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La città e il sindaco esultano: è stata la vittoria del popolo. Festa in piazza con Iaia Calvio
15 marzo 2014

Ogni attesa ha una sua fine ed alla fine… arriva il sospirato verdetto. Così è stato per Molfetta, dopo rinvii, anticipazioni, passaparola, politici che già cantavano vittoria e che si preparavano ad una nuova campagna elettorale. L’ex sindaco sen. Antonio Azzollini era già sicuro dello scioglimento del consiglio comunale che si era messo a fare volantinaggio al corso Umberto e aveva riempito di maxi manifesti la città arrogandosi il merito della zona franca che in realtà, come Quindici ha pubblicato, è stata finanziata dalla Regione Puglia (il sindaco Paola Natalicchio ha dedicato ad Azzollini anche un passaggio del suo discorso a corso Umberto “Poi torni alla zia”). Tempo inutile quello del senatore berlusconiano e del centrodestra, energie sprecate perché Molfetta sarà governata, fino alla fine del mandato, dalla giunta che ha legittimamente e legalmente vinto le elezioni. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Comune di Valenzano, confermando che i consiglieri provinciali possono autenticare le firme relative alle operazioni per l’elezione dei sindaci ed il rinnovo dei consigli dei comuni della provincia mentre i consiglieri comunali hanno analoga possibilità per le elezioni del sindaco ed il rinnovo del consiglio del loro comune. Avendo il Comune di Molfetta proposto intervento, ad adiuvandum a quello del Comune di Valenzano , in suo favore e contro, ad opponendum i cittadini molfettesi proponenti il ricorso e a favore di nuove elezioni, la sentenza è applicata anche alla città di Molfetta. Soddisfazione espressa dalla maggioranza che continuerà a lavorare sicuramente con più serenità, senza dover continuare a “difendere” la sua vittoria dai fantasmi di una inesistente ingiustizia. La notizia della pronuncia della sentenza è stata data per prima da “Quindici” che ha pubblicato l’intera sentenza (dopo ripresa da altri) e poi divulgata anche grazie al popolo dei social. Complimenti, felicitazioni ed auguri anche da qualche consigliere di minoranza, testimone di una opposizione seria e costruttiva. Poi appuntamento in piazza davanti al Liceo Classico dove sono accorsi sostenitori dell’amministrazione a capo della quale il sindaco Paola Natalicchio che, senza trionfalismi, ha ribadito che la sentenza del Consiglio di Stato è cosa buona e giusta in quanto assunta nel rispetto dell’art. 1 della Costituzione Italiana che recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Rispettata, pertanto, la volontà popolare che ha portato alla vittoria dell’amministrazione Natalicchio. Sul palco un’altra donna, Iaia Calvio, coraggiosa sindaco PD di Orta Nova, sfiduciata dalla stessa giunta per non aver ceduto alle pressioni di imprenditori e dagli stessi consiglieri comunali che pretendevano assunzioni presso le ditte aggiudicatrici di appalti pubblici, Iaia Calvio sostiene con forza l’amministrazione Natalicchio, affermando che è quella che lei vorrebbe se fosse cittadina molfettese. La parola è passata al vicesindaco Bepi Maralfa ed ai segretari delle liste che hanno sostenuto l’elezione di Paola Natalicchio e che avrebbero continuato a sostenere anche in caso di nuove elezioni. Il sindaco ha affermato che la sua giunta non è perfetta ma è indubbiamente costituita da cittadini onesti che intendono lavorare col cuore solo per il bene della città, per il bene comune e non per i propri beceri interessi. Ora, passata anche questa fase di instabilità politica provocata dal centrodestra che non accetta la sconfitta (sembra che Azzollini abbia avviato un altro ricorso, sperando di vincere una battaglia perduta nelle urne e soprattutto perduta nella città, perché i molfettesi lo hanno bocciato per aver malgovernato, lasciando Molfetta in ginocchio e in un disastro amministrativo che non si ricordava dal dopoguerra) ci si deve rimboccare le maniche e governare. Le aspettative sono tante, i problemi sono molti e non facili da risolvere, i debiti lasciati in eredità sono molti, ma il grande impegno di passione e soprattutto di lavoro che stanno dimostrando i nuovi amministratori è apprezzabile. Ma non basta: occorre agire e presto per ottenere dei risultati concreti.

Autore: Beatrice Trogu
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