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L'invasione del cemento Ecco tutte le accuse
15 luglio 2011

Associazione A delin quere INDAGATI: Altomare Rocco; Altomare Donato, Del Rosso Giambattista, De Simine Nicolò, Altomare Corrado, De Robertis Alessandro, De Giglio Marta, Di Mola Gaetano, soci dello Studio tecnico A&D. Accusa : essersi associati per «procurarsi ingiusti vantaggi patrimoniali derivanti da attività illecite» nel settore dell’edilizia. In particolare, Altomare «agevolava le pratiche edilizie provenienti dallo Studio Associato A&D di cui era socio occulto» con l’emissione di «provvedimenti in conflitto d’interessi e/o ideologicamente falsi». Gli altri tecnici «promotori e esecutori del sodalizio criminoso (il Del Rosso anche nella qualità di responsabile della Commissione Paesaggistica del Comune di Molfetta)» predisponevano pratiche edilizie e progettazioni «per eludere le disposizioni normative in materia urbanistica ed edilizia, prospettando interventi diversi da quelli realizzati», e «le norme previste dalla legge e dai piani vigenti», edificando «in palese violazione di legge». Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio; lottizzazione abusiva ; Interventi subordinati a permesso di costruire; PROGETTAZIONE, DIREZIONE ESECUZIONE, RESPONSABILITà e Denuncia dei lavori ; Opere disciplinate e gradi di sismicità; Falsità ideologica e materiale INDAGATI: Altomare Rocco; Altomare Nicolò; Spadavecchia Mauro della Ditta Galassia; Favuzzi Onofrio dell’impresa Ditta Five. Accusa : Altomare, «con abuso del suo ufficio », e gli altri hanno concorso fra loro «per ottenere la trasformazione illegittima dello stabile dell’ex Hotel Tritone da albergo a edificio residenziale ». La pratica edilizia, i permessi a costruire e la variante del 2009 sono «atti falsi perché basati sulle false dichiarazioni inerenti la tipologia dell’intervento edilizio» che consente una «lottizzazione abusiva […] in violazione del Prgc adottato in zona A2 (centro storico)», senza il deposito dei calcoli in cemento armato al Genio Civile e il parare di un tecnico abilitato in zona sismica. Dichiarato «un progetto di restauro e risanamento conservativo», si trattava di «una ristrutturazione edilizia con mutamento di destinazione d’uso […] con aumenti volumetrici e di sagoma dell’edificio, in violazione delle norme urbanistiche edilizie». Lo scopo era eludere il «vaglio del Consiglio Comunale» che non avrebbe potuto operare senza un piano particolareggiato o di recupero prescritto dal Prgc. Inoltre, concordavano «la promessa di Spadavecchia Mauro, proprietario dello stabile, di ricevere denaro o immobili dello stesso edificio» attraverso una scrittura privata in cui risultavano 400mila euro di onorari professionali allo Studio A&D per l’incarico ricevuto o, in alternativa, un immobile di uguale valore. «Avvalendosi di tale clausola, si assicuravano un intero piano ad uso ufficio del valore di 900mila euro». CONCUSSIONE INDAGATI: Altomare Rocco; Altomare Donato, Altomare Corrado, Di Mola Gaetano. Accusa: Altomare, per «avvantaggiare la ditta IVS di Valente Francesco, importante cliente della Società A&D, costringeva l’ing. Altamura Pantaleo», con «minacce riguardanti ripercussioni sull’attività lavorativa, a rinunciare al compenso di 28mila euro» dovutogli dalla Ditta IVS, che otteneva «ingiusto vantaggio patrimoniale». Allo stesso modo, «costringeva Auricchio Pasquale, legale rappresentante della Società SICCMED, a stipulare con la Società A&D l’incarico professionale per un importo di 10mila euro» per ottenere dall’UTC il permesso a costruire e ampliare un capannone della zona artigianale (attività già affidata all’ing. Altamura Pantaleo). Gli imputati «inducevano l’Auricchio ad abbandonare l’incarico» l’ing. Altamura, «che formalmente restava ancora tecnico incaricato», e a stipulare un contratto