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La crisi politica evocata
15 luglio 2015

Una crisi complessa e profonda, ormai tutta politica, espressa nei modi sempre più lontani di leggere la città e i suoi problemi. Sono ore delicate, probabilmente decisive per la maggioranza di centrosinistra guidata da Paola Natalicchio e vincitrice delle elezioni comunali nel giugno del 2013. La verifica amministrativa richiesta dal segretario del partito democratico Piero de Nicolo in seguito all’uscita di Guglielmo Minervini prima e del gruppo politico a lui vicino dopo, dal partito (adesso riunitosi nel movimento politico Democrazia è Partecipazione) ha assunto subito le sembianze di una vera e propria rottura politica che sembra ormai avere pochissime possibilità di ricomporsi. Durante la campagna elettorale per le regionali, de Nicolo, diventato segretario del Pd dopo un congresso straordinario indetto per sostituire il segretario dimissionario Giulio Calvani (legato a Guglielmo Minervini) ha ribadito più volte la necessità di aprire una seria riflessione tra le forze della maggioranza per chiarire tutti i punti meritori di un necessario approfondimento. In primis de Nicolo pur ribadendo più volte di non volere un’altra poltrona da assessore nella giunta, ha chiarito come Rosalba Gadaleta (assessore all’ambiente e all’urbanistica) e Giovanni Abbattista (assessore ai lavori pubblici) non potessero più rappresentare il partito democratico avendo sostenuto in campagna elettorale Guglielmo Minervini. Si è creato quindi un problema di equilibri all’interno della giunta, con il sindaco Paola Natalicchio che ha rivendicato il lavoro fin lì svolto e segnalato che numeri dei risultati delle regionali alla mano non ci sarebbero margini per un rimpasto. A questo si è aggiunto il confronto serrato su un vasto arco di temi che secondo i vertici del Pd (del quale ormai sono parte integrante Annalisa Altomare e Lillino Di Gioia) sarebbero indispensabili per proseguire l’attività amministrativa. Una verifica insomma per rendersi conto di cosa non va e per programmare al meglio il futuro cammino della compagine amministrativa. De Nicolo ha messo sul tappeto una lunga serie di questioni: igiene urbana, sicurezza e contrasto ai fenomeni di illegalità diffusa come l’abusivismo commerciale, politiche turistiche e culturali, attivazione dei meccanismi di supporto a tutte le attività economiche e produttive, opere pubbliche, trasparenza, qualità della vita, caso Porto, urbanistica, welfare, fiscalità. Il primo vertice di maggioranza, dopo una campagna elettorale dai toni accesissimi, si è tenuto giovedì 25 giugno ed è stato subito possibile misurare le distanze tra le due anime della maggioranza, una vicina alle politiche di Paola Natalicchio (Sel, Linea Diritta, Signora Molfetta, Democrazia è Partecipazione), l’altra allineatasi alle richieste di un maggiore approfondimento programmatico (Pd, Centro Democratico, Rifondazione Comunista). De Nicolo ha chiesto un cambio di marcia, ricordato i ritardi, chiesto un maggior coinvolgimento del partito nelle decisioni strategiche dell’amministrazione. Sono seguiti altri vertici sempre più tesi su welfare e bilancio. In particolare è finita sotto i riflettori della verifica la vicenda del centro anziani per anni gestito dalla cooperativa Gea e adesso chiuso dall’amministrazione. L’assessore e vice sindaco Bepi Maralfa ha spiegato i motivi della chiusura. Si tratta di un servizio in proroga da sette anni (pur con un’autorizzazione di soli 5 anni) e gli anziani troveranno ospitalità in altre strutture presenti sul territorio in attesa di bandire una nuova gara. La verifica si è poi spostata sugli equilibri interni al consiglio comunale. Il Pd ha disconosciuto due suoi assessori. Giovanni Abbattista è uscito dal Partito Democratico, diventando assessore in quota a “Democrazia è Partecipazione”, il movimento rappresentato in consiglio da Damiano Angeletti e Davide de Candia (il gruppo vicino a Guglielmo Minervini), mentre Rosalba Gadaleta l’altra ex Pd è stata blindata da Paola Natalicchio, considerata come assessore tecnico. De Nicolo ha fatto presente che con 6 consiglieri comunali, il Pd avrebbe meritato ben altro spazio, mentre il sindaco ha ricordato che al Pd spettavano solo 2 assessori, considerando quello della Gadaleta come tecnico e uno adesso era in quota Democrazia è Partecipazione. La situazione è ben presto degenerata: il Pd ha chiesto a Tommaso Spadavecchia, suo assessore allo sport e al commercio di rassegnare le dimissioni che una volta presentate al sindaco sono state dichiarate irrevocabili dal direttivo del partito. Il Pd a quel punto si è costituito come forza politica estranea alla maggioranza alla quale ha garantito un appoggio esterno. Secondo Paola Natalicchio una posizione inaccettabile, finalizzata solo a logorare l’amministrazione per preparare il ricorso alle urne in un secondo momento. Così nell’ultimo vertice di maggioranza, il sindaco si è rifiutata di far visionare il bilancio (che deve necessariamente essere approvato entro il 30 luglio) a de Nicolo: “No Piero, se Tommaso Spadavecchia non ritira le dimissioni non potete vedere il bilancio perché siete fuori dalla maggioranza e implicitamente ci dite di non condividerlo”, ha affermato il sindaco mentre gli altri esponenti del Pd hanno ribadito l’impossibilità di votare un bilancio senza visionarlo. È stato l’apice di mesi di tensione che hanno visto sempre al centro delle polemiche l’urbanistica e il caso porto. Adesso sembra essere giunti ai titoli di coda salvo improbabili colpi di scena dell’ultimo secondo. La maggioranza non ha più i numeri per andare avanti (oltre al Pd, attualmente anche Rifondazione Comunista e Centro Democratico, in tutto 8 consiglieri non voterebbero il Bilancio). Ora la palla è in mano al sindaco. Mentre scriviamo, le ultime voci danno probabile un passaggio in consiglio comunale, dove il primo cittadino vorrà contare i pro e i contro e farsi sfiduciare a viso aperto da chi non condivide più l’esperienza amministrativa. In caso di voto sfavorevole, il sindaco rassegnerà le dimissioni e la città verrà commissaria per la terza volta a partire dal 2008, in attesa delle elezioni anticipate.

Autore: Onofrio Bellifemine
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