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L'etica della politica oggi alla prova del consiglio comunale di Molfetta
03 settembre 2008

MOLFETTA - Dell’ordine del giorno del consiglio comunale di Molfetta, che si riunisce oggi alle 17 a Palazzo Giovene, abbiamo già dato notizia lunedì con gli argomenti più importanti: il bilancio, il piano strategico dell’area metropolitana e l’acquisto della quota del 49% della Multiservizi posseduta da Camassambiente. Si tratta di argomenti di indubbio interesse destinati a incidere sul futuro della città.
E questo, sicuramente, darà modo all’opposizione di dire la sua e di offrire un contributo critico indispensabile al dibattito democratico. In una logica di confronto tra maggioranza di centrodestra che governa e opposizione di centrosinistra che controlla, nulla quaestio. Ma l’ultima riunione del consiglio comunale, che ha visto il sindaco Antonio Azzollini intollerante verso i consiglieri di opposizione, quasi aggrediti verbalmente e costretti ad abbandonare l’aula, non è stato un buon segnale di tolleranza democratica.
Ci auguriamo che la pausa estiva possa aver stemperato i “bollori” del sindaco, che rilassato dopo le vacanze, con un po’ di fair play potrebbe scusarsi con l’opposizione e avviare un confronto serrato, ma corretto, evitando lo spettacolo poco decoroso che tutti i cittadini hanno visto attraverso le riprese televisive e che non ha certo giovato all’immagine di Azzollini. Anche il presidente del consiglio comunale, Nicola Camporeale, non essendo alla sua prima esperienza politica, avrebbe dovuto dimostrare di essere meno partigiano e soprattutto di essere in grado di controllare una situazione che gli è sfuggita di mano.
L’etica della politica è una parola dimenticata, ma sarebbe utile tornasse fra i banchi del consiglio comunale, come avveniva una volta quando anche gli scontri violenti fra democristiani e comunisti, tranne le immancabili eccezioni, erano improntate alla reciproca correttezza. Il fatto che il sindaco controlli pienamente la sua “maggioranza muta”, non deve spingerlo a pretendere anche il controllo dell’opposizione.
Una sana dialettica democratica può essere scomoda, ma alla fine può tornare più utile a tutti e soprattutto ai cittadini. I consiglieri comunali e il sindaco, non devono, infatti, dimenticare che sono stati eletti dai cittadini e devono adempiere a un servizio in nome di quel mandato.

Autore: Marcello la Forgia
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Per la prima e anche ultima volta, ho assistito a un Consiglio Comunale a Palazzo Giovine nell'Aula Consigliare Carnicella. Alle 17.00 ero già sul posto, ho visitato le aule e mi spettavo qualcosa in più, emozionato perchè continuavo a ripetermi " qui si decide il quotidiano dei cittadini molfettesi, quindi anche il mio ". Mi sono intrattenuto con un vecchio amico d'infanzia, oggi estremo difensore del senatore-sindaco in quanto entrato a far parte degli affetti famigliari. Mi ripeteva: " Vedrai, sistemerà tutto Lui: gli altri parlano, parlano, Lui chiude ogni discussione e contrasti e tutto a Suo favore - è un grande" ( incominciavo a capire quanto fosse vero, man mano che vedevo affacciarsi e prendere posto a sedere, gli esecutivi sia di maggioranza che di opposizione). Molti ne ho riconosciuti e, pur non avendone seguito il percorso politico ( ho saputo qualcosa solo in questi ultimi anni ) mi chiedevo quali titoli di merito avessero per occupare una poltrona governativa anche se locale e periferica. Un viso mi colpisce particolarmente, è un assessore. Ne ha fatto di strada da quando venne a trovarci al "bar 2000" e ci disse che non ci invitava al suo matrimonio perchè, essendo il papà Capitano di lungo Corso, voleva invitati di ugale importanza e lignaggio: conforme a questa regola anche il suocero e la sua futura sposa. L'Aula si riempie, arriva il sindaco-senatore e si aprono i dibattiti. Qui ho la riconferma qualora ce ne fosse bisogno, della mia totale disconoscenza di leggi amministrative e quant'altro, però ho notato anche le insicurezze e le incertezze degli oratori i quali forse, chissà per quali motivi in passato, scelsero strade sbagliate. La prova è la condizione socio - culturale in cui trovasi Molfetta e la sua cittadinanza. Certamente non è facile e non da tutti fare gli amministratori politici, però coloro i quali si propongono, dovrebbero esserne all'altezza, altrimenti i rischi di guasti sociali sono tanti. Qui aveva ragione Trilussa e prima ancora Pasquino. La maggioranza dimostra di fare cerchio intorno al Capo, che è già qualcosa, l'opposizione( chiamarla Sinistra sarebbe eresia ) si nota subito dalle varie interrogazioni, disgregata, paurosa e timida, anche se rumorosa. Subisce, come si dice nel gioco del pallone, una certa "sudditanza" nei confronti del Capo. Lo specchio, in fondo, della situazione politica Nazionale. Una semplice opinione.


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