L’identikit di Raffaello Sanzio con Laura Allievi alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta
Laura Allievi e Isa de Marco
MOLFETTA - Alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta il nuovo anno si è inaugurato con un appuntamento all’insegna dell’arte: introdotta dalla prof.ssa Isa de Marco, la sceneggiatrice Sky Laura Allievi, autrice del romanzo “Raffaello: il principe delle arti”, da cui è tratto l’omonimo film in 3D, è stata lieta di presentare al pubblico giovedì 4 gennaio la sua ultima opera, pubblicata nel 2017 con “Istos Edizioni”.
Una full immersion in Raffaello Sanzio, nella sua vita, nelle sue opere e nella sua personalità tutta da trasmettere: un compito difficile che la Allievi, servendosi della sua formazione classica, ha affrontato con filosofia.
«Ad un certo punto del libro la mia voce scompare per dar spazio a quella di Raffaello: credo sia questa la peculiarità che lo rende accessibile ad un maggior numero di lettori».
L’autrice ha lasciato che fosse Raffaello a raccontarsi, e per farlo ha dovuto innanzitutto far sì che fosse il pittore stesso a parlare a lei: con la consapevolezza che i luoghi conservano tracce delle persone, Laura Allievi ha visitato le città di Urbino, Firenze e Roma a caccia di indizi, posti e reperti che la aiutassero a ricostruire l’immagine di Sanzio. Ma per delineare una figura così emblematica non è bastato gettarsi a capofitto nei luoghi dove egli ha trascorso i momenti salienti della sua vita: solo un’attenta analisi psicologica di ogni dettaglio del personaggio ne ha completato l’identikit. Un identikit che può riassumersi in tre concetti chiave: l’apprendimento, l’assimilazione e il superamento. Raffaello Sanzio ha firmato la sua prima opera a soli 17 anni, e già questo è stato il suo primo distintivo, arricchito poi dalla stima ottenuta da papa Giulio II, per il quale ha decorato alcune stanze dei Musei Vaticani, e dai suoi contemporanei tra i quali Leonardo da Vinci, per il quale ha provato ammirazione intrattenendo un rapporto di amicizia e Michelangelo, per il quale la stima non è certamente mancata, seppur accompagnata da una certa rivalità. Ma se il pittore non avesse appreso da suo padre, grazie al quale sin da piccolo è stato in contatto con colori e con pennelli e dal Perugino, suo maestro, annoverato tra i più in voga dell’epoca, forse la sua vita avrebbe preso tutt’altra piega.
La morte precoce della madre, che nelle sue opere si è riflessa con la costante del motivo femminile, l’incontro con Margherita Luti, più nota come Fornarina, per cui il pittore si invaghì e la fitta rete di amicizie con gli intellettuali del tempo hanno tracciato inevitabilmente la strada del pittore Raffaello che, nel ventunesimo secolo, si è incrociata con quella di Laura Allievi e di quanti hanno scelto di assistere alla presentazione dell’opera.
«Mi sono immedesimata in un personaggio tanto complesso quanto affascinante, che ha ricevuto molto dalla vita e ne è stato grato: io sono grata a chi mi ha dato l’opportunità di scrivere questa sceneggiatura, che è solo la prima della collana di artisti, e a chi ha voluto ascoltare la mia esperienza. Spero di rivedervi con Caravaggio».
© Riproduzione riservata