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L'arte, bene da difendere Monumenti ingabbiati, oltraggiati da cavi elettrici e tubi del gas
15 settembre 2001

"La natura è rivelazione di Dio, l'arte è rivelazione dell'uomo" (H. W. Longfellow) – parole sante!-, ed in questa nostra città si è tanto parlato e si discute ancora e molto spesso del recupero dell'antico patrimonio artistico e culturale, qualcosa si sta anche facendo, vedremo i risultati… Noi, però, vogliamo parlare di "piccole" opere d'arte che spesso passano inosservate, le quali per incuria o infingardaggine sono spesso vilipese e oltraggiate. Siamo tutti a conoscenza che si spendono miliardi per ristrutturare antichi palazzi e monumenti, mentre nulla si fa per difendere, spesso a costo zero, quella parte del patrimonio culturale per il quale è sufficiente evitare solo i danni prodotti dalla nostra indifferenza. Se a coloro che sporcano i muri, imbrattano i monumenti, sfregiano le opere d'arte li chiamiamo delinquenti da strada, come chiamare coloro i quali hanno imbavagliato queste opere d'arte solo per risparmiare lavoro? Certamente costoro non sono lavoratori coscienziosi. Le piccole opere devono essere protette come le grandi e conservate per le future generazioni, perché fanno sempre parte della storia della nostra terra. D'altronde si tratta di opere scultoree di pregio, eseguite da scalpellini spesso più bravi di scultori affermati. La nostra terra vanta, infatti, geniali lavoratori della pietra che, in passato, si sono fatti onore nelle Americhe - specialmente in Venezuela -, in Australia, in Sudan, in Egitto e in tutte le altre terre lambite dal Mediterraneo dove il loro estro era ricercato e apprezzato. La genialità di quei scalpellini è tuttora riscontrabile nei fregi e nei decori di vecchi palazzi, nelle antiche edicole e nei tanti monumenti funebri che arricchiscono il nostro cimitero. La nostra speranza è che simili deturpamenti vengano cancellati, proponendosi maggiore attenzione per il futuro. Sarebbe sufficiente solamente un impegno corale e una maggiore attenzione da parte dell'autorità costituita. Non c'è bisogno di dilungarsi, poiché le fotografie che vi mostriamo sono un chiaro esempio di oltraggio all'arte e agli artisti e parlano da sole; infatti, sono un piccolo esempio di opere che senza alcuna cautela sono state imbrigliate da cavi telefonici, tubi per il gas, fili elettrici, ecc. solo perché chi doveva non ha esercitato la propria autorità (o il proprio dovere?). E che dire della lapide a "Vito Fornari, lume d'Italia" ove gli "Amministratori a perpetuo ricordo" hanno lasciato quelle tavole? Anziché pagare una ditta per ingabbiare l'epigrafe pensiamo che si poteva spendere lo stesso denaro per riparare i danni. Comunque, ci auguriamo che si destino le coscienze verso un più nobile sentire per porre rimedio agli insulti verso le opere d'arte, e ciò speriamo presto, politicamente parlando ovviamente! Dario R. Uva
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