La cattiva gestione della sanità a Molfetta
Gentile Direttore,
le scrivo contando sull'aiuto di un giovane nipote, per raccontarle un episodio relativo alla sanità cittadina.
Ho 82 anni, vivo a Molfetta, ho subito in passato due interventi alla cataratta presso l'ospedale di Terlizzi, ma la vista mi si è nuovamente indebolita ed ho avvertito l'esigenza di un controllo, sperando di non dovermi nuovamente operare. Fino allo scorso anno prenotavo la visita telefonicamente. Una settimana fa ho chiamato, usando il solito numero, cui però non ha risposto nessuno. Ho chiesto ai miei figli di trovarmi sull'elenco quello del centralino, ho richiamato e mi hanno risposto che per prenotare dovevo andare lì di persona.
Ora una persona anziana non può certo andarci da sola e in autobus, ho dovuto nuovamente far intervenire uno dei miei figli che mi ha accompagnata. L'orario d'accettazione delle prenotazioni va dalle 8 alle 12, siamo arrivati lì alle 11,45 e l'addetto cui abbiamo chiesto a quale ufficio rivolgerci ci ha quasi aggredito, chiedendoci che ora fosse, perché se si fossero sfiorate le 12 sarebbe stato inutile anche solo avvicinarci all'ufficio. Fattogli notare che mancava un quarto d'ora ce lo ha indicato, ma una volta lì, abbiamo scoperto che per effettuare la prenotazione è necessario esibire la prescrizione del medico di base. Sarà anche giusto, ma perché non me lo ha detto l'impiegato con cui ho parlato telefonicamente per ben due volte? Non sapendolo non avevo provveduto a farmela fare. Così che il viaggio a Terlizzi è stato del tutto inutile e ho dovuto pregare mio figlio di accompagnarmi un'altra volta ed ancora ci dovremo tornare per la visita vera e propria che finalmente mi è stata fissata.
Mi chiedo: e se non avessi avuto nessuno su cui contare? E, comunque, è giusto che ci si debba allontanare dal lavoro, spendere denaro in benzina per una prenotazione e che non vi sia un'adeguata informazione a proposito?
Che fiducia potrei avere in un'organizzazione così disorganizzata? E cosa accadrà se, con la chiusura d'alcuni reparti dell'ospedale di Molfetta, fossi costretta a rivolgermi spasso a strutture lontane? I miei figli lavorano e non posso certo disturbarli più di tanto.
La ringrazio per la sua attenzione.
Giuseppina De Bari
Lei saprà che sulle pagine di questo giornale abbiamo dedicato da sempre grande attenzione alla sanità e al funzionamento degli ospedali del territorio e alle lunghe code all'ufficio ticket, caos che non ci risulta essere stato superato, per una cattiva organizzazione di questo servizio. Seguiamo sempre le vicende della sanità pubblica (trova anche in questo numero articoli sull'ospedale e il preventorio).
Ancor di più da quanto si è cominciato a parlare di razionalizzazione, Ebbene sì, è proprio così che è chiamata la procedura con la quale la regione vuol sistemare e rendere più produttivi ed efficienti gli ospedali pugliesi. I risultati finora visti non ci sembrano francamente apprezzabili e la sua vicenda, seppure minima, dimostra una volta di più come il cittadino non sia sufficientemente garantito nei suoi bisogni fondamentali.