di prestazione professionale con la A&D, versando i 10mila euro con un «apparente contratto di prestazioni professionali » per un’attività già svolta da un altro tecnico. ABUSO D’UFFICIO; Falsit à ideologi - ca e materiale ; lottizzazione abusi - va ; Interventi subordinati a permesso di costruire ; PROGETTAZIONE, DIREZIONE ESECUZIONE, RESPONSABILITà e Denuncia dei lavori di realizzazione ; Opere di - sciplinate e gradi di sismicit à INDAGATI: Altomare Rocco; Guastadisegno Pantaleo e Michele, Ayroldi Felice, Lucivero Saverio e Caputo Rosa, proprietari terrieri; Dolceamore Giuseppe della Ditta Antinfortunistica Nazionale e Marasciullo Alessio della Ditta Turenum Restauri (imprese esecutrici dei lavori); Germinario Mariangela, rappresentante legale della M.C.S e Brillante Donato della Edil Brillante Donato, rappresentanti (imprese esecutrici dei lavori); Cristiani Antonio dell’Impresa Edilcria esecutrice dei lavori; De Robertis Alessandro, Altomare Donato, Di Mola Gaetano, Del Rosso Giambattista. Accusa : i tecnici dell’A&D dichiaravano in «false attestazioni contenute nella Dia» e «nel certificato di collaudo» (firme del geom. De Robertis e dell’ing. Donato Altomare) e nel deposito dei calcoli di cemento armato al Genio Civile (firma dell’ing. di Mola) di «realizzare due cisterne fuori terra, edificando invece villette ad uso residenziale», favorendo «una lottizzazione abusiva di terreni» in zona E (agricola), dove è vietata qualsiasi attività edificatoria. Assenti i permessi a costruire e il parere dell’Ufficio Provinciale dell’Agricoltura, Altomare «nelle pratiche edilizie non riscontrava l’assenza delle condizioni stabilite dalle norme» e «le illegittimità delle opere abusive eseguite in totale difformità rispetto alla DIA». «In esecuzione del medesimo disegno criminoso», il dirigente «emetteva illegalmente la certificazione di destinazione urbanistica del suolo» per la successiva vendita dei fabbricati. lottizzazione abusiva ; Interventi subordinati a permesso di costruire ; Falsit à ideologica materiale ; REATO CONTINUATO; ABUSO D’UFFICIO; RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO (OMISSIONE) INDAGATI: Altomare Rocco; Spagnoletta Rosa, proprietaria-committente; Petruzzella Giuseppe dell’Impresa Edil GP esecutrice dei lavori; Di Mola Gaetano e de Robertis Alessandro Accusa : è stata realizzata «una lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio […] in zona E» con la costruzione di un «complesso di produzione agricola» previsto come «plesso a uso residenziale». Il permesso di costruire («illegittimo» perché «comportante trasformazione urbanistica e edilizia dei terreni», violando le prescrizioni del Prgc) era stato rilasciato senza la documentazione degli impianti tecnologici, la relazione sul contenimento energetico, l’atto di asservimento dei suoli ricadenti in agro comunale diverso da quello dell’intervento (Bitonto), il lotto minimo d’intervento, la certificazione dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura. Inoltre, l’area d’intervento era «sfornita di strumenti urbanistici particolareggiati», per cui «era consentita solo attività manutentiva degli immobili preesistenti e non nuove edificazioni». Altomare «ometteva di sospendere i lavori intrapresi e di procedere con l’ordinanza di annullamento del permesso a costruire […] come disposto dal TAR Puglia». Confermava in modo illegittimo il relativo Piano di Comparto, rilasciando un «atto di sanatoria illegittimo» e consentendo di proseguire nell’attività di lottizzazione abusiva, mentre i progettisti De Robertis e Di Mola dichiaravano la falsa conformità al Prgc per la realizzazione e la presentazione della domanda, poi recepita dal dirigente. ABUSO D’UFFICIO; DISTRUZIONE O DETURPAMENTO DI BELLEZZE NATURALI; OPERE ESEGUITE IN ASSENZA DI AUTORIZZIONE O IN DIFFORMITA’ DA ESSA; Interventi su - bordinati a