L’IISS “G. Ferraris” di Molfetta alla X edizione dell’Edificio della Memoria
Scarcia ds del Marco Polo di Bari, accanto Giancarlo Visitilli, Mariani ds IISDS Sette di Santeramo in Colle, Luigi Melpignano ds Ferraris Molfetta
MOLFETTA - Al via la decima edizione de “L’Edificio della Memoria”, diventato progetto pilota della legalità per la Regione Puglia per volere di Michele Emiliano e su iniziativa di Stefano Fumarulo, dirigente della Sezione Sicurezza del cittadino e Antimafia Sociale della Regione Puglia, prematuramente scomparso nel 2017.
l’Edificio della Memoria diventa un progetto triennale e la cooperativa “I bambini di Truffaut” avranno come partner: le scuole: IISS “G. FERRARIS” di Molfetta, IISS “MARCO POLO” Bari e l’IISS “P: SETTE” di Santeramo in Colle, Il Comune di Bari e di Palo del Colle, gli enti di formazione Unisco e Leader Formazione e Consulenza e la collaborazione di COOP Alleanza 3.0
Centinaia di studenti guidati da magistrati, giornalisti e performer approfondiranno i temi della legalità nel corso di laboratori, incontri con testimoni, attori e registi. Nelle passate edizioni de L’Edificio della Memoria hanno partecipato Giovanni Impastato, Umberto Ambrosoli, Lella Fazio, Francesca Marchitelli, Agnese Moro, Alessandra Galli, Armando Spataro, Tilde Montinaro, Pino Martinez, Paolo Siani, Raffaele Cantone, Rosanna Scopelliti, e ancora tra gli altri Piercamillo Davigo, Laura Boldrini e Pietro Grasso.
“Noi non vogliamo dimenticare. Né vivere di ricordi.” Scrivono gli ideatori del progetto Giancarlo Visitilli, presidente della cooperativa I bambini di Truffaut e i magistrati Angela Arbore e Marco Guida. “Vogliamo trarre dal passato il giusto senso dell’esperienza per poter affrontare, insieme ai nostri ragazzi, il presente ed il futuro. Vogliamo mettere a confronto sia generazioni sia mondi apparentemente molto diversi come la scuola ed il palazzo di giustizia. Perché alla base di tutto c’è la Costituzione, c’è lo Stato, ci sono le regole poste a fondamento di ogni Stato democratico. E ci sono gli Uomini che hanno fatto parte della storia recente del nostro paese, persone “normali” che sol perché hanno fatto il proprio dovere, sol perché hanno creduto nello Stato, hanno perso la vita in nome di quello Stato. In questi anni abbiamo parlato con i testimoni di quelle storie, testimoni diretti per avere avuto uno stretto rapporto con quelle persone, per avere vissuto in prima persona il prima ed il doloroso dopo.”