La confusione mentale del cane anziano
Child non è più un cucciolo ma è un anziano Golden retriever di 14 anni. Quando i proprietari mi telefonarono per prenotare la prima visita comportamentale si dilungarono molto più per riferirmi il loro grande amore verso Child, di quanto fosse stato ed era ancora importante nella loro vita, di aver cercato in tuti i modi di risolvere “il problema” ma senza nessun risultato e che adesso la situazione era veramente diventata insostenibile. Era talmente evidente il loro senso di colpa per provare un senso di “fastidio” nella convivenza con il loro cane che dimenticavano di parlarmi del disturbo comportamentale del loro amato quattro zampe. Evito di indagare telefonicamente sul problema del cane e fisso l’appuntamento per il giorno dopo. Child è ancora uno splendido golden, di dimensioni più grandi del normale, conserva ancora una buona struttura fisica se non per una leggera ipotrofia dei muscoli delle zampe posteriori. Il cane non mostra interesse particolare né verso la struttura ambulatoriale né tanto meno verso il sottoscritto. In sala visita dopo aver fatto la pipì senza alzare la zampa si accascia al suolo e inizia a fissare il muro. I proprietari riprendono il racconto iniziato telefonicamente il giorno prima, riaffermando l’amore verso il loro cane con il quale hanno condiviso tantissimi momenti importanti della loro vita. Tuttavia, negli ultimi tempi Child è diventato irriconoscibile, un elemento di disturbo, un “corpo estraneo” all’interno del loro nucleo familiare. Child mangia in continuazione e a volte ingerisce anche oggetti non commestibili, sporca in casa “cosa che non aveva mai fatto neanche da cucciolo” e soprattutto ha scambiato il giorno per la notte, vaga al buio per casa ululando continuamente. I proprietari avevano già fatto tutta una serie di esami ematologici e clinici che mi permettevano di escludere disfunzioni metaboliche e ormonali. Child soffre di disfunzione cognitiva del cane anziano: un disordine degenerativo a carico delle cellule nervose e conseguenti modificazioni a livello cerebrale. Questi cambiamenti portano ad alterazioni nella percezione del mondo esterno, confusione e disorientamento, deficit della memoria e dell’apprendimento e possono alterare il ciclo sonno veglia. Questa sindrome può essere paragonata per sviluppo e sintomatologia alla malattia di Alzheimer dell’uomo. I sentimenti nei confronti dei cani anziani malati sono diversi e contrastanti. Da una parte, c’è la difficile accettazione dell’inevitabile invecchiamento e dell’avvicinamento alla fine della loro vita che inducono nei proprietari un’alterazione dello stato dell’umore, caratterizzato da tristezza e ansia. Questi sentimenti sono però in contrasto con lo stato di crescente irritazione nei confronti dei comportamenti indesiderati del cane, come la continua ricerca di qualcosa da ingoiare che obbliga a non dimenticare nulla in giro per casa, le eliminazioni inappropriate e soprattutto le alterazioni del ciclo sonno-veglia che, come per i proprietari di Child, sconvolgono realmente i loro ritmi di vita. Subentra poi un terribile senso di colpa dato dal provare sentimenti negativi nei confronti di un essere che fino a poco tempo prima si giurava di amare incondizionatamente, è come se si trasgredisse a rigide regole morali che inducono a uno stato di inquietudine, angoscia, tristezza e dolore. S’innesca inconsciamente un circolo vizioso che ci induce a ricercare una causa al di fuori di noi, qualcuno o qualcosa che abbia la responsabilità di questi sentimenti negativi che inondano la nostra mente. In ragione della maggiore longevità dei nostri quattro zampe come comportamentalista mi trovo sempre più spesso ad affrontare questi disturbi del comportamento. Non è per nulla facile gestire queste dinamiche familiari conflittuali che si creano nell’affrontare queste problematiche. Il raffronto con la malattia di Alzheimer dell’uomo aiuta il proprietario a rendersi contro che c’è un reale problema degenerativo cerebrale e che i comportamenti del cane non sono frutto di dispetti o maleducazione. Ho convinto i proprietari di Child a iniziare un trattamento farmacologico, di tenere il più alto possibile l’attenzione del cane anche con giochi di facile esecuzione. I proprietari di Oreste sono ora consci della malattia del loro cane, sono al corrente che progredirà e diventerà sempre più invalidante ma ora sono pronti ad affrontarla con consapevolezza . Marco Catellani, Biologo e Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale catellanimarco63@gmail.com