“La fabbrica dei corti”, cinema in libertà
Il chiostro della Fabbrica di San Domenico ha fatto da elegante e suggestiva cornice alla rassegna internazionale dei cortometraggi “la Fabbrica dei corti”. Davanti a un pubblico numeroso e attento ha preso il via un'iniziativa culturale davvero di qualità. La proiezione è cominciata con il corto del vincitore del David di Donatello, Pippo Mezzapesa. “Zinanà” ambientato tra la sua città, Bitonto e Giovinazzo è l'espressione di un sogno di un bimbo che cresce con la speranza di suonare i comuni piatti (appunto le zinanà) nella banda del paese.
Il corto, come ha affermato il regista permette di avvicinarsi al mondo del cinema mantenendo una libertà di espressione assoluta, ponendo lo spettatore a interrogarsi sul significato alcune volte latente. Difatti tutte le altre proiezioni, oltre a portare sulla scena attori promettenti, hanno messo in evidenza la potenza del cortometraggio, capace nella sua brevità di lanciare messaggi e linguaggi completamente nuovi, lontani dalla cultura commerciale.
L'interpretazione dello spettatore è anch'essa svincolata dalle convenzioni e talvolta si rimane spiazzati, ma sempre apprezzando la genialità di questa forma di cinema. Nella Rassegna si è dato spazio ad artisti nazionali e internazionali. I temi affrontati dai registi sono stati i più svariati e tutti hanno dimostrato una etica sociale forte, come “Confini”: storia di detenuti veri che tentano di alleggerire la quotidianità tramite l'espressività di alcuni murales o come “Maria Jesus”, storia realmente accaduta di una immigrata peruviana, oggi a Torino in attesa di permesso di soggiorno. “Sette aprile” mostra Bagdad; una condizione esistenziale alla quale sembra difficile sottrarsi. Alcuni affrontavano l'ossessione nei tempi moderni della pubblicità, che si “infila” anche in una telefonata (“La pubblicità intelligente”), o quella di un uomo per la pulizia (“Clean man”- la minaccia dello sporco viene dall'esterno).
I corti più brevi, quelli internazionali, in un minuto o due hanno saputo creare suspence sfociata in ilarità del pubblico (“All Amateur Ecstasy”- la faccia nascosta del piacere, “My favorite Bush”- una faccia in prima pagina serve sempre a qualcosa). Una creazione al computer degna della Disney è stato “Il destino di Achille”. “Tango” e “Crudo” hanno messo in scena storie di giovani e di incontri. “Sogno vivendo” ha raccontato il confine tra sogno e realtà, mentre una tematica illusionistica per “L'invadenza di Azuzl” in bianco e nero per raccontare la volontà di liberarsi di una invadente divinità.
Al Festival di Bergamo “lo Scalino” è stata premiata l' interpretazione di Antonio Iandolo di Bari nel corto “il Provino”- vuoi vendere l'anima al cinema? Rimasto imprigionato dal suo stesso provino, il protagonista affronta un dialogo con il Marlon Brando del “Padrino” che ha dei risvolti drammatici in quanto si scontrano la sua volontà di uscire dalla cabina prove e la sofferenza di sentire il grande attore ripetere le stesse battute. Sperando di accogliere una seconda edizione ci auguriamo che la creatività venga sempre ricompensata anche con serate intelligenti come questa.
Laura Amoruso
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