permesso di costruire ; lottizzazione abusiva ; Falsit à ideolo - gica e MATERIALE; Opere disciplinate e gradi di sismicit à INDAGATI: Altomare Rocco; Caputi Eleonora, presidente pro-tempore della Cooperativa edilizia Paolo Poli, proprietaria terriera; Gadaleta Corrado, impresa esecutrice dei lavori; Alba Vito della Ditta VIALCO esecutrice dei lavori e proprietario dei terreni; Tattoli Sergio, presidente pro-tempore della Cooperativa edilizia Giove B, proprietaria dei terreni; De Gennaro Antonio, impresa esecutrice dei lavori; Minervini Lucrezia, Carabellese Vito Cesare e Mauro e Maria Carmela, Ayroldi Martino della Ditta Casa Nova, proprietari terrieri; Cristiani Antonio della Edilcria, impresa esecutrice dei lavori; Pistillo Giuseppe, come impresa edile delle opere in cemento armato; Gadaleta Cosmo della Ditta Roma Immobiliare, proprietaria del terreno; Breglia Maria Gemma, firmatario e componente della commissione paesaggistica; Gadaleta Antonio, progettista e direttore dei lavori; Amato Michele, progettista; Mancini Ignazio, firmatario e componente della Commissione paesaggistica del Comune di Molfetta; Altomare Donato, De Simine Nicolò, Del Rosso Giambattista, Altomare Corrado e Di Mola Gaetano, De Robertis Alessandro, De Giglio Marta. Accusa : per la costruzione di 9 case a schiera nel comparto 6 (Gadaleta Corrado), Altomare «emetteva, in assenza degli atti propedeutici di natura ambientale, il permesso a costruire illegittimo » e «l’autorizzazione paesaggistica ai sensi del Putt, non trasmessa volontariamente alla Soprintendenza». Assente l’autorizzazione della Soprintendenza e il parere dell’AdB perché «area sottoposta a vincolo idrogeologico», consentiva «la realizzazione di costruzione abusiva […] all’interno della fascia di 150m dal limite della Lama Martina o Lama Cupa […] deturpando un bene ambientale». Per le case a schiera di edilizia privata nei comparti 7-8 (Ditta VIALCO), Altomare emetteva anche «parere paesaggistico ideologicamente falso». Violando le prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti attraverso una «lottizzazione abusiva dei terreni a scopo edificatorio », si realizzava un «aumento di volumetrie […] che consentiva illegittimamente di trasferire volumetrie provenienti dal comparto 5 […] in assenza del PUE del comparto 5 non ancora esecutivo». Per l’«edificazione abusiva» di una palazzina nel comparto 5 all’interno della fascia di 150m del limite della Lama Martina-Cupa (Coop. Giove B), il dirigente emetteva «permesso di costruire illegittimo » e «falso» perché «derivato dalle false attestazioni contenute nell’autorizzazione paesaggistica ai fini del Putt» (non trasmessa alla Soprintendenza). Si richiamava il parere di Del Rosso, presidente della Commissione, secondo cui «la Regione Puglia con l’adozione del Putt aveva definitivamente escluso dal vincolo paesaggistico la Lama Martina», permettendo un’edificazione abusiva in assenza dell’autorizzazione della Soprintendenza e del parere dell’AdB. Anche per le case unifamiliari a schiera nei lotti A10-A21 del comparto 6 (Ditta Casa Nova), la Procura ha riconosciuto illegittimo il permesso a costruire e false le attestazioni dei progettisti, che consentivano una «lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio con un’edificazione superiore 1000mc di volumetria» all’interno della fascia di 150m del limite della Lama Martina-Cupa. Mancavano l’autorizzazione paesaggistica, il parere dell’AdB, il deposito della progettazione e degli impianti e del calcolo in cemento armato al Genio Civile per un «intervento edilizio di trasformazione urbanistica», in cui i fabbricati erano alti 10,35m (altezza massima di 8m prescritta del PUE) con un «evidente aumento di volumetrie». Illegittimi anche il permesso di costruire e l’autorizzazione paesaggistica (a firma dell’agronomo Breglia) per la costruzione di case unifamiliari a schiera nel lotto A9 del comparto 6 (Ditta Roma Immobiliare), consentendo «una lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio [...] all’interno della pagina di 150m dal limite della Lama Martina-Cupa». Inoltre, i fabbricati avevano altezza pari a 10,49 + 0,25m superando l’altezza del PUE (differenza nell’altezza passata come «volume tecnico con conseguente aumento di volumetria»). ABUSO D’UFFICIO; Falsità ideologica e materiale ; lottizzazione abusiva ; Interventi subordinati a permesso di costruire INDAGATI: Altomare Rocco; De Candia Ignazio, proprietario terriero; de Nichilo Corrado della EdilCoda, impresa esecutrice dei lavori; Del Rosso Giambattista, De Simine Nicolò, Altomare Donato, De Robertis Alessandro. Accusa : Altomare emetteva permesso a costruire per la «redistribuzione interna con aumento della volumetria di un manufatto edilizio agricolo con recupero delle volumetrie da altro fondo» di proprietà di De Candia. «Atto illegittimo» perché in contrasto con il Prgc che prevede per le attività edilizie e di trasformazione di carattere residenziale la disponibilità di un lotto minimo di 10mila mq (requisito assente). L’immobile era anche oggetto di condono. A questi vizi di origine, Altomare aggiungeva una prima DIA definita come «ristrutturazione edilizia leggera» (redistribuzione interna degli ambienti e dei volumi; realizzazione di un pergolato ligneo a giorno già approvato con mutamento di destinazione d’uso da vano tecnico a deposito a dormitorio; inglobamento della cisterna per le acque meteoriche, trasformando la costruzione in mensa aziendale) e una seconda «per cambio di destinazione da manufatto agricolo a attività di produzione e somministrazione di bevande e alimenti», violando il Prgc. ABUSO D’UFFICIO; Falsit à ideologica e materiale INDAGATI: Altomare Rocco; Innominato Giovanni della Ditta Aedilis; de Cesare Cesarea, proprietaria terriera; Del Rosso Giambattista e De Giglio Marta. Accusa : Altomare consentiva una «lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio» all’interno del comparto 16 (zona C1) con «autorizzazioni illegittime», inquadrando l’intervento come riqualificazione di preesistenze edilizie, pur trattandosi di «trasformazione urbanistica» su un edificio già condonato per attività produttiva e commerciale, con vincolo di destinazione ventennale. Dopo la demolizione, erano edificate 10 case unifamiliari per l’edilizia residenziale, ma si eludeva l’obbligo di destinare una quota all’edilizia economica e popolare (60%) con la cessione gratuita di aree per standards urbanistici. ABUSO D’UFFICIO; INTERVENTI ESEGUITI IN ASSENZA DI CONCESSIONE, IN TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI; Falsit à ideologica e materiale ; violenza o minaccia per co - stringere a commettere un reato ; CALUNNIA; Opere discipli - nate e gradi di sismicit à INDAGATI: Altomare Rocco; Spadavecchia Mauro, committente e proprietario dell’immobile; Favuzzi Onofrio, impresa edile; De Robertis Alessandro. Accusa: De Robertis nella richiesta di DIA dichiarava «falsamente di eseguire lavori di manutenzione straordinaria in via Vincenzo Valente n.6», mentre l’intervento edilizio consisteva «nella realizzazione di un’autorimessa chiusa con uso di cemento armato e sostituzione di una preesistente struttura non condonata» (ristrutturazione edilizia in zona B1 del Prgc, che vieta queste opere). Altomare nella pratica edilizia «non riscontrava l’assenza delle condizioni stabilite per legge». Il dirigente e De Robertis hanno anche minacciato di «gravi conseguenze sul piano disciplinare e relative sanzioni » i pubblici ufficiali M.llo Magg. Picca Antonio e gli Istruttori di Vigilanza Bellifemine Vito e Ficco Mario (componenti della UOPE della Polizia Municipale di Molfetta), mentre operavano il sequestro del cantiere edile della A&D, per indurli a «emettere una