Recupero Password
Io Mi(s)Stimo, campagna a Molfetta per la valorizzazione della bellezza non stereotipata e delle qualità autentiche delle ragazze
11 luglio 2014

MOLFETTA - La cooperativa Camera a Sud e la webcommunity Comunicareilsociale.it hanno promosso un progetto di cittadinanza attiva realizzato con le allieve dell'Istituto Monsignor Bello di Molfetta.

Il progetto fotografico Io Mis(s)Stimo, curato dagli esperti Gianluca Sciannameo e Donatella Sparapano, coadiuvati dalla prof.ssa Irene Amato, nasce all'interno di un più ampio percorso di conoscenza e utilizzo delle tecniche di comunicazione sociale come efficace strumento di cittadinanza attiva. 
Partendo dal vissuto quotidiano delle protagoniste, dai numerosi condizionamenti derivanti dai media che omologano e riducono la visione della donna a “madre e moglie tutta pulizie e fornelli” o “seduttrice e aspirante miss“ e anche delle bambine “usate” per reclamizzare i prodotti più vari, si è cercato di esprimere una nuova “idea di DONNA”! Con più consapevolezza delle proprie qualità e capace di esprimerle con la giusta determinazione.

La campagna vuole diffondere infatti un messaggio diverso, sottolineando che è possibile rifiutare gli stereotipi che alle donne vengono imposti sin da bambine; proporre dei modelli alternativi valorizzandone le qualità autentiche; rendere i giovani consapevoli del proprio essere e cambiare la società cominciando da noi stessi. 

Qualità autentiche o stereotipi?

Raccontate la vostra scelta con una foto, un testo, un video #misstimo  
partecipando alla campagna #misstimo 

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Un argomento tosto questo della "bellezza stereotipata", non facile da rovesciare a favore della "bellezza autentica". Il discorso o l'educazione in tal senso vale anche al maschile: un problema culturale? Forse si. E' più giusto dire "una bella femmina" o una "bella donna"? Uguale al maschile. E' più giusto dire "un bel maschio" o un "bell'uomo"? Alla nascita si chiede sempre: "E' maschio o femmina"? Senza essere ipocriti possiamo, senza ombra di dubbio, dire che il fattore "sesso" gioca un ruolo importantissimo nelle sue manifestazioni e giochi "naturali". Poi subito dopo, dovrebbe subentrare l'educazione, la cultura. Una cultura secolare deviata per motivi socio-culturali, anche di credi e dogmi religiosi. Dov'è la "deviazione"? Secondo un mio modestissimo parere potrebbe essere qui il problema. Non conoscendo una donna, la sua vocazione e collocazione di vita, il suo modo di rapportarsi con il mondo, come faccio a dire "è una bella donna"? Dico invece "è una bella femmina", esaltandone la bellezza esteriore ricevuta per trasmissione di geni e non per privilegi, quindi per caso. Lo stesso vale per l'uomo. Posso dire solo "è un bel maschio" nello stesso modo come per la femmina. Se non si mette in atto questa "filosofia" di vita, la bellezza "stereotipata" avrà sempre il sopravvento su quella "autentica". Non facile ammettere e sentirsi non "belle femmine", non essere "bel maschio": questo è lo zoccolo duro del problema. IO? non sono mai stato un bel "maschio", mi sono sempre "stimato", sono stato "stimato".
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet