L'attività amministrativa e la stabilità di cartone
Diario dal Palazzo: le ultime riunioni del consiglio comunale prima delle elezioni
Negli ultimi mesi il Consiglio comunale si è riunito più volte per licenziare provvedimenti, alcuni funzionali alla scadenza di bilancio, altri in lista d'attesa da tempo. Sul fronte degli introiti il Comune ha varato due provvedimenti: Piano generale degli impianti pubblicitari e affissioni pubbliche, la proposta dei criteri della cessione della proprietà dei suoli, su cui nei decenni passati hanno costruito le cooperative e le aziende nella zona artigianale in diritto di superficie. Per gli impianti pubblicitari è stato approvato solo l'aspetto tariffario, tanto per inserire nel bilancio i presunti importi, mentre in merito al Piano, che fissa le localizzazioni e la superficie massime, la maggioranza ha rinviato tutto a data da destinarsi. Il provvedimento contiene la novità del canone di concessione in sostituzione dell'attuale Tosap. I titolari delle plance, oltre l'imposta sulla pubblicità, pagheranno anche un canone di concessione con la retroazione dal 1° gennaio. Per un cartello pubblicitario di mt 6x3 si passa dai 752 ai 970 euro l'anno. Per le casse comunali si prevede un incremento d'introiti per almeno 100mila euro. Su questo provvedimento inizialmente Forza Italia ha storto il naso, ritenendolo un atto che andasse nella direzione di un aggravio di costi per le aziende, per poi votarlo tenendosi il magone.
Diritto di superficie addio, basta pagare
Dopo anni di annunci, sarà possibile per chi ha costruito in diritto di superficie, acquisire la piena proprietà. Il diritto di superficie impone che per la vendita occorre che l'acquirente abbia le caratteristiche di socio di cooperativa e l'assenso del Comune per il prezzo. Vincoli che sarà possibile eliminare con un'indennità fissata dal Comune, trasformando così il diritto di superficie in piena proprietà. Gli interessati sono le cooperative, quelle che hanno costruito con la “167” del 1970 (zone Levante, Ponente e Mezzogiorno) e del 1983, e 38 aziende della Zona artigianale.
Complessivamente il Comune potrebbe incassare non meno di 19 milioni di euro. Dipenderà da quanti aderiranno alla proposta, considerando le diverse situazioni. Dopo 20 anni in sostanza rimane solo il vincolo remoto, più psicologico che di fatto, del trasferimento gratuito al Comune delle costruzioni dopo i 99 anni. E' chiaro, saranno interessate le cooperative che hanno meno di 20 anni, sempre che, per racimolare qualche soldo, il Comune decida di abbattere le indennità per le cooperative più anziane.
Ok dal Consiglio alla concessione ai privati con diritto di superficie per 60 anni, di un'area di 910 mq, situata nell'attuale in via Freemantle alla “167”. Il suolo fu espropriato nell'85 e dopo una trafila giudiziaria, fu acquisito dal Comune nel 2003 con una transazione di € 220mila (debito fuori bilancio). Sia per eliminare un'area degradata, sia per recuperare i soldi spesi, il Comune intende consentire ad un privato la realizzazione di una struttura destinata a servizi, tramite un'asta pubblica con una base di € 135.935. Di che servizi si tratta non è specificato e quindi dipenderà dalle proposte imprenditoriali.
Più cooperative e meno case popolari
Alcune novità anche sulla nuova espansione urbanistica. A seguito della comunicazione dell'Iacp di non essere in grado per mancanza di risorse di rispettare il programma d'edilizia agevolata prevista dal Piano regolatore, (10% pari a 94 alloggi tra “ex art. 51” e “167”), il Consiglio comunale ha deliberato di ridurre la quota Iacp al 4%, in favore dell'edilizia agevolata. In pratica per ora l'Iacp si ferma ai 18 alloggi in costruzione e quindi nella “167” ci sarà spazio per altre 6 cooperative.
Più politica la scelta di inserire anche i comparti 10-11-12-13 (opportunità per una trentina di coop.) nell'espansione edilizia, scelta più volte dichiarata dalla maggioranza e che permetterebbe la costruzione di più case nel minor tempo possibile. Numero rilevante di cooperative non soddisfatte, (oltre 200), congelamento del comparto 17 per la presenza della fonderia Palberting, adeguamento al fabbisogno abitativo, stimato nell'98 da uno studio del Politecnico di Bari, di 7mila unità, rispetto ai 4.872 un'inizialmente previsti dall'“ex art. 51” e “167”, sono state le motivazioni. Una curiosità: il Politecnico ha stimato al 2007 una popolazione di oltre 69mila, mentre il dato ufficiale al 31.12.2003 è di 62.500 abitanti. E' vero che il fabbisogno tiene conto non solo dell'aspetto quantitativo ma anche qualitativo, ma i numeri sono talmente discordanti, che non si può fare a meno d'evidenziarli. Si sa a Molfetta ogni analisi o dato vero, verosimile o presunto, è ritenuto attendibile purché si costruisca, anche perché il consenso va pari passo al numero delle gru che si promettono di far vedere.
Fin qui i provvedimenti licenziati dalle sedute consiliari che abbiamo potuto seguire tra marzo e aprile.
Una maggioranza che galleggia
In queste sedute il Consiglio comunale ha recuperato qualche punto di produttività. La maggioranza ha fornito prova di granitica unità, anche se sulle cose di sostanza la stabilità è stata solo di facciata. Sugli impianti pubblicitari è stato approvato, con qualche mugugno, l'istituzione del canone di concessione, senza però il relativo piano generale che individua le localizzazione degli impianti e le superficie massime. Quindi per ora un provvedimento monco.
In sostanza sono passati solo i provvedimenti inderogabili, oppure di normale amministrazione, purché avessero il carisma dell'unanimità della maggioranza. Insomma si è galleggiato.
Seduta “elettorale” urgente
Tutti erano convinti che fino alle elezioni non ci sarebbero state altre sedute ed invece a sorpresa e d'urgenza nella mattinata del 24 maggio, in piena campagna elettorale e nei fatti lontano da occhi e orecchie indiscrete, il consiglio veniva convocato con all'ordine del giorno, tra le altre cose, due provvedimenti importanti: l'insediamento di un termovalorizzatore e la proposta della “Casa Albergo” di de Luca. Quest'ultimo da più di un anno, chissà perché, non riusciva a varcare la soglia dell'aula consiliare, nonostante gli uffici tecnici avessero appurato la mancanza di impedimenti tecnici e giuridici. Su questi atti la granitica maggioranza è crollata come un castello di sabbia. Infatti il progetto della “Casa Albergo” è passato con soli 13 voti (6 di Fi, 2 di An, Udc, il sindaco, Pino Amato e Cimillo) e grazie anche all'astensione del Nuovo Psi, che così ha contribuito a mantenere il numero legale. Accanto alle motivazioni ufficiali, sono state sparse ignobili illazioni su coloro che hanno votato il provvedimento, che evitiamo di registrare per non andare incontro a facili querele. Questo per dire dell'aria pesante che si respira nella maggioranza, preludio di una resa dei conti a dopo le elezioni.
Francesco del Rosso
francesco.delrosso@quindici-molfetta.it