atto contrario ai doveri d’ufficio». Spadavecchia, invece, li «incolpava del reato d’abuso d’ufficio». Avuta comunicazione dalla P.M. dell’abuso edilizio e dell’avvenuto sequestro, Altomare emetteva «l’atto di sanatoria illegittimo, basato su falsa attestazione di De Robertis sulla conformità delle opere al Prgc». ABUSO D’UFFICIO; Falsità ideologica e mate - riale; Interventi subordinati a permesso di costruire INDAGATI: Altomare Rocco; Altomare Donato, Del Rosso Giambattista; Amato Michele, Pellegrini Lucia, Di Pinto Antonia, Olga Camata. Accusa : proponevano un «intervento di riqualificazione edilizia e di ristrutturazione di un edificio preesistente con l’adeguamento di destinazione d’uso», rigettato nel 2003 dall’ing. Giuseppe Parisi (allora dirigente del Settore Territorio, defunto) perché le opere rientravano nella zona di espansione C1 con l’obbligo di utilizzare il 60% per edilizia economica e popolare. Si trattava, invece, della «demolizione di un’originaria preesistenza edilizia ad uso artigianale» per costruire case a schiera a un uso residenziale (intervento inammissibile in questa zona, perché assente un piano di lottizzazione). Questo intervento, approvato dal dirigente, è stato qualificato come «conservazione e riqualificazione di preesistenza edilizia», in parte ricadente in zona a vincolo cimiteriale (occultata l’esistenza di tale vincolo). Inoltre, nell’atto notarile di cessione gratuita di parte della fascia di rispetto cimiteriale a standard, rogato dal notaio Olga Camata, si «ometteva di indicare la destinazione urbanistica a vincolo benché obbligata per legge». Altro «permesso di costruire illegittimo» riguarda la variante per «la ristrutturazione di un edificio preesistente con adeguamento di destinazione d’uso» (da artigianale a complesso residenziale) in via Cav. di Vittorio Veneto, perché «le opere erano poste anche all’interno di parte dell’area cimiteriale», sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, e si eludevano alcuni adempimenti del Prgc (cessione gratuita del 30% delle aree per servizi; individuazione quota parte di edilizia economica e popolare pari al 60% delle volumetrie). Variante al Prgc erano i relativi piani di comparto del 2006, perché «riassetto urbanistico con la creazione di nuove entità edilizie di tipo residenziale, frazionate e lottizzate con trasformazione dell’intero assetto territoriale di zona di tipo C (Pal Beertig, ndr) stralciata dalla PUE». Inoltre, aggravante era l’«ulteriore aumento volumetrico delle villette da 10 a 11». ABUSO D’UFFICIO; lottizzazione abusiva ; Interventi subor - dinati a permesso di costruire INDAGATI: Altomare Rocco; D’Elia Giovanni Angelo della Playa del Sol, proprietaria dei terreni; Colansante Giuseppe, come impresa edile esecutrice dei lavori; Del Rosso Giambattista, De Robertis Alessandro, De Simine Nicolò, Di Mola Gaetano, Andriani Adriano. Accusa : «effettuavano una lottizzazione abusiva» in zona D4 (fascia costiera) con false attestazioni in cui «dichiaravano di realizzare un gazebo con strutture lignee amovibili precarie anziché un ristorante con struttura e impianti fissi e non movibili», eludendo il Prgc (che vieta la realizzazione di manufatti edilizi in zona D4), peraltro allocato in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico (come l’area parcheggio). ABUSO D’UFFICIO; Falsit à ideologica ; Concorso forma - le (reato continuato ); Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice INDAGATI: Altomare Rocco Accusa: per danneggiare Facchini Guglielmo, «autore di esposti verso l’UTC per abusi perpetrati in zone a vincolo idrologico e lame», di fronte all’indagine dei CC Noe, Altomare «dichiarava falsamente che nell’ambito del Pip erano state effettuate, “opportunamente concordate con l’AdB”, le analisi di compatibilità idrologica-idraulica [...] circostanza non veritiera», e intanto «continuava un’azione persecutoria verso Facchini». Con una serie di DIA e procedimenti viziati «da eccesso di potere», otteneva il blocco degli interventi richiesti da Facchini e «depistava le indagini». Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio INDAGATI: Altomare Rocco; Alba Vito, della Ditta VIALCO, anche committente; Altomare Corrado, Di Mola Gaetano. Accusa : per favorire la ditta VIALCO e Altomare Corrado (destinatario d’immobile all’interno del programma edilizio integrato MERAL), concordavano il rilascio di Piani di Comparto illegittimi per consentire «la trasformazione edilizia di volumi già realizzati abusivamente sui lastrici solari (sottotetti) e porticati di edifi ci destinati dal programma integrato MERAL ad edilizia convenzionata agevolata in volumi per edilizia residenziale e direzionale». Altomare autorizzava anche «la realizzazione di nuove volumetrie aggiuntive rispetto a quelle per cui era chiesto il recupero». Inoltre, con scrittura privata l’impresa prometteva il «trasferimento di un immobile [...] come corrispettivo di attività professionale». ABUSO D’UFFICIO; FALSITà IDEOLOGICA e MATERIALE; PROGETTAZIONE, DIREZIONE ESECUZIONE, RESPONSABILITà e DENUNCIA DEI LAVORI DI REALIZZAZIONE; OPERE DISCIPLINATE E GRADI DI SISMICITà INDAGATI: Altomare Rocco, De Robertis Alessandro. ACCUSA: Altomare «rilasciava illegittimamente in favore di Paparella Maria Michela il permesso di costruire in sanatoria» per ampliare un immobile in zona omogenea D4 del Prgc, sequestrato nel novembre 2007 perché «abusivamente realizzato e privo di autorizzazione paesaggistica» (opera edifi cata sulla costa). Il dirigente accoglieva la richiesta di sanatoria del tecnico De Robertis, che «attestava la conformità delle opere al Prgc, affermando falsamente che le opere ricadevano in area defi nibile come territorio costruito» sulla base del parere favorevole dal dirigente, quindi «sottratta al regime delle autorizzazioni paesaggistiche». ABUSO D’UFFICIO; FALSITà IDEOLOGICA e MATERIALE INDAGATI: Altomare Rocco, Altomare Corrado e Donato, Del Rosso Giambattista, De Simine Nicolò. ACCUSA: di fronte a «un interesse proprio e dei prossimi congiunti», incaricato dal Comune di Molfetta di predisporre il Piano dell’Agro, Altomare «organizzava, istruiva e redigeva la relazione », sottoposta alla decisione del Consiglio «dopo aver modifi cato e alterato la relazione del prof. Sanesi Giovanni, docente dell’Università di Bari e responsabile scientifi co della convenzione stipulata con il Comune di Molfetta». Aveva, inoltre, inserito «prescrizioni completamente difformi dall’originaria progettazione» e trasformato il Piano «in una modifi ca e variante al Prgc», senza evidenziare la «sua incompatibilità». Infatti, 30ha in contrada Samarelle di proprietà di Abbattista Mariantonia (moglie), Amato Angela (madre) e de Pietro Giuseppina (cognata) «erano stati inseriti nel contesto CR4a del Piano, modifi candone la destinazione agricola con possibilità di interventi edilizi di tipo agrituristico-ricettivo ed energetico (albergo o impianto fotovoltaico)». Ottenuta l’approvazione e l’adozione del Piano, Altomare conseguiva «un ingiusto vantaggio patrimoniale», nonostante i consiglieri di minoranza «avessero sollevato la questione di incompatibilità che avrebbe imposto una verifi ca». Contestata dalla Procura di Trani anche la modifi ca della tavola del territorio allegata al piano in visione ai consiglieri comunali nel dicembre 2010: in occasione della seduta consiliare, la tavola «sottraeva dalla perimetrazione dell’Oasi Avifaunistica di Torre Calderina un’area ricompresa nella Cala San Giacomo dove era prevista un’attività edilizia relativa all’Autoporto di Molfetta, il cui progetto risultava redatto dallo studio A&D».

Autore: (sintesi di Marcello la Forgia)
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