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L’importanza delle date (dimmi quale data scegli e ti dirò chi sei)
15 giugno 2021

Nel Consiglio comunale dello scorso 22 marzo è stata approvata all’unanimità la “proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, Cittadino d’Italia, simbolo e patrimonio di tutti gli italiani, in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria che si terrà a Roma il 4 novembre 2021”. Si tratta di una proposta nata dal Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor militare d’Italia che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha raccolto, invitando i Comuni d’Italia a valutare la possibilità di conferire questo riconoscimento attribuendolo a chi per definizione è “ignoto”, rendendolo finalmente oggetto e simbolo della riconoscenza di tutta la collettività per un sacrificio che ha contribuito a creare l’identità nazionale. La figura del “Milite Ignoto” è quella di un militare morto in guerra il cui corpo non è stato identificato e la cui sepoltura simbolica rappresenta tutti coloro che sono morti in un conflitto e che non sono mai stati identificati. Tale pratica si è diffusa all’indomani della Prima guerra mondiale, la Grande guerra che scosse e travolse le coscienze dei popoli europei. «In Italia dopo ampia discussione fu deciso che la salma sarebbe stata tumulata al Vittoriano, il cosiddetto Altare della Patria e così avvenne il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria. La salma fu scelta [...] tra undici raccolte in undici significativi teatri di guerra […] Tombe di questo tipo sono in genere scenario di cerimonie ufficiali in cui si commemorano tutti caduti per la Patria»1. La normativa vigente assegna al Consiglio comunale il potere di esprimersi sulla proposta di conferimento della cittadinanza e così è stato anche a Molfetta, dove fortunatamente si è svolta una discussione che ha portato al miglioramento della proposta dell’Amministrazione comunale grazie ad alcuni emendamenti presentati dal consigliere Beppe Zanna di Rifondazione comunista/ Compagni di strada che hanno evitato che il Consiglio comunale celebrasse questa ricorrenza con malinteso spirito nazionalista e militaresco. Infatti, gli emendamenti presentati e accolti hanno correttamente inquadrato la Prima guerra mondiale come un 1 https://it.wikipedia.org/wiki/Milite_Ignoto «enorme sacrificio umano», «un sacrificio italiano così come di tutti gli altri popoli europei, vittime del furore nazionalista e militarista », sacrificio che proprio in quanto tale «merita di essere onorato e ricordato». Sottolineatura che restituisce il senso di quell’evento da ricordare non già come occasione di eroismo per tanti giovani italiani ma come una “inutile strage” come l’ebbe a definire papa Benedetto XV, una strage in cui perirono milioni di giovani vite italiane, francesi, inglesi, tedesche, austriache, russe, statunitensi, serbe, turche, romene, bulgare. Inoltre, per evitare che la proposta di conferimento si trasformasse in un festival celebrativo dello spirito militarista è stato accolto dal Consiglio comunale il richiamo ai «valori di libertà, uguaglianza e pace così come sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla lotta di liberazione antifascista». Questo è avvenuto nel Consiglio comunale del 22 marzo, ma due mesi dopo il significato della decisione unanime è stato stravolto dalla scelta dell’Amministrazione e del Sindaco di celebrare pubblicamente e festeggiare solennemente la decisione nella giornata del 24 maggio. Perché questa data rappresenta una scelta infelice? È presto detto. Il 24 maggio 1915 è il giorno in cui il governo dell’epoca dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Il Sindaco e la sua Amministrazione hanno scelto la data in cui si apre un conflitto che ha arrecato più di 600.000 vittime al nostro Paese. Una data che ricorda l’entrata in guerra, non la fine del conflitto, una dichiarazione di guerra arrivata dopo la firma di un patto di alleanza militare – il Patto di Londra – stipulato dal governo dell’epoca e dalla monarchia a insaputa del Parlamento e contro la volontà maggioritaria del paese di rimanere fuori dal conflitto. Il 24 maggio da sempre rappresenta per le forze politiche e culturali pacifiste italiane una data infausta poiché celebra il trionfo di quelle forze politiche, culturali ed economiche che volevano fortemente la guerra, che trascinarono il paese in guerra giacché vedevano nella guerra la “sola igiene del mondo”, occasione per aumentare la potenza del paese a scapito di altri paesi e altri popoli. Insomma, in una sola parola, il 24 maggio rappresenta una data nefasta non foss’altro perché ricorda l’inizio di una tragica avventura per tanti italiani mandati al fronte e allo sbaraglio come carne da macello dalle classi dirigenti liberali dell’epoca e soprattutto dagli alti comandi militari. Celebrare una ricorrenza pubblica da parte di un Comune della Repubblica in questa data – il 24 maggio – è come celebrarla il 10 giugno, altra data infausta in cui nel 1940 l’Italia entrava nuovamente in guerra. Riteniamo una scelta molto infelice quella di organizzare pubbliche cerimonie a ricordo di giorni infausti, comunicando implicitamente un messaggio opposto a quello che si vuole ricordare con il conferimento della cittadinanza al Milite Ignoto ossia il messaggio del “Mai più! Mai più inutili stragi”. Evidentemente l’Amministrazione ha dei “vuoti” di memoria storica che consentono ad alcuni di continuare nella pervicace opera di riscrittura della memoria e di rilegittimazione di valori distorti di eroismo e patriottismo. Spiace registrare, tra l’altro, in questo contesto nella giornata del 24 maggio la presenza di organizzazioni come l’Anpi che sul tema dovrebbero svolgere ben altra opera di vigilanza e controinformazione. Un’opera di smascheramento e di battaglia culturale e ideale sempre più necessaria per fermare questo disegno sottile e apparentemente innocuo di manomissione dei simboli portata avanti da anni da alcune organizzazioni culturali e forze politiche oggi sostenitrici di questa Amministrazione. È attraverso la difesa della verità storica e la celebrazione della memoria degli eventi a fondamento della nuova Italia repubblicana ed antifascista che si può creare un argine al ritorno di simboli e retoriche di un triste e nefasto passato. © Riproduzione riservata

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