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“L'omicidio ebbe un effetto disgregante” Annalisa Altomare, prese il posto del sindaco Carnicella: oggi ricorda così quei giorni terribili
15 luglio 2002

Dopo l'assassinio del sindaco Giovanni Carnicella, a prendere il suo posto fu Annalisa Altomare (nella foto), sua compagna di partito e amica personale di vecchia data. A lei abbiamo rivolto alcune domande: per aiutarci a conoscere meglio la figura di Carnicella, ma anche per provare a esprimere valutazioni su una morte che per alcuni fu un sacrificio, per altri un martirio, ma con la quale forse non tutti in città hanno ancora fatto i conti. Dott.ssa Altomare, che ricordo ha di Giovanni Carnicella? “Era una persona franca e leale. Con Gianni non era difficile entrare in sintonia. Sin dal primo momento. Aveva un'autorevolezza innata, incuteva rispetto: era serio, ma dotato anche di grande ironia e di autoironia. Era immediato e molto rigoroso, soprattutto nel suo modo di intendere l'impegno politico. Fu uno degli alfieri dell'esigenza di cambiamento, ma nella continuità. Non credeva nelle cesure, ma sentiva forte la responsabilità di dare una prospettiva nuova alla vita politica cittadina e non solo. Ricordo ancora quando nel 1980 Gianni ed io occupammo insieme per la prima volta i seggi del Consiglio comunale: eravamo molto giovani, e come normalmente accade tra due persone della stessa età, c'era tra noi un rapporto personale più diretto”. Sedersi al suo posto nel 1992 fu difficile, naturalmente. Si aprì una nuova stagione politica dopo quell'atroce assassinio? “La classe politica di allora fu colpita pesantemente da quella morte ed è rimasta tramortita per un po' di tempo. Ancora in alcuni di noi esiste una cicatrice profonda: non solo della Dc, ma anche negli amici avversari politici di Gianni, che con lui avevano un rapporto costruttivo, politico-amministrativo. Cosa è cambiato dopo? Molte cose. Nello stile di autonomia piena assunto dal consiglio comunale. Nel diverso rapporto con i partiti. Ma l'omicidio di Giovanni Carnicella ebbe soprattutto un effetto disgregante. Alcuni consiglieri volevano scioglimento del consiglio comunale e anche la mia elezione non fu facile: servirono molti rinvii del consiglio. Era stato colpito un ente al cuore: tutto era in preda al guazzabuglio totale. Fu una mazzata pesantissima. Non in testa. Al cuore”. L'assassino di Giovanni Carnicella, Cristoforo Brattoli, stando alla sentenza di condanna emessa dal tribunale di Trani nel 1993, vantava spesso amicizie e conoscenze politiche… “Nel processo ci fu un disegno perverso che andò a giustificare il gesto di un singolo soggetto all'interno di un humus degradato politica. Ma la realtà non è questa e quello che è espresso nella sentenza non può dirsi fino in fondo verità. Riconosco il pudore di chi in quel momento non ha levata alta la voce, per evitare di rendere ancora più dolorosa una vicenda. Ma alcuni provarono a fare un processo sommario della classe politica: si volle caricare di dipietrismo una vicenda che aveva altre radici”. Come giudica la situazione socio-politica attuale? “Sulla situazione socio-politica attuale non esprimo un giudizio complessivamente favorevole. Penso che sia necessario recuperare un po' di più il prestigio dell'ente comunale e soprattutto il legame tra cittadino e amministrazione”. Tiziana Ragno
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