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La crisi arriva a colpire anche i ceti medi
15 dicembre 2011

La disoccupazione, vero fl agello della nostra società, è la causa principale dell’incremento della povertà in Italia. Per l’attuale crisi economicofi nanziaria il fenomeno ha assunto dimensioni gigantesche: dati e statistiche confermano il preoccupante trend degli ultimi tempi. Ad esempio, le famiglie italiane sono diventate più anziane e ristrette e, di fronte alla dilagante disoccupazione giovanile, anche il principale ammortizzatore sociale per le nuove generazioni. Anche a Molfetta la situazione non è delle più rosee, secondo il Quinto Rapporto sulla povertà 2010 della Caritas diocesana. Quasi il 45% di coloro che si sono rivolti ai Centri di ascolto è disoccupato, mentre il 25% non trova lavoro. Per questo motivo, i bisogni individuati sono problemi di lavoro (26%) e disoccupazione (30%), cui si aggiungono problemi familiari (8%) e abitativi (12%). Costanti rispetto al 2009 le richieste di beni e servizi (70%), di sussidi economici (14%) e di lavoro (12%), mentre maggiore l’utenza (da 840 a 970), soprattutto donne (65%), che continuano a essere la fi gura di riferimento in famiglia e portavoce dei suoi problemi. Ridotta la percentuale degli uomini (33%), aumentano celibi, vedovi e persone sole, mentre si mantengono stabili le percentuali per coniugati (47%) e dei separati (9%). Altre categorie vessate pesantemente dalla crisi sono i pensionati (6,55% nel 2010 rispetto al 5% del 2009) e i precari, nuova tipologia di poveri che la riforma del mercato del lavoro ha prodotto. Aumentano anche gli stranieri, soprattutto rumeni, marocchini e albanesi (si rivolgono ai CdA diocesani meno italiani rispetto al 2009), tendenza confermata dall’arrivo nella scorsa primavera di alcuni profughi, cui è stato rinnovato il permesso di soggiorno. Invece, per i richiedenti asilo politico il colloquio con la Commissione territoriale di Bari per sembra sia stato fi ssato tra dicembre 2010 e gennaio 2011. Insomma, la percezione di una forte crisi si ha anche a livello locale e le istituzioni religiose lanciano un monito affi nché non si resti impassibili ed insensibili di fronte a una piaga sociale che attanaglia specialmente i ceti più bassi. Nella prefazione al Rapporto, Mons. vescovo Luigi Martella, ricordando gli orientami pastorali del prossimo decennio invita la Caritas a sviluppare «tutta la sua potenzialità educativa, svelando così il volto di una chiesa che serve ed è attenta verso i bisogni di tutti, specialmente dei più poveri», verso cui bisogna porsi con «ulteriore slancio e passione». Dunque, a dispetto di quanto i mass media fi ltrano da Roma e dalle dichiarazione della classe politica dirigente la crisi c’è e noi italiani ne stiamo pagando le pesanti conseguenze. Altro che benessere diff uso propagandato da Berlusconi per nascondere il proprio fallimento, con ristoranti aff ollati e aerei pieni: qui c’è la nuova povertà, che sconcerta di più perché colpisce quelli che ieri erano quasi benestanti.

Autore: Davide Fabiano
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