L'associazione don Tonino Bello di Molfetta in visita alla tomba del servo di Dio ad Alessano
MOLFETTA - L’Associazione Don Tonino Bello di Molfetta ha organizzato un pellegrinaggio ad Alessano per ricordare e portare il saluto della comunità molfettese a Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi e presidente di Pax Christi Italia. Appena giunti ad Alessano ci siamo diretti verso la Fondazione Don Tonino Bello dove abbiamo incontrato Trifone, il fratello di Don Tonino Bello e Fra Massimo che ci hanno accolto con grande entusiasmo.
Nella Fondazione si possono notare ricordi, foto, quadri, la camera di Don Tonino. La presenza di numerosi libri hanno catturato l’ attenzione dei fedeli per la preparazione e la passione del Vescovo verso la cultura, il sapere e la conoscenza come strumento di emancipazione e di cambiamento per la società. Un silenzio particolare e di devozione ha accompagnato gli aderenti all’associazione e gli innamorati del Servo di Dio guidati da fra Massimo, Trifone e Don Giuseppe de Candia, già addetto alla segreteria del Vescovo, nel percorso per arrivare al cimitero.
Appena arrivati si è notato un grande prato e al centro c’è la tomba dove riposa Don Tonino Bello. E’ la tomba non della morte ma della speranza per le persone che credono in Don Tonino Bello come uomo di grande animo e sensibilità. E’ stato un uomo che ha amato la gente, i poveri, i giovani, gli emarginati difendendo il valore della pace. Ha parlato dal più povero al più ricco affinchè i giovani, i politici, i cittadini coltivassero gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ ambiente.
Don Giuseppe de Candia ha invitato i presenti a disporsi in cerchio e a tenersi per mano o abbracciati proprio come ha sempre desiderato il nostro Don Tonino Bello. “Gli uomini sono angeli con un’ ala soltanto, possono volare rimanendo abbracciati”, citazione tratta da “ Dammi, Signore, un’ ala di riserva”.
Don Giuseppe ha raccontato alcuni frammenti di vita trascorsa con Don Tonino. “Don Tonino Bello si è distinto non solo per la forza spirituale ma anche per quella fisica. Ha amato lo sport, il calcio e la pallavolo.
Ma il mare è stata la sua più grande passione. Nel tempo libero si è dedicato per lunghe nuotate nel mare di Leuca. Mons. Giuseppe de Candia ha raccontato anche un breve episodio a Tortona con Don Tonino. “Come comincio, Pippi? Come hai sempre fatto: uno sguardo al pubblico, un respiro profondo, un sorriso e via. Ci sarà padre Balducci. Il teorico dell’ uomo planetario! Dell’ uomo edito e non edito. Del prete contro”. Pippi è Don Giuseppe perché Don Tonino ha preferito chiamarlo così nel loro rapporto di amicizia. Don Giuseppe ha voluto ricordare lo stretto legame che c’ è tra Papa Francesco e Don Tonino Bello perché ciò che unisce le due grandi personalità è l’essere francescani e seguire gli insegnamenti di San Francesco che si è spogliato delle proprie vesti e delle proprie ricchezze. Don Giuseppe ha spiegato che ha incontrato Papa Francesco prima che diventasse Papa e ha affermato che Papa Bergoglio ha dichiarato di conoscere la Chiesa del Grembiule di cui ha sempre parlato Don Tonino Bello. La chiesa deve servire la comunità e non servirsi dei fedeli per trarre vantaggi personali, questo è il più grande insegnamento rivoluzionario basato sulla verità che il Santo ha sempre diffuso.
Il giorno seguente ho avuto il piacere di leggere le lettere che Don Tonino ha scritto ai giovani dinanzi alla sua tomba. Ho preso il microfono tra le mani e ho letto i suoi scritti con molta emozione e felicità di visitare la città di Alessano, la Fondazione, la chiesa dove ha pregato, ha scritto poesie, lettere ed è stato bellissimo vederlo riposare tra la natura e circondato da una pietra su cui c’è la sua frase “In piedi costruttori di pace”.
Oggi giorno la nostra società ha bisogno di pace interiore e collettiva perché si è troppo impegnati a cercare desideri futili, il potere, il successo, il guadagno facile senza tutelare il valore della dignità umana. In seguito, c’ è stata la preghiera comunitaria con l’ esibizione di danza di un gruppo di ragazze guidate da Anna Mezzina. Il loro obiettivo è di esprimere la sofferenza, il dolore e la speranza mediante il movimento del corpo, dello sguardo, della gestualità. E’ una preghiera in danza accompagnata dalla musica. Il gruppo è costituito da ragazze che hanno problematiche particolari perché hanno subito esperienze di sofferenza nella loro vita. C’ è chi ha perso il papà, chi ha subito il lutto della sorella e dell’ amica vittime dell’ incidente stradale, c’ è chi non ha più prospettive per un futuro migliore. Le ragazze hanno regalato emozioni e commozioni accompagnate da sentimenti di tristezza e di dolore ma con una speranza nel confidare la propria vita a Don Tonino Bello.
Importante è stata la presenza del fisarmonicista, Tiziano Zanzarella, il giovane ha eseguito musiche dedicate al Servo di Dio per ricordare la passione di Don Tonino per la fisarmonica. Il coro “ Capotorti” di Molfetta ha partecipato con grande gioia e devozione lasciando un’ emozione intensa in quel prato verde, in quella natura che vive intorno al Santo. La presenza del nostro Vescovo si è avvertita, è viva dentro di noi, vive tramite i suoi scritti, le sue poesie, le sue canzoni. Non cancelliamo la memoria del Servo di Dio che ha operato e ha fatto grandi cose in modo particolare per la comunità molfettese. La chiesa ha avviato il processo di canonizzazione per riconoscere Antonio Bello come il Santo della nostra terra ma per il popolo di Don Tonino è già Santo.
E’ stato un uomo che ha seguito le orme di Gesù Cristo e di San Francesco d’ Assisi prendendo le distanze e contestando il potere e i potenti che agiscono a discapito dell’ uomo. Don Tonino non ha avuto timore di andare controcorrente e per questo è amato dai giovani, dai fedeli, dai non credenti, dai pacifisti, dai cattolici, dai laici. La chiesa dovrebbe dare la giusta importanza al grande uomo, Don Tonino Bello che si è caratterizzato per la sua grande anima, per la sua ultima importante provocazione: il viaggio a Sarajevo e il suo messaggio “Essere pellegrini di questo cammino significa divenire eversivi profeti della pace”.
L’ associazione Don Tonino Bello esige di collaborazioni con le parrocchie, le associazioni, il Comune per mantenere viva la memoria di Don Tonino e per diffondere i suoi insegnamenti alle nuove generazioni.
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