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Kounellis a Molfetta, odori di Puglia Interessante mostra dell'artista greco al Torrione Passari
15 maggio 2003

Jannis Kounellis è una personalità singolare dell'arte contemporanea, poiché viaggia attraverso molte poetiche novecentesche ed è insieme pittore e scultore. L'autore è di origine greca, ma ha vissuto in Italia sin dai tempi dell'Accademia di Belle Arti, esordendo come pittore e poi avvicinandosi all'arte povera e all'informale, attraverso Burri, Manzoni, Klein e Twombly. Egli stesso ha dichiarato di spostarsi in continuazione per amore del viaggio, ed, in effetti, nelle sue installazioni cerca di inserire elementi caratteristici di “quel” luogo, intendendolo come unicum e come tutto. E uno scenario come il Torrione Passeri non poteva andare meglio per l'installazione di Jannis Kounellis (che resterà aperto fino al 24 maggio), un luogo messo a disposizione dell'artista dal Comune di Molfetta, sotto l'attenta regia del dott. Giacomo Zaza e l'associazione Artistica. La scelta del Torrione Passari, all'esordio come sede d'arte, si spiega col fatto che la ricca storia del monumento si presta ad essere sede di un racconto di vita, ma soprattutto di memoria. Adibito prima a difesa militare, è diventato poi una cisterna, ed ora, vuoto e immerso nell'Adriatico, vira a “galleria”. Torrione Passari è l'ideale per “contenere” Arte povera e informale, proprio perché come le due correnti non necessitano di grandi materiali e non mirano a preziosità e risultati accuratamente finiti, ma, attraverso oggetti d'uso quotidiano, con un utilizzo atipico, ci parlano del procedimento, del fare Arte, così questa straordinaria torre ci spiega che essere Arte non coincide col nascere Arte, Si è cisterna e anche Arte. Così come le scarpe raccolte in reti sospese nell'aria sono Arte. Ma anche il simbolo di un'umanità senza certezze ed in balia della storia, che non è né in cielo né in terra. Poi Kounellis dispone dodici sedie con sacchi di sassi, i nostri muretti a secco, e vi pone dei piatti di terracotta con pesci vivi. È questo un tema amato dall'autore, che ha utilizzato nel corso della sua carriera anche cavalli e pappagalli. Altro concetto caro all'artista è quello del contenitore, che qui è esplicitato dalle reti piene di scarpe, ma che altre volte è descritto con sacchi, d'ispirazione buriana, riempiti con carbone. È il simbolo dell'industrializzazione. L'installazione molfettese respira e odora di Puglia, come tipico di Kounellis. È un evento importante per familiarizzare con un grande autore contemporaneo. Michele Bruno
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