè di dicono, una volta era beato, ora è Santo. Ma non si tratta ne del beato ne del Santo; invece è la festa del Carmine, che quest’anno ha assunte proporzioni allarmanti. Abbiamo avuto oltre la nostra musica, quelle di Terlizzi e la popolare banda Imbriani, di Corato. Ieri sera grande passeggio, sfoggio di eleganti toilettes, bellezza ed eleganza da per ogni dove. Affollati tutti i circoli ed i caffè, specie il Bellucci, testè messo a nuovo. E da dimani incomincieranno i primi cenni alla festa del patrono, la gran festa di luglio, quella di S. Corrado. Fervono i lavori, e sudano le sarte a preparare nuovi vestiti alle marinarelle. I nostri marinai benedicono a San Corrado e alla Madonna dei Martiri per la miracolosa pesca di quest’anno. Non si ricorda giammai, tanto tesoro di pesca! Ed è naturale, che le nostre marinarelle escano anch’esse con la moda e con il lusso. Avremo in questa festa le musiche di Lucera e di Ruvo, entrambe ottime, oltre la nostra, ormai non lo fo per dirlo, una delle migliori. Al corso vi sarà la semplice luce elettrica. Era tempo che si bandisse l’antipatica e malsana acetilene. Un plauso alla commissione della festa. Vi saranno gare a nuoto, di velocità o di resistenza. Ieri sera la nostra Molfetta era elegantissima, ed il nostro corso principale presentava un magnifico e fantastico colpo d’occhio. Una vera inondazione di luce, essendosi raddoppiate le lampade ad arco. In fondo al corso vi è uno stemma a lampadine ad arco, di un effetto sorprendente. Una parola di sincera lode al sig. Conte. I fuochi pirotecnici furono addirittura fantastici e meravigliosi, lavoro del nostro Domenico Vernola e figli, che furono alla fine clamorosamente applauditi. Ammiratissimi, tra le entusiastiche acclamazioni, i razzi variopinti, tra i quali ve ne fu qualcuno,dal popolo chiamato la pioggia delle pietre preziose. Dalle colonne del Corriere rivolgo una calda raccomandazione alle nostre autorità. Perché non provvedere per rendere meno clamorose le batterie infernali? La casa di chi scrive, trovasi in pericolo, trema dalle fondamenta. Non sarebbe male fare minor uso della dinamite. Nel passeggio di queste sere si sono ammirate delle vaporose toilettes, e tra le signore, e tra le nostre popolane, che hanno oramai acquistata eleganza e disinvoltura signorile. Stamattina vi è la grande attesa per la musica in chiesa del giovane e simpatico maestro Angelo sacerdote Mastropasqua, essendo un suo lavoro fatto per l’occasione. Ieri mentre la processione si ritirava, proprio in mezzo al nostro corso principale, e mentre le infernali batterie facevano tremare uomini e palazzi, accadde un grave panico, che per fortuna non ebbe conseguenze dolorose. Si fuggiva all’impazzata: le signore si ricoveravano nei locali più vicini, i preti con i ceri in mano pensavano a qual cosa di rivoluzionario, i musicanti cessarono di suonare ed anch’essi suggestionati dal panico, fuggivano, non pensando alla leggendaria camicia rossa. Non è nulla! Si gridava da qualcuno, ma il panico terribile aveva invaso tutto e tutti e si scappava alla impazzata. Solo San Corrado, il tamauturgo era lì fermo ed impavido, tra le batterie ed i clamori, ed infondendo forse coraggio con la sua irremovibilità! Donde tutto questo pandemonio? Ecco la causa della fuga! Una cavalletta importuna era andata a sbattere sul viso di una bella fanciulla. Questa gridò, le altre gridarono, e da qui urli e fuggi fuggi. La novità del giorno, che ha dato argomento a vivace discussione, è stata la mancanza del Sindaco e della Giunta, al nostro il Santo di Baviera. Del resto era da tempo che non si cadesse in una stridente contradizione. Tutte le anime serene hanno approvata la deliberazione della giunta, giacchè, dicono, bisogna avere il coraggio delle proprie convinzioni. I fuochi pirotecnici di ieri sera furono applauditissimi dalla folla immensa; ma per la verità si potrebbero una volta sopprimere quelle batterie infernali, e di quel danaro pensare per la gente, che non ha pane. I residenti in America, nel Brasile ed in altre lontane regioni, inviarono il loro obolo, per queste famose batterie. La musica di chiesa del giovane sacerdote Angelo Mastropasqua piacque molto per la geniale composizione e per la appuntabile esecuzione, che riscosse generali approvazioni. Al nostro piccolo Perosi le nostre vivissime congratulazioni. La festa si chiuse ieri sera con il solito fiorito passeggio, riuscito più elegante delle sere passate. Ammiratissime le nostre popolane rivaleggianti per distinzione e per eleganza con le nostre signore. I fuochi pirotecnici riconfermarono il valore di Domenico Vendola. I gelatieri fecero affari d’oro. Il caldo opprimente ed afoso agevolò e superò le loro previsioni. La nostra musica con quella di Ruvo furono applauditissime. Una parola di meritata lode alla solerte commissione delle feste, diretta e presieduta con solerzia ed intelletto di amore da Cosmo Sallustio. Ma purtroppo non dovena non poteva mancare la nota dolorosa. Un giovanetto incuato raccolse una bombetta, la quale gli esplose nella mano destra, che venne fatta a brandelli. Corsi io stesso in cerca del dottore, ed il solerte e sempre pronto Francesco Introna con il suo egregio collega Vito Pansini hanno ieri stesso operato il malcapitato giovanetto, portandogli via tre dita. I tre corpi musicali di Lucera, Ruvo e Molfetta entusiasmarono la musicale espletato nelle feste del Patrono S. Corrado di Baviera. Il corpo musicale di Lucera, diretto quel valore che è il maestro prof. Mancini emerse nella sinfonia del “Guglielmo Tell”, nel “Sanctus” di Rossini: nell’”Ave Maria” di Gounod e nella “Giovanna d’Arco” di Verdi. Il corpo musicale di Ruvo si fece applaudire nell’”Africana” del Meyrber, nel “Polito” e nell’”Aida”. Il nostro corpo musicale che è uno dei primi nelle Puglie, diretto dal valente prof. Bonpensiere, fu applauditissimo nella “Cavalleria Rusticana”, nel “Faust”, nel “Mefistofele”, nella “Manon” e nella “Africana”. In concomitanza della Festa arrivarono a Molfetta le torpediniere della Regia Marina: Albatros, Procione, Grifeo, Canopo e Arpia. Alcuni marinai di queste parteciparono alle gare di nuoto programmate.

Autore: Corrado Pappagallo
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